NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Una salvezza ad orologeria

Per il tribunale di Bassano una proroga di cinque anni, non ci sono motivi per “brindare ad un successo”

di Gianni Celi

facebookStampa la pagina invia la pagina

Una salvezza ad orologeria

“Il tribunale di Bassano è salvo per altri cinque anni”, s’è letto e sentito in questi giorni dopo la notizia data dal presidente della Regione, Luca Zaia, non appena è stato informato, da Roma, del Decreto ministeriale di proroga della chiusura, a firma del ministro Annamaria Cancellieri. C’è da brindare? Diremmo proprio di no, c’è anzi da rimanere tribunale di Bassano salv (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)sconcertati leggendo il testo di quel decreto. Anzitutto una nota non da poco: nelle quattro pagine, per ben sei volte appare la parola “soppresso”. Questo ribadisce, se ve ne fosse bisogno, che il ministro non lascia alcuno spiraglio, ora come ora, ad un eventuale ritorno allo status quo del tribunale bassanese. È illuminante una parte di quel testo per capire che è molto presto per cantare vittoria, anzi che, semmai, si può parlare, per adesso, di una vittoria di Pirro. Stabilito che il “decreto ministeriale 13 settembre 2013 – si legge -con il quale, tra l’altro, in coerenza con le previsioni normative è stato autorizzato l’utilizzo a servizio del tribunale di Vicenza dei locali ospitanti il tribunale di Bassano del Grappa… per la trattazione dei giudizi civili ordinari e delle controversie in materia di lavoro, di previdenza ed assistenza obbligatorie, pendenti alla data del 13 settembre 2013, ferme restando, dallo stesso termine, l’iscrizione e la trattazione degli affari sopravvenuti in ogni settore della giurisdizione presso la sede accorpante (Vicenza n.d.r.); rilevato -udite udite- che risultano sopravvenute ulteriori criticità organizzative e funzionali in ordine al già programmato utilizzo del nuovo palazzo di giustizia di Vicenza; valutato, in particolare – fate bene attenzione a questo passaggio - che dette problematiche possono incidere negativamente sulla funzionalità del tribunale di Vicenza a seguito dell’accorpamento del soppresso tribunale di Bassano; ritenuta quindi la necessità di modificare i termini di utilizzo a servizio del tribunale di Vicenza dei locali relativi al soppresso tribunale di Bassano del Grappa…ritenuto opportuno che l’autorizzazione all’utilizzo dei suddetti locali debba essere estesa a complessivi cinque anni, conferendo altresì al presidente del tribunale la possibilità di svolgervi l’attività giurisdizionale relativa a tutti gli affari, anche sopravvenuti, individuati nei provvedimenti tabellari, organizzativi e di coordinamento delle attività del tribunale di Vicenza”, il ministro proroga di cinque anni la soppressione definitiva del nostro tribunale.

tribunale di Bassano salv (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Avete capito bene? Allora, prima si decide la chiusura di un tribunale quanto mai efficiente, attivo e storicamente funzionale, ordinando il trasferimento di carte, personale ed atti a Vicenza. Poi ci si accorge che il nuovo stabile di Vicenza in Borgo Berga, costruito prima ancora che si sapesse delle decisioni governative di chiudere tutta una serie di tribunali in Italia, e quindi realizzato per far fronte alle esigenze della sola giurisdizione vicentina, non è in grado di accogliere i servizi offerti dal tribunale di Bassano e della sede staccata di Schio. Ma, ci chiediamo, lasciando da parte tutte le polemiche recenti scaturite dopo i problemi di funzionalità strutturale emersi all’improvviso nel nuovo sito, a nessuno è venuto in mente che, forse, in quegli spazi non potevano starci tre tribunali in un colpo solo? E chi paga adesso tutte le spese sopportate per un trasferimento che, ci si rende conto solo ora, non doveva avvenire? Queste considerazioni vanno, ovviamente, al di là del fatto che sia giusto o meno sopprimere il tribunale di Bassano. Fosse successa una cosa del genere in un’azienda privata sicuramente qualcuno ci avrebbe rimesso il posto con tanto di obbligo di risarcimento economico. Ma queste, lo sappiamo bene, sono cose che nel pubblico non vengono minimamente prese in considerazione.

Di questa novità, comunque, s’è parlato giovedì, nella trasmissione de “Sul Ponte di Bassano”, curata dal collega Fabio Carraro per Tva Vicenza. A discutere del problema sono stati chiamati Francesco Savio, presidente dell’Ordine degli avvocati di Bassano del Grappa, il sindaco Stefano Cimatti, la presidente del Consiglio comunale, Tamara Bizzotto ed il collega del Gazzettino, Bruno Cera.

L’avvocato Savio ha fatto una proposta sensata e cioè quella di ritrasferire a Bassano uomini e mezzi offrendo in tal modo una boccata di ossigeno al soffocato tribunale vicentino. Cera ha ricordato che già prima mancavano magistrati e personale per un corretto funzionamento degli uffici cittadini. Il sindaco Cimatti ha auspicato che questa proroga serva per quietare gli animi delle popolazioni di quei tribunali già chiusi. Fra qualche anno, ingoiata, per questi l’amara pillola, sarebbe più facile ripristinare l’autonomia della giustizia bassanese. La Bizzotto ha sottolineato il fatto che, da parte della politica, c’è stato un interessamento minimo alla problematica della chiusura del tribunale locale, spiegando che alla manifestazione sul Ponte, organizzata dalla Lega Nord, ed alla quale ha partecipato anche il presidente della Regione Zaia, c’erano soltanto cinque parlamentari sui settanta del Veneto.

S’è detto inoltre, nel corso della trasmissione che bisogna vedere cosa deciderà ora il presidente del tribunale di Vicenza, Oreste Carbone, che, fra l’altro abita a Bassano. “È impensabile – ha detto l’avv. Savio – immaginare che vi sia del personale di Vicenza disposto a spostarsi momentaneamente nella nostra città, per cui la cosa migliore da fare sarebbe quella di ripristinare la sezione civile così com’era aggiungendo due magistrati”.

Il sindaco ha sollecitato la partecipazione delle associazioni di categoria, della politica, della società civile perché si attui una pressione verso il mantenimento del tribunale e l’avv. Savio ha lanciato una proposta rivoluzionaria. “Unendo gli sforzi dell’imprenditoria locale – ha detto – si potrebbe incidere mandando a Roma i soldi dell’Irpef con sei mesi di ritardo pagando una modesta soprattassa. Sarebbe questo un segnale forte che potrebbe servire a far recedere il Governo dall’intenzione di chiudere definitivamente il nostro tribunale”.

Cosa succederà in questi cinque anni (sono quattro e mezzo, tra l’altro, essendo retroattivo il decreto ministeriale)? Lo si saprà con le prossime elezioni, a cominciare da quelle politiche che, se non arriveranno quest’anno, quasi sicuramente il prossimo. Con un nuovo governo si vedrà quale sarà la forza di convincimento a far retrocedere il Governo sulla soppressione del nostro tribunale, che potranno esercitare i nuovi eletti del Veneto.

 

nr. 06 anno XIX del 15 febbraio 2014



Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar