NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Basta rave party sul Massiccio del Grappa

Il sindaco di Romano si affida a divieti di transito e telecamere per fermare la moda delle feste all’aperto. Il ricordo del primo, nel 2001, al Forcelletto

di Gianni Celi

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Basta rave party sul Massiccio del Grappa

Il Grappa, abbandonati i tragici scoppi della Grande guerra e gli echi tristi della seconda guerra mondiale, era tornato nella tranquillità più totale, lungo i sentieri abbandonati dai due eserciti, se si eccettua il frastuono occasionale di qualche fuori strada o di moto da cross. Poi qualcuno ha pensato bene di utilizzare spazi abbandonati per riempirli di musiche strizzacervelli e di feste smodate vale a dire i rave party, festini organizzati attraverso i tam tam di Facebook o con sms. Che cosa succede in questi raduni demenziali? Si ascolta musica elettronica assordante e Basta rave party sul Massiccio del Grappa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ripetitiva, si beve e si assume dell’altro in modo tale da essere certi di sballare. Il primo rave party sul Grappa risale al 2001 e si svolse nella ex base missilistica del Forcelletto, non molto lontano da Cima Grappa. Adesso la “festa” s’è ripetuta, più volte, in territorio di Romano d’Ezzelino, sempre sul massiccio del Grappa, nell’ex cava di Costalunga [a sin.]. Su Youtube è stato scaricato un video che rilancia alcune immagini di quel party. Si notano giovani in evidente stato di alterazione. Una scena fa davvero impressione: una ragazza, mentre la musica assillante continua a sparare decibel a tutto spiano, si avvicina ad un giovane e gli mette una mano leggermente sul collo. Questi piomba a terra di schiena come un automa: terrificante. È un video consigliabile in special modo ai genitori di quei ragazzi perché si rendano conto in quale stato si riducano i propri figli per una “festa” senza senso.

Comunque gli echi di quell’ultimo rave party, svoltosi, ovviamente in modo illegale, verso metà giugno, sono arrivati nella stanza del sindaco Rossella Olivo che ha voluto effettuare un sopralluogo assieme all’assessore al patrimonio e alla sicurezza, Massimo Ronchi, al responsabile della Polizia locale Rocco Colò e a quello dell’urbanistica e ambiente, oltre al comandante della stazione dei carabinieri di Romano, luogotenente Villani. In tale occasione è emersa la necessità di precludere l’accesso all’area considerata la precarietà e pericolosità delle strutture esistenti al suo interno, nonché la particolare morfologia del sito.

«Negli ultimi tempi l’area è stata occasionalmente e abusivamente adibita a feste musicali a pagamento anche durante le ore notturne e del primo mattino. Si sono svolti dei veri e propri “rave party” con musica ad altissimo volume che si propaga nella valle sottostante fino alla pianura – spiega il primo cittadino nell’ordinanza – Nell’ex cava non esistono opere provvisionali che contengano il possibile rischio della caduta massi o il distacco di detriti dalla parete una volta adibita a cava, rischio che aumenta se si considerano le vibrazioni cui la zona è sottoposta a causa dell’amplificazione sonora con casse acustiche di notevole potenza».

Basta rave party sul Massiccio del Grappa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nel sito dunque serve un intervento tecnico e uno smantellamento delle strutture presenti, alcune pericolanti e tutte senza autorizzazione, per restituire al luogo uno stato compatibile con l’ambiente circostante e coerente con la storia della montagna.

Ciò che verrà introdotto sarà quindi una serie di sbarramenti fisici e un sistema di videosorveglianza in modo da mettere le forze di polizia nelle condizioni di poter intervenire nel caso fosse necessario. «La via di accesso potrebbe essere utilizzata per motivi di antincendio – prosegue l’ordinanza – e pertanto si rende necessario garantire il transito agli eventuali mezzi di soccorso oltre a quelli di polizia».

Divieto di transito quindi per tutti i veicoli e le persone sulla strada Vicinale Vecchia della cava di pietre e nelle aree di pertinenza. Le uniche eccezioni verranno fatte per i servizi di soccorso, antincendio e per la protezione civile. Una misura sollecita presa a tutela di tutti che mira a salvaguardare da pericoli sempre presenti in montagna e su siti ambientali di particolare sensibilità come ex cave e un primo passo concreto per riportare la zona alla sua destinazione naturale di oasi ambientale. Una misura che conferma come la vigilanza sul territorio Ezzelino sia sempre attiva e sinergica tra l’Amministrazione comunale i cittadini e le forze di polizia che da tempo monitoravano attentamente il fenomeno.

«Siamo intervenuti dopo una serie di segnalazioni – ci spiega l’assessore Massimo Ronchi [a sin.] – perché quelle feste si sono svolte nella cava dismessa alla quale si accede dal quinto tornante della “Cadorna”, che è di proprietà comunale. Basta rave party sul Massiccio del Grappa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Se dovesse succedere qualcosa, al di là del disturbo della pubblica quiete, potremmo essere responsabili come Amministrazione, per cui s’è voluto correre ai ripari con quell’ordinanza di chiusura e di controllo della cava stessa».

E a proposito di aree degradate merita un cenno anche l’ex base missilistica di Forcelletto cui accennavamo prima. Un utente del “Forum games village” rammenta così il rave party del 2001: «Mi ricordo un teknival organizzato sul Monte Grappa, nell'ex base Nato, durato più di una settimana, con tribe provenienti da Italia, Francia, Inghilterra, Cecoslovacchia, Spagna: decine di migliaia i partecipanti. La Digos arrivò a festa iniziata, senza sapere che fare. Stupiti, aspettavano fuori. Una di quelle persone che i rave li aveva fatte nascere, li viveva, ci suonava, andò loro incontrò con piglio milanese e li accompagnò dentro. La ricordo mentre mostrava agli agenti il muro di casse alto quattro metri, mentre presentava loro i gruppi stranieri: "È un festival di musica elettronica e di incontro tra realtà underground europee". Loro increduli, chiesero solo che entro una settimana tutto scomparisse, nello stesso modo in cui era comparso: “E senza casini!”. E così fu».

Di rave party, alla base del Forcelletto, dopo quello segnalato allora, non s’è più avuto notizia. Ricordiamo che lì c’era la base del 64° gruppo IT (intercettatori teleguidati) addetto alla gestione di tre rampe di lancio per missili Nike Hercules, di fabbricazione statunitense, in funzione fino verso la fine degli anni settanta. Intorno a quell’area, divisa fra i Comuni di Seren e di Cismon, sono nate leggende metropolitane. S’è parlato di possibili presenze di radiazioni dovute alla collocazione, nei silos, di missili con testate atomiche. Dal sito “Nike missile”, arriva adesso una smentita. Un ex militare risponde a questi interrogativi con questo passaggio: «A proposito di quest'area, come per quella di Pian Cansiglio, ancora oggi chiunque provi a fare una piccola ricerca in rete si imbatterà in pagine di vari enti o associazioni ambientaliste, di mozioni parlamentari e quant'altro che sbandierano la presunta pericolosità affermando che vi fossero custodite chissà quali armi atomiche, chiedendone, tra l'altro, l'immediata bonifica. Ora, è bastato qualche mese e qualche pagina del nostro forum per stabilire, ad esempio, che nelle suddette aree non vi è mai stato custodito niente del genere e la cosa lascia abbastanza perplessi nel constatare, quantomeno, la leggerezza nell'approfondire, o nel cercare, fonti di informazioni sicure da parte di chi, nel presunto interesse della tutela della comunità, si prodighi poi a lanciare allarmi infondati del genere».

 

nr. 28 anno XVI del 23 luglio 2011

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