NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Quel coro che non stona

“Giù le mani dal tribunale”, tutti d’accordo a Bassano contro la chiusura del palazzo di giustizia. “Ma quanti altri servizi hanno intenzione di sottrarci?”

di Gianni Celi

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tribunale di Bassano

Correva l’anno 1936 e da Bassano partiva l’accorata richiesta all’allora Capo del Governo, Benito Mussolini, perché desse il suo benestare alla nuova “Provincia del Grappa”.

«A Voi illuminato assertore di tutti i valori spirituali della Nazione, non sembri ardimento soverchio, il prospettarVi un’idea lungamente meditata e accarezzata ne l’intimo dell’animo nostro ; veder fissato nella storia il binomio “Grappa-Bassano” in un monumento amministrativo-politico di alto valore morale: la Provincia del Grappa». Così scrivevano al Duce i maggiorenti nell’Amministrazione cittadina inviandogli una bozza di questa ipotetica provincia che avrebbe portato via, a Trento i Comuni di Primiero, Mezzano-Imer, Canal San Bovo, Castello Tesino, Pieve Tesino, Grigno, Strigno e Borgo; a quella di Padova San Pietro in Gù, Gazzo, Grantorto, Carmignano di Brenta, Fontaniva, Cittadella, San Giorgio in Bosco, Tombolo, Galliera e San Martino di Lupari; a quella di Belluno, Lamon,. Sovramonte, Arsiè, Fonzaso, Seren del Grappa, Quero e Alano di Piave; a quella di Treviso, Asolo, Borso del Grappa, Crespano, Paderno Possagno, Cavaso del Tomba, Pederobba, San Zenone degli Ezzelini, Fonte, Maser, Altivole, Castelfranco Veneto, Loria, Riese, Vedelago, Castello di Godego e Resana e a quella di Vicenza avrebbe portato via la stessa Bassano oltre a Cismon, Valstagna, San Nazario, Campolongo sul Brenta, Solagna, Pove, Valrovina, Romano d’Ezzelino, Mussolente, Cassola, Rossano, Rosà, Cartigliano, Tezze sul Brenta, Enego, Foza, Marostica, Conco, Crosara, Nove, Vallonara, Pozzoleone, Schiavon, Mason Vicentino, Pianezze, Molvena. Il tutto per un totale, riferito al censimento del 1931, di 329.580 abitanti. Sarebbe stata, sicuramente una signora provincia. Questo cappello iniziale è d’obbligo nel momento in cui il Governo sta per cancellare il tribunale di Bassano del Grappa, l’unico esistente in una città che non è capoluogo di provincia. Fosse andato in porto quel progetto, ai tempi del fascismo, ora non saremmo qui a preoccuparci dei tagli che il Governo sta facendo a manbassa nei centri della giustizia italiana. Con Bassano, ricordiamolo, dovrebbero sparire anche quattordici sezioni distaccate di tribunale nel Veneto, vale a dire Pieve di Cadore, nel Bellunese; Cittadella ed Este nel Padovano; Adria a Rovigo; Castelfranco, Conegliano e Montebelluna nel Trevigiano; Chioggia, Dolo, Portogruaro e San Donà di Piave, nel Veneziano; Legnago e Soave, nel Veronese e Schio nel Vicentino. A dire il vero non fu soltanto nel periodo fascista che venne proposta l’istituzione di una Provincia che avesse come capoluogo Bassano. Nel corso dei mandati parlamentari, dal dopoguerra a qualche anno fa, furono diversi i tentativi fatti per ottenere un riconoscimento del genere. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello portato avanti durante l’Amministrazione Bizzotto, ma i risultati non sono arrivati. Chi remava contro questa proposta adduceva il fatto che non era necessaria un’altra Provincia, bastava soltanto che fossero assicurati i servizi. Ma, purtroppo, recriminano i sostenitori del progetto, di servizi da Bassano ne sono stati già tolti parecchi e adesso siamo alle prese con un tribunale la cui sparizione è stata prospettata da tempo e che pare sia ormai al capolinea. Poi, sempre secondo voci ricorrenti, dovrebbe toccare all’ospedale.

Ma intanto parliamo di tribunale e delle tante voci che si sono levate per la sua salvezza. Al Consiglio regionale del Veneto, già il 14 marzo, è stata presentata una mozione a firma di Conte, Finco, Baggio, Tosato, Caner, Possamai, Ciambetti, Bozza, Furlanetto, Corazzari, Toscani, Finozzi, Stival, Lazzarini, Bassi e Manzato

«Sulla scorta delle informazioni provenienti dal mondo forense- scrivevano i firmatari - il progetto di revisione degli uffici giudiziari sarebbe in fase avanzata di studio in ambito governativo e, stando alle prime indiscrezioni, rischierebbero la chiusura il tribunale di Bassano del Grappa e le sezioni distaccate dei tribunali site nella Regione del Veneto, oltre che di tutti gli uffici del Giudice di pace non situati nei capoluoghi di Provincia».

I firmatari chiedevano così di «mantenere l’attuale sede centrale di tribunale di Bassano del Grappa e le sezioni distaccate di tribunale della Regione Veneto, in considerazione della loro importanza strategica sul territorio, proprio ai fini della necessità di un funzionamento efficiente e razionale del sistema Giustizia” e chiedevano inoltre al Governo di “rivedere, anche alla luce delle numerose osservazioni che da più parti dell’Italia sono state avanzate sulla materia, i criteri guida che animano le attuali norme di revisione della geografica giudiziaria, coniugando i legittimi obiettivi di contenimento della spesa e di incremento dell’efficienza della sistema Giustizia in genere ad una oculata riorganizzazione degli attuali uffici presenti sul territorio, valutando le specificità territoriali e le istanze locali».

tribunale di Bassano (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)A muoversi è stata anche la parlamentare leghista, on. Manuela Lanzarin. «La corsa a difesa del tribunale di Bassano del Grappa ha ricevuto una nuova impennata dopo la pubblicazione della bozza del rapporto del capo di dipartimento dell’organizzazione della giustizia, Luigi Birritteri, sul riordino della geografia giudiziaria – spiega la parlamentare- Il foro di Bassano è attualmente tra quelli che verranno soppressi». Nel tentativo di fermare questa decisione l’esponente del Carroccio si è fatta parte attiva, con la collaborazione diretta dell’on. Nicola Molteni, capogruppo della Lega Nord in commissione Giustizia alla Camera, il quale ha richiesto l’intervento in commissione o in aula del ministro della Giustizia, Paola Severino allo scopo di fare chiarezza circa le precise volontà del Governo.

«Ho incontrato in Transatlantico il Ministro Severino – spiega l’on. Lanzarin – ed ho espresso nuovamente i motivi per tenere aperto il tribunale a Bassano invitandola ad analizzare nel dettaglio il corposo dossier in possesso del Ministero. Sono inoltre in contatto diretto con il Governatore Zaia perché Bassano è l’unico tribunale del Veneto che verrebbe chiuso e la Regione, compresa la grande efficienza del nostro servizio, sta facendo le dovute pressione all’Esecutivo».

«Da parte mia non lascerò nulla di intentato- aggiunge - Vogliamo far capire al Ministro che oltre ai numeri che testimoniano lo stato di efficienza del servizio, sono stati spesi soldi dei contribuenti per realizzare la nuova sede che rischierebbe così di divenire una cattedrale nel deserto. Abbiamo cercato di fare squadra per salvare un servizio importante per il territorio, ma questo non ha dato ancora i frutti sperati. Faccio per questo appello anche ai colleghi che sostengono il Governo, che hanno canali privilegiati con il Ministro, perché possano supportare con maggiore efficacia ogni iniziativa che quanto mai ora risulta vitale per il mantenimento del tribunale di Bassano».

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