NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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“A Site Pluto? Lavoravamo su pezzi di biciclette”

Contattato su Facebook, un reduce della 69th risponde così alla nostra inchiesta della scorsa settimana. Ma gli stessi “plutoniani” ammettono di non poter ancora parlare dei loro compiti militari

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

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“A Site Pluto? Lavoravamo su pezzi di biciclette”

“A Site Pluto? Lavoravamo su pezzi di biciclette”La scorsa settimana vi ho raccontato una storia che iniziava con una fotografia, probabilmente quella relativa all'ultima bomba atomica portata via da Vicenza. Buona parte delle informazioni vengono dal sito www.sitepluto.com, la casa virtuale della 69th Ordnance Company dell'esercito americano. Che cosa ha fatto la 69th durante la guerra fredda? È la domanda che gli stessi gestori del sito si pongono, rispondendo in questo modo: coloro che erano a Longare in quegli anni, non hanno la libertà di rispondere. Altri lo hanno fatto per loro in diverse pubblicazioni. Per sostenere questa tesi, infatti, mettono sul loro sito una serie di documenti. Il primo è Arkin & Fieldhouse, Nuclear Battlefields: Global Links in the Arms Race (Ballinger Publishing, 1985). [foto a sin., clic per ingrandire]

A pagina 223 viene citata Longare e “Site Pluto” come principale deposito di munizioni dell'esercito americano in Italia. Le armi conservate sarebbero state 24 Adm, e proiettili di artiglieria da 50 e da 155 mm per l'utilizzo americano oltre a 60 missili Nike Hercules, 42 testate Lance e 29 proiettili di artiglieria da 8 pollici. E proprio il proiettile da 8 pollici è quello della famosa fotografia.

“A Site Pluto? Lavoravamo su pezzi di biciclette”Nell'agosto del 1992 il direttore del Progetto di studio per i costi delle armi nucleari degli Stati Uniti, Stephen L. Schwartz ha compilato un elenco delle basi con armi nucleari. Ebbene in quell'elenco compare ancora l'Italia e le basi di Aviano e Ghedi sono contrassegnate con la presenza di ordigni attivi, come le 20 bombe gravitazionali B61 dislocate ad Aviano. “Site Pluto” è ancora una volta citata come «main nuclear weapons storage site for U.S. Army units in Italy». Nella colonna relativa al luogo è scritto Longare, l'estensione della base, invece, è un punto interrogativo. Quanto grande è il sito: non lo sanno nemmeno le autorità americane... [diagramma 1 a des., clic per ingrandire]

Nell'Army Information Digest del luglio 1958 si trova una dichiarazione del generale H.H. Fischer secondo il quale “The Army is planning six Atomic Support Forces similar to the one now located in Italy”, l'esercito sta programmando sei forze di supporto atomico uguali a quella ora dislocata in Italia. Ma alla domanda che cosa è la SETAF? Il generale Fischer risponde: “Primariamente si tratta di una forza di supporto, pronta al combattimento e con capacità atomica, dispiegata come parte degli elementi di difesa della NATO.”

N“A Site Pluto? Lavoravamo su pezzi di biciclette” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)el frattempo, seguendo alcune indicazioni bibliografiche, sono riuscito a risalire ad un libro del '700: si tratta della “Storia della famosa grotta detta volgarmente il covolo, o covalo di Costoza” di Gaetano Girolamo Maccà [a sin. il frontespizio]. Nella ristampa anastatica del 1989 si trova la riproduzione del disegno [foto a des., clic per ingrandire] eseguito da Domenico Dall'Acqua il 9 maggio del 1759. Per ordine di giacomo Trevisan, podestà e vicecapitanio di Vicenza, Dall'Acqua era stato infatti incaricato di rilevare e disegnare il Covalo di Costozza. È da questo disegno che si vede la presenza dello stagno d'acqua e l'estensione eccezionale della grotta. È la stessa dove oggi esiste Site Pluto? Forse si, ma non completamente. Dopo aver letto il mio articolo della scorsa “A Site Pluto? Lavoravamo su pezzi di biciclette”settimana mi ha scritto Angelo Azzalini di Longare. «Il laghetto di acqua purissima – scrive Azzalini - è stato distrutto ancora dai tedeschi durante l'ultima guerra, così come la piazza sotterranea. I quattro ettari di gallerie sono stati in parte 'saggiati' dagli americani e non ritenendoli idonei hanno provveduto a scavare nella parte alta».

Il fatto che il sito di Longare fosse stato usato nell'antichità come luogo importante per la difesa dei Vicentini si trova in molte fonti storiche, come anche nel libro del Maccà. Lo stesso uso ne sarebbe stato fatto dai Tedeschi nel corso dell'ultimo conflitto mondiale ma qualcuno afferma anche che, nelle sue sale protette dalla natura, si sarebbe installata anche una fabbrica di produzione di motori che dava lavoro a moltissimi vicentini. Oggi, lo ribadiamo, di quel complesso di grotte luoghi naturali non si conosce che un brano molto piccolo: una serie di gallerie cementate che i responsabili dell'esercito americano hanno mostrato ai cronisti un paio d'anni fa.

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