NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Un futuro al presente che si chiama banda larga

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Un futuro al presente che si chiama banda larga

La base per la discussione è offerta dalla conferenza stampa con dichiarazioni del vicepresidente della Regione Marino Zorzato con cui si è data notizia dello stanziamento di 40 milioni destinati alla copertura quasi totale nel Veneto del servizio di connessione tramite banda larga. Il giro delle opinioni si apre con Andrea Pellizzari che da assessore provinciale è l’interlocutore pubblico più diretto della stessa Regione.

ANDREA PELLIZZARI (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ANDREA PELLIZZARI- Penso che lo sforzo della Regione sia da apprezzare per intero. Si può anche ritenere che l’entità della cifra non sia proprio quella che la domanda di servizio reale si augurava, ma con questi chiari di luna insisto a dire che apprezzo moltissimo l’iniziativa della Regione Veneto. Se poi aggiungo che sul piano cultura c’è un balzo rispetto anche a pochi anni fa quando l’infrastrutturazione immateriale, chiamiamola così, era la vera cenerentola dell’investimento pubblico, cioè quella tangibile, infrastrutturale: quel che si vedeva era percepito, quel che viaggiava via etere era qualcosa di molto diverso e quindi molto meno importante. Non c’era cultura diffusa da parte degli amministratori. Al contrario gli utenti questa cultura piano piano l’hanno acquisita, dalle aziende ai giovani e poi agli anziani. Lo abbiamo capito cammin facendo, per cui anche gli amministratori vecchio stampo si sono convinti ad adeguarsi. I giovani e tutta la popolazione digitale, anziani compresi perché hanno dimostrato la loro vitalità e la loro voglia di approdare a questi livelli di tecnologia, ora si dimostrano dei formidabili facilitatori affinché anche le pubbliche amministrazioni siano diventate sostenitrici del nuovo concetto secondo cui la connessione per larga banda deve essere considerata alla pari con le strade, le fognature, i servizi, ecc. Questo è un segnale estremamente ottimistico. Come Provincia ci siamo appoggiati fin dall’inizio alla Regione e il presidente Schneck ha avuto l’intuizione di creare un settore innovazione che ha aperto la possibilità di creare un coordinamento di tutte le idee ed iniziative che convergono sul settore delle tecnologie avanzate. La cabina di regia che mancava ora c’è, nella Regione abbiamo trovato un grande partner, dopo di che abbiamo fatto il nostro dovere. Fin che la Provincia esiste, questo deve essere il suo ruolo. Ora ci stiamo occupando così del cosiddetto ultimo miglio, per portare la banda larga, ma anche sul piano della qualità perché oggi la quota dei 2 mega corrisponde pressappoco alle esigenze di una famiglia che usa il computer e la rete, non accontenta certo un’azienda.

MATTEO SALIN- La direzione giusta è questa, Regione e poi Provincia. Il passo è importante, con Zorzato e Coppola abbiamo parlato come Confindustria servizi innovati e tecnologici più d’una volta. Un primo documento è di un anno e mezzo fa dove si chiedeva banda larga e aiuti alle aziende perché questo è uno dei pochi metodi utili a far crescere il PIL; non so se quello che indica la Regione è il numero esatto, so però che nel momento in cui un’azienda si collega in maniera utile alle rete automaticamente chi fa export riceve un servizio adeguato. Senza banda larga è ben difficile stare al passo e mantenere qualsiasi dialogo. Abbiamo realtà industriali ancora legate alla chiavetta specie in quei luoghi dove portare connettività è costoso per i carrier telefonici. I fondi pubblici devono aiutare proprio a questo, far entrare le aree meno collegate al livello delle altre. L’investimento è importante e deve diventare un servizio universale come la luce il gas le fognature le scuole le poste, ecc. Qualsiasi sistema di connettività deve esserci e partire non da 2 ma da 20 mega. Ma se non c’è connettività e la possibilità di scambiare dati non se ne parla neanche di essere all’altezza della situazione che i nostri partner hanno come pane quotidiano.

LUIS COGO- Sicuramente internet è una utilità indispensabile; ora si comincia a riconoscerle un livello prioritario; noi che operiamo nel territorio abbiamo come mission quella di servirlo come meglio possiamo. Ora ci sono questi progetti di alta velocità nelle fibre ottiche e c’è il problema di portare il servizio all’utente finale, l’ultimo miglio, realizzabile con diverse tecnologie; bisogna scegliere a seconda della tipologia dell’utente, dal cittadino alle aziende piccole a quelle grandi. Telemar dal 2005 con tutte le altre associazioni si è adoperata per ottenere il risultato di offrire un servizio completo. Oggi secondo i miei dati di utenza collegata ci sono almeno 10mila collegati per i quali si è superato il cosiddetto digital divide. Gli investimenti sono forti specie se si parla dell’alta velocità di collegamento con la rete per cui è molto opportuno l’intervento del capitale pubblico che aiuta a trovare una soluzione vera misurata realisticamente sulle esigenze.

ANNA BIANCO (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ANNA BIANCO- Cerchiamo di ridurre il digital divide culturale per cui cerchiamo le persone che non utilizzano la tecnologia. C’è una differenza tra chi utilizza e chi no, ce n’è un’altra che somma al divide di partenza anche quello costituito ad esempio dall’età. Siamo partiti pensando a quel 20% della popolazione definita come senior e della quale Istat dice che l’80% non sa utilizzare il computer. Così è nata l’iniziativa di creare una inclusione all’utilizzo di una tecnologia tra quelle disponibili, facile intuitiva e a disposizione di tutti. Così è nato il programma semplificato che da accesso alle funzione del computer anche a chi lo vede per la prima volta. Il software è gratuitop, scaricabile da internet, si utilizza posta elettronica,l navigazione in rete, avere le funzioni essenziali di base, avere disponibile una chat, ecc. È una interfaccia accessibile che fa conoscere i benefici di questo uso specialmente se parliamo di enti pubblici e di rapporti di sportello per così dire. Una tecnologia che aiuta alla comunicazione, ecco di cosa si tratta. In provincia di Vicenza grazie anche alla provincia siamo stati presenti con un camper attrezzato allo scopo che ci è servito per introdurre il discorso in modo facile e leggero; la Provincia ha coinvolto i Comuni del territorio con risultati importanti. Altro progetto è stato quello di unire le generazioni, chiedendo ai giovani delle scuole superiori di trasmettere le proprie conoscenze a quella fascia di età che non ne sapeva niente di computer; gli studenti hanno diffuso Eldy con ottimi risultati. All’inizio il progetto aveva 35 ragazzi e obiettivi fattibili ma limitati. Alla fine abbiamo avuto più di 300 ragazzi che hanno coinvolto ognuno da uno fino anche ad una quarantina di adulti per cui il numero finale mi pare si assesti su cifre molto importanti, a quattro zeri. Il beneficio è per i ragazzi, che si sono formati come volontari della onlus, ma anche della scuola e degli stessi anziani destinatari del servizio. Oltre ai numeri, la qualità: le persone avvicinate e motivate non solo hanno capito l’offerta di Eldy ma hanno trasformato in interlocutore l’orizzonte del servizio amministrativo pubblico, quegli sportelli che è tanto difficile raggiungere di persona con spostamenti che così vengono risparmiati. Questo è un risultato che ci fa molto piacere.

ANDREA PELLIZZARI- Debbo dire che l’approccio con la onlus è stato curioso, nato da una lettura di un articolo appena un mese dopo l’insediamento nel 2007. Ho capito che questa associazione aveva avuto una bella intuizione e cercava un partner pubblico per poter essere agevolata nella diffusione del suo lavoro; messo in contatto subito, di lì a due mesi inaugurammo questa avventura che si rivolgeva ai meno giovani meno facilitati dalla tecnologia e abbiamo chiesto ai giovani di partecipare a questo connubio trasferendo la loro conoscenza di nativi digitali a chi aveva perso al momento l’occasione dell’alfabetizzazione digitale. Una bella metafora che ha funzionato da quello che vediamo oggi. I ragazzi sono passati dall’altra parte della cattedra e lo hanno fatto così come Eldy aveva pensato e progettato. Questo progetto ha proseguito con le proprie gambe ed andato a finire in tutto il mondo con una massa di utenti che si valuta ora in milioni, la commissione europea a Vienna ha citato colo una esperienza italiana, proprio questa. Di solito questo genere di fortuna non si vede compiersi nell’arco di un mandato. La banda larga non deve solo farci correre di più, serve anche a far stare al passo chi tende ad essere un po’ svantaggiato da questioni culturali che sono di ragione anagrafica o di salute, non per cope personali. Lo strumento utilizzabile facilita l’accesso e sempre più spesso le pratiche si vedono completate in modo vincente utilizzando la tecnologia. È una forma avanzata di sociale un obbligo preciso dell’amministrazione pubblica. Posta elettronica certificata, documenti on line, eliminare la carta e i pellegrinaggi presso gli uffici: questi sono gli obiettivi che si stanno raggiungendo. La banda va portata in maniera diffusa nel territorio. Importante capire che cos’è internet, non è certo un mondo da cui stare distanti. Ci sono i pericoli ma si superano con la conoscenza perché le straordinarie opportunità che la rete offre sono impagabili. Friuli e Lombardia hanno fatto di questo cammino un punto base del settore sociosanitario. Ecco come funziona l’innovazione nel pubblico.

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