NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

La riforma del senato di Mario Giulianati; Con scienza e coscienza di Italo Francesco Baldo

facebookStampa la pagina invia la pagina

La riforma del senato di Mario Giulianati; Con sci

La riforma del senato
 

La proposta Renzi relativa al nuovo senato, presentata alla Direzione del PD, si può sintetizzare così: 150 componenti, suddivisi in questo modo, 108 sindaci dei Comuni Capoluoghi, 21 presidenti di Regione, 21 esponenti della società civile nominati dalla Presidenza della Repubblica, per un solo mandato. Un senato non elettivo, nemmeno di secondo grado, e il nominato non avrà alcuna indennità, ma probabilmente godrà di un rimborso spese. In caso contrario, presumo che queste spese peseranno sui bilanci comunali e regionali. Il risparmio ci sarà ma risulterà, alla fine, molto meno importante di quel che sembra all’inizio. Il personale non potrà essere licenziato ma, tutt’al più, in parte, trasferito. La struttura, almeno in parte anche essa rimarrà, e seppur dimensionata, continuerà a costituire un fattore di spesa non indifferente.

Sui compiti di questo “senato” Renzi fa sapere che "non vota il bilancio, non dà la fiducia, ma concorre all'elezione del presidente della Repubblica e contribuisce all'elezione dei rappresentanti degli organi europei". Renzi inoltre fa sapere che “Sulla riforma del Senato c'è il consenso dei partiti… C'è l'accordo dei principali partiti". (Giornale di Vicenza)- In altre parole su questa formala sarebbero, pare, d’accordo FI e NcD. Tra parentesi diremo che certamente concorre ma non ha nemmeno in questo ruolo, una valenza determinante perché i due terzi dei voti necessari per l’elezione del presidente della Repubblica, in prima battuta, sono ampiamente presentiti nella Camera dei Deputati.

La riforma del senato di Mario Giulianati; Con sci (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ci si chiede a che cosa serva esattamente uno strumenti di questo genere. E quale dignità politica ed istituzionale possa avere. Sul piano della sua consistenza democratica, ovverosia sul terreno della partecipazione della comunità italiana alla sua elezione, praticamente niente.

Se dovrà funzionare come strumento di conoscenza per il governo dei problemi degli enti locali, i comuni in primo luogo, allora non serve un senato ma, al massimo, una consulta. Non dimentichiamoci che esiste un sindacato degli enti locali, l’ANCI, che è in grado di fornire tute le informazioni necessarie a qualsiasi intervento nei confronti dei Comuni. Altrettanto vale per le regioni: basta una leggina che istituisca una commissione specifica. Relativamente ai 21 esponenti della società civile il loro ruolo appare più come una questione di immagine, un modo di assegnare dei riconoscimenti. Altrimenti è sufficiente costituire una commissione di “saggi” che dia supporto culturale, in senso lato, alla presidenza della Repubblica se non alla presidenza del governo.

Volendo fare un confronto con il Senato degli Stati Uniti d’America ricordiamoci che questo nasce nel quadro della Costituzione che vede un Congresso bicamerale, quindi un sistema di reciproco controllo, dove la Camera dei Rappresentanti è intesa come sede della rappresentanza popolare e il Senato nasce come luogo dove siedono i “saggi”, molto meno numericamente della Camera dei Rappresentanti ma con un mandato più lungo e, ad esempio, ha alcuni poteri legislativi, esercita il controllo sull’operato del governo, ratifica i trattati internazionali e approva le nomine a vario livello. Naturalmente viene eletto direttamente dal popolo e è composto da 100 senatori.

In questo momento il “senato” pensato da Renzi sarebbe così formato (Corriere della Sera): 85 rappresentanti del Centrosinistra (78 sindaci e 12 Presidenti di regione); 35 di Centro destra (28 sindaci e 7 Presidenti di Regione) e ancora 5 di varie parti politiche, 2 rappresentanti delle regioni autonome, 2 rappresentanti di M5S. Poi vi sono i 21 nominati dal Presidente della Repubblica. In ogni caso gli 85 “senatori” del Centrosinistra rappresenterebbero la maggioranza. Se fosse messo in opera domani, avremmo già oggi circa l’ 85% di “senatori” belli e impacchettati.

Aggiungo un dato, approssimativo per difetto, relativo alla Costituzione.

Dovrebbero essere modificati circa 21 articoli della magna carta che direttamente o indirettamente riguardano l‘attuale impostazione istituzionale del Senato. Con buona pace di tutti coloro, e sono tanti, che ritengono la Costituzione assolutamente inviolabile.

Questo anche se si sostituisse la titolazione della Camera Alta da “senato “ in “Camera delle Autonomie” .

Una prima considerazione che traggo da questi, e altri dati, è che la proposta Renzi va proprio nella direzione della creazione di un centralismo democratico di nuova concezione, quella della efficienza augurabile me ancora del tutto presunta. L’attuale Parlamento - Camera dei Deputati più Senato- presenta un corpo di eletti pari a 945 soggetti (630 deputati e 315 senatori), ai quali vanno aggiunti, attualmente, 6 sentori a vita, e quindi si arriva a un Parlamento di 951 membri. La nuova legge elettorale, per la Camera dei Deputati, non prevede alcuna diminuzione del numero degli eletti.

Quindi, la somma delle due Camere, si riduce a 780 componenti, dei quali però 130 con scarsissima importanza.

Come per altri istituti, periferici, di rappresentanza popolare, il numero degli aventi titolo per esprimere scelte e prendere decisioni viene complessivamente e drasticamente ridotto. Parimenti a quanto è stato portato a sostegno delle scelte relative agli enti decentrati, anche in questo caso è facilmente sostenibile la proposta Renzi citando il risparmio, la funzionalità, la maggior rapidità decisionale. Appunto la efficienza.

Inconfutabile, almeno sul piano teorico, ma altrettanto inconfutabile il fatto che viene ulteriormente ridotta la partecipazione popolare democratica.

 

Mario Giulianati

 

nr. 06 anno XIX del 15 febbraio 2014

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar