NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il “fenomeno” delle Ville Venete raccolto in 300 pagine

Ci sono ben 200 foto nel volume, realizzato da Francesco Monicelli e Cesare Gerolimetto, che passa in rassegna 28 dimore storiche 8 delle quali realizzate nel vicentino

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Ville Venete

Ville Venete (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Con 200 accattivanti immagini a colori su quasi 300 pagine ecco arrivare nelle librerie un altro importante volume dedicato alle ville venete, per raccontare, in parole e immagini, quella che a ragione è stata definita la civiltà della villa, che proprio in Veneto ha trovato nei secoli il suo più fertile terreno. Con Ville Venete - Civiltà di Villa nel Dominio di Terraferma (Arsenale Editore) il veronese Francesco Monicelli e il bassanese Cesare Gerolimetto firmano un'elegante confezione nata per raccontare uno dei fenomeni più importanti della società e della cultura della nostra regione. Il volume è stato presentato di recente fa a Villa della Torre Allegrini di Fumane nel Veronese - una delle 28 ville trattate nel libro, otto delle quali vicentine - nell'ambito di un incontro promosso da Istituto Regionale Ville Venete, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e Regione Veneto e dedicato a Le Ville venete nel paesaggio contemporaneo. Funzione e fruizione del patrimonio culturale diffuso.

Le ville vicentine presenti nell'opera sono senza dubbio tra le più conosciute del territorio berico: La Rotonda e Valmarana a Vicenza; Porto Colleoni a Thiene; Godi Malinverni a Lugo; Villa Pisani e La Rocca Pisana a Lonigo; Fracanzan Piovene a Orgiano; Villa Trissino a Trissino, ma anche alcune delle altre sono certamente note alla maggior parte dei lettori e degli amanti dell'arte e del paesaggio: • Villa Barbaro a Masèr; Villa Emo a Fanzolo; Villa Contarini a Piazzola sul Brenta; Villa Pisani a Stra; Villa Manin a Passariano. Ovvio pensare che un tale patrimonio debba necessariamente essere non solo preservato, ma anche e soprattutto valorizzato in termini sia culturali che turistici.

Quale territorio, infatti, non vorrebbe ospitare una simile ricchezza? E chi, domanda che gireremo anche all'autore, crede davvero che non si possa e non si debba fare di più, e tutto il possibile, per rendere questa ricchezza una fonte di ulteriore "guadagno", come molti personaggi della nostra cultura da tempo sostengono? Perché non convincersi fino in fondo, e una volta per tutte, che l'immenso patrimonio artistico di cui disponiamo per tradizione e retaggio sia una delle possibili vie di uscita dalla crisi economica? Se dunque la promozione di questo patrimonio, soprattutto al'estero, può rappresentare una fonte di importanti flussi turistici ed economici, allora possiamo ben dire che anche opere come questa contribuiscono alla causa. Una giusta causa.

Il 1797 fu l’anno delle vittorie del giovane generale Bonaparte nella campagna d’Italia; fu anche l’anno della fine della millenaria Repubblica di Venezia. Mille anni passati a consolidare prima il potere sul mare, poi nell’entroterra. E se sul mare furono le galere battenti lo stendardo con il leone di San Marco a rappresentare il potere della Serenissima, nello Stato da terra restano le ville il segno evidente della presenza patrizia. Quello che il bel volume propone è dunque un viaggio nella civiltà di villa, attraverso cinque secoli di storia veneta, e guida il lettore nella visita di 28 ville, manifestazione evidente di potere, rappresentazione di status, e, ovviamente, espressione dell’evolversi del gusto e delle arti. Le ville venete, infatti, hanno visto cimentarsi architetti come Palladio, Sansovino, Baldassarre Longhena, e artisti come Paolo Veronese e Giovan Battista Tiepolo.

Abbiamo incontrato l'autore Monicelli, ponendogli alcune domande sul suo lavoro.

Ville Venete (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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