NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Una strada dimenticata, chiusa da sei mesi

Impercorribile da settembre la strada che da Cismon porta ad Incino, mancano i soldi per garantire la sicurezza

di Gianni Celi

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Una strada dimenticata, chiusa da sei mesi

C’è una strada che, da Cismon del Grappa, porta alla frazione bellunese di Incino, nel Comune di Arsiè. La si prende sulla destra, venendo dal centro del paese, subito dopo il ponte sul torrente Cismon e dopo la stradina che porta alla chiesetta della Madonna del Pedancino. È un percorso particolarmente stretto che, dopo i primo due tornanti, corre fra pareti di roccia (per un tratto è caratterizzato da un verso e proprio tetto naturale) che scendono dai costoni sovrastanti e l’orrido della gola del Cismon, sotto la diga del Corlo. Questa strada serve agli abitanti di Incino e della frazione di Corlo, ma anche della Rocca, per scendere più agevolmente in Valbrenta. Il fondo è stato completamente rifatto dopo la terribile alluvione del novembre del 1966 quando l’acqua la rese impraticabile scavando buche profonde. Il tracciato in questione, della lunghezza di un paio di chilometri da Cismon ad Incino, riveste però anche un grande interesse turistico perché è quotidianamente meta di ciclisti che vogliUna strada dimenticata, chiusa da sei mesi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ano raggiungere il Feltrino in tutta sicurezza senza percorrere la trafficatissima statale della Valsugana e la vecchia statale del Rolle lungo le Scale di Primolano. Qui, nella notte del sedici maggio del 2003, s’è verificato un pauroso incidente. Una Ford Sierra, che stava salendo verso Incino, ha spezzato i cavi d’acciaio che delimitavano la strada, proprio sotto il tetto di roccia, finendo, dopo un volo di ottanta metri, nelle acque che alimentano il Cismon dopo l’uscita dalla diga del Corlo. Due giovani, uno di 24 e uno di 25 anni, sono stati trovati morti all’indomani.

Parliamo di questa strada perché dal settembre dello scorso anno è chiusa al traffico veicolare e pedonale a causa di una eccezionale caduta sassi. Molti ciclisti continuano a percorrerla a proprio rischio e pericolo, ma a trovarsi maggiormente a disagio sono proprio gli abitanti di Incino. Cerchiamo di capire con il sindaco di Cismon, Luca Ferazzoli [a des.], quando questo percorso potrà essere riaperto.

«I sassi del settembre scorso – ci spiega – sono caduti da un costone del monte che è di competenza amministrativa della Provincia di Vicenza, proprio al confine con quella di Belluno. In base alla segnalazione che ci è stata fatta da un privato noi abbiamo attivato subito i teUna strada dimenticata, chiusa da sei mesi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)cnici che hanno effettuato delle verifiche constatando che esisteva una certa pericolosità e la possibilità di altre cadute per cui sono stato costretto ad emanare un’ordinanza di chiusura tuttora valida. Abbiamo chiesto immediatamente un incontro con l’assessore provinciale alla viabilità, Giovanni Forte, per esporgli questo caso, ma anche altri perché, con le piogge torrenziali che hanno caratterizzato l’autunno nel Veneto, in generale, e nel Vicentino in particolare, si sono verificate altre cadute massi nel territorio del nostro Comune».

«Quella, nello specifico, è una zona di rilevante interesse turistico sia per noi che per i paesi del Bellunese a confine con la nostra provincia – aggiunge Ferazzoli – La nostra intenzione è di aprire quanto prima quella strada, ma il problema, ormai ricorrente,è quello dei fondi che scarseggiano. Nel corso dell’incontro con l’assessore Forte, di qualche settimana fa, ci è stato risposto che la Provincia è vincolata dal patto di stabilità per cui non ha molte risorse finanziarie. Noi abbiamo già approvato il bilancio, ma se riusciamo a trovare dei fondi adeguati potremmo stilare un protocollo d’intesa con la Provincia di Vicenza per intervenire nei punti più pericolosi ed avviare una progettazione capace di garantire la messa in sicurezza di tutto il versante».

«Gli organi superiori – fa rilevUna strada dimenticata, chiusa da sei mesi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)are il sindaco di Cismon – si devono rendere conto che il territorio montano, e non parlo soltanto di Cismon, sta collassando. Con tutta la pioggia che è scesa dal cielo sono emersi i danni più eclatanti, ma su un terreno fragile, quale quello che dà verso la gola del torrente Cismon, fenomeni di caduta massi si sono verificati ancora. Infatti i sassi che ci hanno costretto a far chiudere la strada sono precipitati verso settembre, ancor prima quindi delle piogge eccezionali verificatesi più tardi. Stiamo attivando tutti i canali, per cercare di riaprire prima possibile la strada, certo che i tempi non sono velocissimi»”.

Il sindaco di Cismon sta cercando di trovare una soluzione alternativa, nell’attesa che si trovino i soldi per riaprire la strada, al collegamento della zona del Corlo con la Valbrenta.

«Confidiamo di poter asfaltare tutta la strada che sale verso il Grappa – afferma – ed anche il tratto di sterrato che, dalla frazione di Corlo, si immette sulla strada del Col dei Prai. Questa sistemazione permetterebbe agli abitanti di Incino e della Rocca di scendere a Cismon e, conseguentemente, in Valbrenta, senza essere costretti, come accade ora, a fare il giro per Arsiè e per le Scale di Primolano».

 

nr. 14 anno XVI del 16 aprile 2011

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