NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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“Bassano non è Roma”

Piccata replica del sindaco Stefano Cimatti ad alcune categorie economiche in tema di burocrazia, ma soprattutto di stipendi dei manager del settore pubblico

di Gianni Celi

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Cimatti

La crisi economica che attanaglia mezzo mondo, ormai da troppi anni, non ha risparmiato nemmeno questo angolo del fu ricco Nordest, quello, per intenderci dei famosi “Schei”, il libro di Gianantonio Stella. Edito alla metà degli anni 90 presentava una realtà produttiva invidiabile: quel Rossano Veneto dove i dati parlavano di un’azienda ogni due famiglia, di un 75 per cento di occupati nel secondario, di 900 ditte registrate di cui una decina con oltre 50 dipendenti, duecento con più di dieci e le restanti con un numero minore di addetti. Per un po’, di Rossano si occuparono i media di tutta Italia ed anche alcuni dall’estero. Tempi passati! Tempi beati, dirà più di qualcuno. Adesso il Bassanese si trova a vivere le difficoltà di altre realtà della nazione: fabbriche che chiudono, aziende che licenziano, ditte che espatriano. E un patrimonio di ricchezza, non solo finanziaria, ma imprenditoriale e lavorativa che si sta sfaldando. Ecco il perché della rivolta delle categorie economiche ed ecco perché la partecipazione, anche dal nostro mandamento, di un gruppo di imprenditori, alla manifestazione nazionale, a Roma, in Piazza dl Popolo dal titolo “Rete imprese Italia”. Più di 65 mila i manifestanti a gridare la loro disperazione, a chiedere ai nuovi governanti provvedimenti volti ad arginare la fuga di tante aziende e la sopravvivenza, nella penisola, di tante altre.

Al rientro da quell’incontro tre rappresentanti delle categorie economiche del comprensorio hanno espresso le loro opinioni in merito alla stampa locale lanciando però anche un avvertimento agli ormai prossimi candidati sindaci, in primis, di Bassano. Per la Confartigianato ha parlato il presidente, Sandro Venzo; per la Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), Roberto Frison e per la Confcommercio di Bassano, il presidente Luca Chenet.
Al di là delle proposte avanzate al Governo Renzi, al di là delle attese per quello che riuscirà a fare dopo tante promesse, il dito s’è puntato sulle amministrative di maggio quando molte delle Amministrazioni del mandamento cambieranno nomi e volto.

Cimatti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)E su questo argomento c’è stato chi ha parlato senza peli sulla lingua. Venzo, infatti, ha detto chiaro e tondo che quegli amministratori i quali accoglieranno le istanze delle categorie produttive saranno ben accetti dagli iscritti, mentre quelli che volteranno le spalle ad artigiani e commercianti saranno bastonati (virtualmente ovviamente).

Per Frison l’unione delle tre sigle deve servire a dettare nuove norme comportamentali ai politici ed agli amministratori al fine di aiutare concretamente gli imprenditori tutti ad uscire da questa crisi.

Chenet, spalleggiato dagli altri due referenti delle categorie artigianali, ha evidenziato l’incongruenza fra le alte retribuzioni dei dirigenti del settore pubblico e la loro scarsa “produttività”, cosa che mai potrebbe succedere se costoro operassero nel privato.

A loro ha risposto il sindaco, Stefano Cimatti, e lo ha fatto dando prova, se ancora ve ne fosse bisogno, delle veridicità del suo no a ricandidarsi per la seconda volta a sindaco della città.

“Ci stiamo avvicinando al rinnovo dell’Amministrazione comunale e, come di consueto, cominciano gli appelli ai candidati sindaco, conditi anche di minacce di “bastonatura” per coloro che non aderiranno formalmente alle richieste delle categorie economiche – ha scritto ai tre esponenti - Almeno questo mi è parso il senso di parte della conferenza stampa dei giorni scorsi organizzata da commercianti ed artigiani”.

“A prescindere dal fatto che non mi risulta che le associazioni in genere e le categorie economiche abbiano mai avuto un gran peso nelle scelte elettorali locali, dove vi sono loro aderenti, famigliari e simpatizzanti sparpagliati nelle liste di tutti i candidati sindaco, penso che questi proclami non portino a nulla – ha poi aggiunto - Che poi si pretenda che i candidati sindaco, per non essere “bastonati” aderiscano a documenti riguardanti gli interessi specifici di questa o quella categoria, mi pare un tantino velleitario. E sono coerente con quanto affermo. Infatti nel 2009, all’hotel Palladio, quando fu presentato ai sette candidati da parte di Confcommercio un documento da sottoscrivere, fui l’unico a non farlo, ed evidentemente questa scelta non mi ha danneggiato”. 
”Poiché non sono “bastonabile”, in quanto non candidato – ha proseguito Cimatti - vorrei richiamare l’attenzione dei presidenti su alcuni punti del loro intervento, per i quali sono assolutamente d’accordo, se si parla a livello nazionale, ma lo sono molto meno se poi, facendo di ogni erba un fascio, lo si indirizza anche ai rappresentanti degli enti locali. Ed il riferimento alle prossime elezioni amministrative ed alle “bastonature” lascia intendere che le critiche siano rivolte anche a questi ultimi. Sulla burocrazia mi trovo totalmente d’accordo ed ho ammesso di non essere riuscito ad ottenere i risultati che avrei voluto, anche se la miriade di leggi e circolari che vengono emanate dal Governo ed i pressanti controlli della Corte dei Conti certo non aiutano la semplificazione. Mi auguro che chi mi succederà sia molto più bravo di me relativamente a questo obiettivo. Ma quando si fanno affermazioni che gli stipendi dei manager sono esagerati e che vengono incaricati gli “amici degli amici”, penso non si debba confondere la realtà nazionale con quella locale e si debba essere maggiormente selettivi, guardando attentamente le singole realtà”.

”Se si parla con la gente ci si rende immediatamente conto che le Società di proprietà degli enti pubblici sono considerate carrozzoni creati solo per compensare con lauti compensi consigli di amministrazione formati dai cosiddetti amici o per assunzioni clientelari – ha sottolineato il primo cittadino - Perché non ci si informa, prima di fare certe affermazioni, quale è la situazione, ad esempio, della nostra città e non si mettono in luce anche le cose buone di un’Amministrazione? Abbiamo due società di proprietà comunale, due società per azioni, la SIS Spa e la Farmacasa Spa. Queste due società chiudono entrambe con bilanci positivi, malgrado le forti limitazioni alle quali sono soggette dalle regole imposte alle società pubbliche. Le due società sono ora gestite, anziché da un Consiglio di amministrazione, come nel passato, da un Amministratore unico. E qui casca l’asino: al loro vertice ho messo due amici, anche se, prima di nominarli, non li conoscevo! Ma li definisco veri amici, perché Adriano Marangoni ha accettato tutte le responsabilità e l’impegno che comporta gestire una Spa, la SIS, a fronte di un compenso annuo di diecimila euro lordi (attenzione: annuo, non mensile!), che lo stesso si è autoridotto a novemila euro e Carlo Milani percepisce come Amministratore unico di Farmacasa SPA l’esorbitante cifra di settemila euro lordi annui. Grazie di cuore, cari amici della nostra amata città”.

Ma non finisce qui la replica del sindaco: “E veniamo agli stipendi dei dirigenti, che qualcuno definisce esagerati – insiste infatti - Il nostro Comune ha cinque dirigenti ed è, bene o male, un’azienda di 300 dipendenti. L’azienda privata che presiedo ha circa 120 dipendenti e quattro dirigenti. Vi posso garantire che la retribuzione media dei quattro dirigenti privati è significativamente superiore alla media dei cinque dirigenti pubblici. E non mi si venga a dire che i dipendenti pubblici sono mediocri, perché non è così: ho incontrato nel nostro Comune dipendenti, a tutti i livelli, di altissimo livello e di notevole spessore professionale. Ovviamente non tutti lo sono, ma, ancora una volta, non facciamo di ogni erba un fascio”.

Ed ecco l’affondo del primo cittadino: “Infine, quando parlate di spesa pubblica da limare – ha concluso - volete fare sapere che in questi cinque anni l’organico del Comune di Bassano è diminuito del dieci per cento con un risparmio di oltre 1.470.000 euro l’anno? Vi pare poco? Ed il debito, diminuito di quasi tredici milioni, contro un aumento di oltre 40 nel decennio precedente non è da considerare un fatto positivo? Certo, si può sempre fare di più e meglio, ma sarebbe bene, soprattutto se ci si considera imprenditori, distinguere tra chi opera bene e chi, invece, merita di essere messo alla berlina.

Meditate, cari amici, meditate e non fate di ogni erba un fascio, non siate qualunquisti, perché altrimenti proprio quelli che ci mettono maggior impegno saranno i primi a non volerne più sapere di impegnarsi per la collettività per poi essere messi sullo stesso piano di chi, invece, si impegna solo per se stesso e per i suoi amici”.

Cimatti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dopo la risposta del sindaco, il presidente della Confcommercio bassanese, Luca Chenet, aggiusta il tiro: “Quella conferenza stampa riguardava la manifestazione svolta a Roma – chiarisce – per cui il mio riferimento riguardava quei dirigenti, a livello nazionale, che non sanno fare il loro dovere come Sono d’accordo con il sindaco che non si deve fare di ogni erba un fascio, però è vero che ce ne sono di quelli, inamovibili, che non si comportano come dovrebbero. Nel mio intervento non voleva esserci nessun riferimento ai dirigenti degli enti comunali del nostro territorio. Mi sono già incontrato con il sindaco Cimatti ed ho avuto modo di spiegargli il significato delle mie parole”.

-Qualcuno aveva inteso il suo intervento come una conferma alle voci che circolano da molto tempo sulla sua candidatura a sindaco della città, nonostante i suoi ripetuti dinieghi.

“Ripeto e sottolineo che, nonostante le sollecitazioni che ho avuto e che continuo ad avere, il mio no ad una candidatura a sindaco è definitiva e, principalmente, per motivi legati al mio lavoro”.

-Nei tempi d’oro della Dc, la categoria dei commercianti bassanesi sosteneva un proprio candidato, lei pensa che sia possibile farlo anche per queste amministrative?

“Può essere se si riuscisse ad individuare una persona capace di interpretare le nostre esigenze, ma il fatto è che, fino ad ora, ad eccezione di Maria Nives Stevan, non abbiamo ancora nessun candidato da poter conoscere e sul quale, eventualmente, porre la nostra fiducia e, conseguentemente, non conosciamo ancora nessun programma”.

 

 



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