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La serie B ammalata cronica: i costi crescono e gli introiti calano

Scenario mortificante per il torneo cadetto che anche durante il mercato evidenzia difficoltà economiche generalizzate. E intanto molti sponsor se ne vanno

di Adalberto Scemma

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La serie B ammalata cronica: i costi crescono e gl

La Salernitana è fuori dal calcio dopo aver giocato sino all’ultimo secondo dei playoff la carta-promozione. Sarebbe bastato un gol, nel finale di quella concitata partita dell’Arechi, per strappare al Verona il pass per la serie B e per garantirsi il contributo della Lega e il relativo bonus per i diritti televisivi. Una cifra che avrebbe presumibilmente consentito al presidente Lombardi di sanare in parte la montagna di debiti accumulati nella passata stagione e di mantenere la Salernitana in linea di galleggiamento.

La serie B ammalata cronica: i costi crescono e gl (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il caso dell’Ascoli, salvatosi per il rotto della cuffia nonostante i punti di penalizzazione, è l’esatto opposto. Se fosse retrocesso in Prima Divisione, privato quindi del bonus di sopravvivenza, il presidente Benigni sarebbe stato costretto, viene da pensare, a chiudere i battenti e a seguire la sorte della Salernitana, del Cosenza, della Lucchese e delle tante squadre di Prima e Seconda divisione inguaiate da una situazione debitoria insostenibile.

Servono altri esempi recenti? Pensiamo al Mantova, al Treviso, al Gallipoli, fallite miseramente dopo una stagione infittita di sofferenze. E pensiamo alle tante difficoltà già oggi percepibili che riguardano le neopromosse Juve Stabia e Nocerina, che nel giugno della passata stagione giocavano ancora in Seconda Divisione come il Gubbio, peraltro, che esibisce tuttavia una situazione di bilancio rassicurante.

Quali ipotesi, dunque, per il prossimo campionato di B? Lo scenario che si delinea (sponsor che se ne vanno, prebende televisive sempre più risicate, una visibilità che non decolla) non concede spazio all’ottimismo. L’età media del campionato cadetto non accenna a diminuire (soltanto quindici gli Under 21 presenti negli organici della passata stagione) mentre diminuisce costantemente il livello del gioco. Non a caso a emergere nella passata stagione sono state da una parte le neopromosse costruite attraverso un progetto calcistico delineato (Novara e Cesena autrici del doppio salto dalla Prima divisione alla serie A) o le neoretrocesse (Atalanta e Siena) che hanno potuto usufruire di uno “scivolo” milionario e attrezzarsi convenientemente in sede di calciomercato. E a proposito di “progetti” non si può dimenticare che le ultime stagioni hanno premiato proprio le squadre costruite in catena di assemblaggio come la La serie B ammalata cronica: i costi crescono e gl (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Triestina di Ezio Rossi, il Rimini di Acori, il Mantova di Di Carlo, la Cremonese di Roselli, il Varese di Sannino per non parlare di Gallipoli di Giannini, tutte squadre salite in sequenza dalla Seconda divisione alla serie B. Lo stesso Atletico Roma, battuta ai playoff dalla Juve Stabia, ha rischiato di azzeccare il doppio salto.

Lo scenario, insomma, è a dir poco mortificante: crescono in maniera esponenziale i costi ma non diminuiscono gli ingaggi e vengono incrementati gli “affari” (chiamiamoli così) perfezionati su un mercato straniero di qualità medio-bassa che consente tuttavia di trasferire all’estero in maniera più o meno artata denaro cash. Anche per tutte queste cose appare quantomeno sorprendente l’intervento del presidente della Lega di serie B Andrea Abodi, che non ha speso una parola per evidenziare gli elementi negativi enfatizzando per contro gli aspetti incontestabilmente positivi: i tre milioni di spettatori negli stadi, la convocazione in Nazionale di Ogbonna e l’esplosione di El Shaarawy, catalogabili in definitiva come le classiche eccezioni che confermano la regola.

Di positivo, per la verità, c’è anche l’incremento che verrà garantito alla presenza di nobilissime decadute come Sampdoria, Bari e Brescia (favorite dallo “scivolo” di cui si è fatto cenno) per non parlare di Reggina, Livorno e Torino desiderose di rivincita. Se aggiungiamo al lotto delle protagoniste anche il Padova, il Varese, l’Empoli e il ritrovato Verona, ecco che il livello medio del campionato potrebbe riproporsi in equilibrio per compensare la presenza delle “cenerentole” Juve Stabia, Nocerina, Gubbio, Cittadella, Sassuolo e così via. Sbandierare il tutto con accenti di ottimismo, tuttavia, ci pare francamente eccessivo.

 

nr. 27 anno XVI del 16 luglio 2011

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