NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il pericolo dei cinghiali fuori controllo

Impossibile un censimento, difficili da stanare perché si muovono soprattutto di notte, sono gli animali selvatici decisamente più problematici per le colture e anche per chi se ne va nei boschi anche solo a passeggiare - Varie iniziative in vista ma anche molte lamentele

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Il pericolo dei cinghiali fuori controllo

(g. ar.)- C'è un problema non piccolo legato alla presenza di animali selvatici di origine non locale e neppure veneta. Ne abbiamo parlato più volte, ma quando si torna sul discorso ci si accorge del fatto che la situazione non è migliorata, al contrario.

I grandi problemi di questa provincia sono diventati oltre alle nutrie e alle volpi, le centinaia e centinaia di cinghiali che se ne vanno in giro in piena libertà prima nascosti nei boschi e poi nelle ore notturne anche in pianura, attorno alle case per non dire degli assalti alle coltivazioni e ai depositi di cibo per gli animali.

I cinghiali sembrano in questo momento il problema principale: escono dall'ombra del bosco più fitto quasi solamente nelle ore notturne, sono tanti, tantissimi, al punto che cercare di censirli sembra una operazione del tutto fuori portata; sono in grado di riprodursi dall'età di sei mesi e producono almeno due cucciolate all'anno con cinque o sei nati ogni volta: i cinghiali sono tutto questo, salvo poi parlare, per riprendere il discorso di prima, di quel che combinano nei campi coltivati o quando cercano di superare un qualsiasi sbarramento, fosse anche solo la recinzione di una casetta unifamiliare un po' isolata.

Il pericolo dei cinghiali fuori controllo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La distruzione davvero devastante che questi animali sono capaci di provocare è quasi incredibile, eppure facilmente verificabile il giorno dopo il loro passaggio.

Che fare? Varie iniziative in embrione tra le quali una licenza speciale ad alcuni cacciatori perché agendo secondo un progetto preciso messo a punto dal comando delle guardie provinciali si riesca certo non a venire a capo del problema, ma quanto meno ad arginarlo in qualche misura. Ma la battaglia resta comunque impari.

Tuttavia, come dicevamo, non sono i cinghiali il solo problema sul tappeto. C'è anche la presenza delle nutrie a preoccupare fortemente la gente. Le nutrie salgono a Ponte San Paolo in pieno centro di Vicenza e non sembrano affatto intimidite, popolano tutti i fiumi e gli argini della provincia, entrano nelle stalle delle fattorie, hanno capito che basta muoversi appena appena per trovare tutto quel che serve: a Parco Querini l'isola del tempietto è diventata praticamente infrequentabile per le persone dal momento che le nutrie sono saldamente in possesso del territorio mentre l'acqua che circonda l'isoletta abbonda di tartarughe, cavie e altro ancora.

Il che tanto per cambiare conferma ancora una volta che questi animali non sarebbero da queste parti se qualcuno non ce li avesse portati. Le tartarughe sono una presenza tipica della città dovuta all'abbandono degli animali una volta che trattati come giocattoli ci si accorge che crescono troppo e che non si è più in grado di occuparsene; le nutrie vengono da una alluvione lontana, nel 1966, che in tutta la bassa padana indusse gli allevatori ad aprire le gabbie e liberare gli animali che altrimenti sarebbero tutti annegati. Lodevole preoccupazione ma nessuno pensò in quel momento che si stava così trapiantando in un territorio estraneo una specie tipica del sudamerica, una specie tra l'altro in grado di riprodursi al ritmo tipico dei roditori, cioè altissimo. Così la nutria da animale da pelliccia, conosciuta come castorino, diventò un animale allo stato brado e si allargò come popolazione a tutto il nord Italia.

I cinghiali non sfuggono a questo stesso meccanismo se si parla di come possano essere arrivati dalle nostre parti.

Qualcuno ce li ha portati, non solo, ma ha portato specie tipiche dell'Ungheria e della Jugoslavia e anche specie presenti in Toscana e in Abruzzo. Fatto sta che ora se ne trovano dappertutto e ad esempio i Colli Euganei e i Berici ne sono letteralmente affollati.

In studio a discuterne per In Piazza, sono venuti GIANCARLO BONAVIGO presidente di Federcaccia, GIANCARLO FERRON autore di molti libri su natura e animali selvatici, DIEGO MEGGIOLARO presidente della Coldiretti e CLAUDIO CATAGINI sindaco di Altavilla.



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