NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La scomparsa del “professor”

Il ricordo di Lino Zio, personaggio pubblico capace di andare d’accordo e mettere d’accordo

di Giuseppe Brugnoli

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La scomparsa del “professor”

Non si può certo dire che la scomparsa del professor Lino Zio, quasi novantenne, sia una di quelle morti che fanno notizia. Lontano da decenni dalla stanza dei bottoni, dove fu vicesindaco di Giorgio Sala e assessore ai lavori pubblici, anche allora si era distinto soprattutto per la sua grande urbanità e disponibilità nei confronti anche dell'ultimo cittadino, per il suo equilibrio e la sua capacità di andare d'accordo e di mettere d'accordo: tutte doti che, come si sa, non creano il personaggio e non contribuiscono a definire uno di quei caratteri forti che rimangono nella memoria e magari anche negli annali civici.

Eppure, proprio per queste sue caratteristiche, il professor Zio fu un grande, anche se rifuggiva dal mettersi in primo piano, personaggio della Vicenza di ieri, quella Vicenza che in pochi anni, non più di due decenni, subito dopo la guerra riuscì a districarsi da un lungo sonno di città di provincia ovattata e devota per diventare uno dei primi e dei più attivi centri imprenditoriali d'Italia, dove si fermavano regolarmente i treni rapidi diretti a Roma, che invece avevano qualche difficoltà a rispettare le fermate di Padova e Verona, dove salivano pochi viaggiatori diretti nella capitale. Rumoriano si potrebbe dire per vocazione culturale, più ancora che per scelta, il prof. Zio ebbe consonanza, come assessore ai lavori pubblici, con il meno illustre e oggi quasi dimenticato “altro Rumor”, il Giacomo Rumor presidente della Camera di commercio oltre che cugino di La scomparsa del “professor” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Mariano, che fu il promotore della rinascita di Vicenza dalle ferite della guerra, in un'opera in cui la ricostruzione non fu intesa solo come restauro e riparazione dalle ferite belliche, ma soprattutto come occasione unica per nuove intraprese che cambiarono in pochi anni il volto non solo industriale ma anche urbanistico di Vicenza. Come era suo costume, l'appoggio di Lino Zio a queste iniziative , fu non solo costante, ma anche fattivo. Se egli ne fu fervido collaboratore e spesso protagonista, non ne mostrò mai vanto, preferendo, come diceva, il fare al dire.

Chi scrive queste righe conobbe più da vicino il professor Zio al tempo in cui fu sindaco di Vicenza il dottor Nanni Chiesa, che ebbe nei confronti dell'amico professore un gesto particolarmente significativo. Erano i tempi della prima repubblica in cui i sindaci, come tutti i pubblici amministratori eletti, non ricevevano alcun compenso per il loro lavoro in Comune, e il sindaco Chiesa viveva con i magri introiti del suo lavoro di medico, che aveva dovuto ridurre per gli assidui impegni di amministratore. Come ha ricordato recentemente in un suo scritto il prof. Remo Schiavo, il dottor Chiesa aveva riservato solo un piccolo spazio alla professione, per essere disponibile ad occuparsi dell'impegno di primo cittadino. Quando dalla Cassa di risparmio di Verona e Vicenza gli fu offerto un posto di consigliere, che richiedendo solo un paio d'ore una volta ogni tanto gli avrebbe offerto un non disprezzabile emolumento, il dottor Chiesa ritenne di non poter accettare, e passò l'incarico all'amico Lino Zio, che aveva concluso ormai da qualche tempo sia i suoi impegni di docente nelle scuole superiori che quelli di civico amministratore. Fu allo stesso professor Zio che il sindaco Chiesa indirizzò il sottoscritto, quando, essendosi lamentato per un paio di prese di posizione del quotidiano cittadino, gli fu risposto a muso duro che uno che veniva da fuori non aveva lo Spirito Santo, e quindi non possedeva tutte le informazioni utili per scegliere per il meglio.

Il professor Zio accolse l'invito amichevole con la sua tradizionale disponibilità che arrivava fino a cenette a due nella sua casa ospitale, concluse con grandi discorsi di approfondimento sui casi e sulle persone di Vicenza. Il tradizionale aplomb del professor Zio non fu forse mai così ammirevole come in questi casi. Richiesto di dire la sua impressione su personaggi noti o meno noti del panorama politico, ma anche sociale di Vicenza, esordiva con grandi apprezzamenti e talvolta anche con complete assoluzioni. Poi, magari quando il discorso divagava su altri temi e altri personaggi, si faceva venire in mente piccoli particolari che circoscrivevano e definivano meglio il tema. Alla fine, senza che egli avesse mai espresso un giudizio personale, perché egli aveva un rispettoso riguardo per tutte le persone, ne usciva un perfetto e inattaccabile ritratto di individui e di situazioni, nel bene e nel male. A tanti anni di distanza, profili e rappresentazioni a suo tempo delineati con finezza introspettiva e con grande attenzione a non toccare sentimenti e opinioni altrui dal prof. Zio rimangono intatti. Se questa opera di “coscienza civica” della città, quasi come un “Dottor Sottile” che sapeva esaminare con chiarezza ma anche con comprensione coscienze e intelligenze, il professor Lino Zio l'ha esercitata a lungo, la sua memoria deve rimanere nella città di Vicenza ben al di là del contributo serio e fattivo da lui dato prima nella scuola e quindi nella vita pubblica.

 

nr. 20 anno XVI del 28 maggio 2011

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