NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Parola ai plutoniani

Dopo gli articoli delle scorse settimane sul deposito di armi nucleari a Longare, parla un ex militare americano distaccato a Site Pluto fra il 1988 e il 1992

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

Parola ai plutoniani

Il fatto che i “plutoniani”, cioè i militari che hanno prestato servizio in passato nella base Site Pluto di Longare, abbiano mantenuto i contatti fra loro con un gruppo su Facebook mi ha incuriosito fin dall'inizio di questa serie di servizi dedicati proprio all'arsenale nucleare più grande fra quelli presenti in Italia. Mi sono iscritto a quel gruppo, ho postato un commento e mi sono presentato. Ho spiegato che mi sarebbe piaciuto parlare con qualcuno di loro e ho aspettato. Nel pezzo pubblicato due settimane fa, vi avevo raccontato che tale Joe Thompson mi aveva risposto Parola ai plutonianidicendo di aver solo lavorato su pezzi di bicicletta, durante il suo servizio a Vicenza. Uno scherzo? Non lo so. Sono passati alcuni giorni e sono stato nuovamente contattato da una seconda persona che mi ha chiesto di non pubblicare il suo nome. Diciamo semplicemente che mi ha detto: «Please, call me Don». E quindi io lo chiamerò semplicemente Don, cercando di rispettare la sua richiesta di riservatezza. Ci siamo scambiati gli indirizzi di posta elettronica e Don ha accettato di rispondere ad alcune domande che io gli ho inviato, dopo aver letto gli articoli apparsi nelle scorse settimane su www.ladomenicadivicenza.it . In questa stessa pagina potete vedere la sua risposta completa in inglese, che adesso io proverò a tradurre nel modo migliore possibile. Ma andiamo con ordine. «Ho letto il suo articolo con l'assistenza di un traduttore automatico di Google – mi scrive Don – perché il mio italiano non è più quello di una volta». [a destra il testo dell'e-mail originale (in inglese), click per ingrandire]

Lei ha partecipato all'Operazione Silent Echo?

«Personalmente non avevo mai sentito il termine Silent Echo, almeno fino a quando ho letto il suo articolo. Le dirò che ho trovato interessanti (il termine “amusing” può essere anche tradotto con “divertenti”) alcune delle sue supposizioni.
Ho prestato servizio nel 559th Artillery Group, 69th Ordnance Company, MP Platoon, Longare Italia, fra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90. Sono stati probabilmente gli anni più importanti della mia vita. Non perché fossimo in qualche tipo di unità di supereroi (Cloack and Dagger sono due supereroi della Marvel Comics) ma per le amicizie che abbiamo fatto, sia Americani che Italiani.
Parola ai plutoniani (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ho scoperto che l'Italia dei libri di storia era molto più ricca di persona e che gli Italiani erano il popolo più simpatico, caldo, amichevole e affascinante fra tutti quelli che avevo incontrato.
Non c'erano caverne “nascoste” o uffici o nulla di tutto questo sotto Site Pluto. C'erano state caverne come quelle che lei ha descritto, ma quando sono arrivato io erano già state chiuse e cementate. C'era un anziano che gestiva un bar nel sito per noi soldati. Il suo nome era Bino. Bino raccontava storie meravigliose sul luogo e di come lui avesse lavorato per i Tedeschi dentro le “caverne” quando era giovane. Apparentemente, secondo lui, i Tedeschi le usavano come una fabbrica di qualche tipo e come ricovero per i mezzi. Anche se io non ho mai sentito alcun desiderio di entrare dentro le caverne, qualcuno dice di averle esplorate e che non c'era assolutamente niente altro che i resti dell'occupazione tedesca».

Ha mai sentito di incidenti nucleari a Vicenza?

«Per tutto il tempo che sono stati li, non abbiamo mai incontrato incidenti di alcun tipo, e non ne ho nemmeno mai sentito parlare».

Riconosce qualcuna delle foto che abbiamo pubblicato sul sito?

«Per quello che riguarda le fotografie nel suo articolo, solo quelle relative alle proteste sembrano essere state fatte a Longare...le altre sono chiaramente di una base differente. Ho parlato con alcuni compagni d'armi che erano stati distaccati a Longare quando l'unità è stata disattivata. Erano chiaramente delusi di dover lasciare un paese così meraviglioso. Se si guarda a Site Pluto si vede che nel 1999 gli edifici sembrano abbandonati e disabitati. Eppure, ci sono foto del 2003 che mostrano qualche attività. Lei sa che cosa sta accadendo li adesso? Sarei molto interessato a saperlo».

Durante la guerra fredda c'erano piani, studiati dal Patto di Varsavia, intesi a distruggere Vicenza in caso di guerra nucleare. Voi vi rendevate conto di questo mentre eravate in servizio alla Pluto?

«Per quello che riguarda il Patto di Varsavia, i quei giorni, la mutua distruzione era semplicemente una mentalità accettata da tutti. Penso che tutti noi saremmo sorpresi se potessimo sapere tutti i luoghi che sarebbero andati incontro alla distruzione allo scoppio della guerra. Vi invito a ritornare a quei giorni con il giusto punto di vista. Esattamente come cerchiamo di capire la vita degli antichi Romani, cercando di capire le loro ragioni basate sul loro mondo, senza usare la logica del mondo che conosciamo oggi».

Posso chiederle come era la sua vita di ogni giorno a Vicenza?

Parola ai plutoniani (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«La mia vita a Vicenza/Longare era fantastica. Vivevo in una stanza di 12 metri per 12 con un altro soldato. Dividevamo un bagno in comune. Eravamo abbastanza fortunati da avere una caffetteria sul posto, ma quello che mi piaceva di più era mangiare con i soldati italiani. Andavo a lavorare ogni giorno con alcune delle migliori persone del mondo. Italiani e Americani. Uno dei miei migliori ricordi risale al mio primo Natale in Italia. Sono stato invitato a passare il giorno di Natale con un amico italiano che avevo conosciuto appena da due mesi. È stato fantastico! Vorrei tanto tornare a Longare e Vicenza. Spero che un giorno sarò in grado di farlo e se quel giorno dovesse arrivare, sarei onorato di offrirle una birra!».

Fino a qui il racconto di Don. Un racconto che trova molti riscontri nelle pagine Facebook che ho letto in questi giorni. Sono moltissimi i militari americani che ricordano il periodo passato a Longare come il loro miglior periodo sotto le armi. Tenete solo conto che Don ha spiegato di essere stato un MP, quindi un agente della polizia militare. Un plotone di MP era sempre assegnato a protezione delle attività delle compagnie Ordnance come la 69th. Si trattava però di persone che non avevano compiti operativi in relazione con l'arsenale atomico. Chiederò a Don di mettermi in contatto con altri suoi amici. Alla prossima.

 

nr. 18 anno XVI del 14 maggio 2011

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar