NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Ancora in parete, ma alla ricerca di che cosa?

Ci sono motivazioni varie per avvicinarsi all'alpinismo e diventare scalatori: cerchiamo di capire qual è il limite oltre il quale non si dovrebbe andare e quali sono invece le possibilità dei fuoriclasse perché Mario Vielmo è da questo punto di vista una vedette mondiale

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Ancora in parete, ma alla ricerca di che cosa?

(g. ar.)- Quando verso la fine degli anni Trenta Gino Soldà in compagnia del suo fidatissimo compagno di cordata Ernesto Conforto affrontò la parete nord del Sassolungo non poteva certo immaginare come sarebbe andata. Il fatto è che quella scalata in coppia rimane ancora oggi come una specie di punta mitica a cui fare riferimento quando si parla di alpinismo e di alpinisti anche ai nostri giorni.

Quella salita al Sassolungo, circa 900 metri di parete a strapiombo, ad un certo punto presentò una difficoltà del tutto imprevedibile: il freddo e le mani gelate fecero scivolare giù fino alla base della parete il cordino a cui erano fissati i chiodi ed i moschettoni. Impossibile continuare anche se alla vetta mancavano meno di un centinaio di metri. Senza sicurezza non si va, era la regola di Gino Soldà, per cui la decisione venne presa subito e concordemente: si torna alla base. E da quel momento in poi la storia dell'alpinismo si arricchì di un altro capitolo, del tutto inedito, a cui davvero si fa fatica a credere ancora oggi, dopo tanti anni. Soldà e Conforto tornarono al punto di partenza con la tecnica del gambero, in retromarcia, sfruttando la via che avevano appena aperto e sulla quale c'erano chiodi, moschettoni e sicurezze. L'impresa andò a buon fine. Quando finalmente riuscirono a riportare i piedi a terra e guardarono in su si resero conto di aver fatto qualcosa di veramente importante. Non erano personaggi da vanterie, ma dopo un po' si seppe come erano andate le cose. Soldà e Conforto promisero ai loro interlocutori che di lì a un paio di settimane sarebbero tornati sul Sassolungo, ma per andare fino a destinazione. E la promessa venne mantenuta scrupolosamente e puntualmente.

Ancora in parete, ma alla ricerca di che cosa? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Questa citazione riportata su molti libri, compreso un breve resoconto tecnico/storico di Reinhold Messner, serve in qualche modo anche a ripetersi quella domanda che sempre accompagna la sorpresa, la meraviglia, perfino l'incredulità di chi in montagna ci va a passeggiare, per semplice gusto estetico o solo in cerca di aria migliore. La domanda è: ma perché lo fanno? o meglio ancora: chi gliela fa fare?

Quando si parla di vero alpinismo, diventato oggi una sfida continua alle punte più estreme della possibilità di sopravvivere ad un ambiente totalmente ostile all'uomo, è evidente che si entra in un mondo perfino misterioso i cui punti di riferimento sono come minimo anomali per chi vive normalmente con i piedi a terra e ogni giorno si confronta con un'altra fatica di vivere e sopravvivere, quella dei più usuali problemi di esistenza e di convivenza con gli altri, come il lavoro, la famiglia, le beghe quotidiane, eccetera. Proprio qui sta il punto: come conciliare queste esperienze normali a quelle altre in cui il protagonista è ancora e sempre l'uomo, ma sicuramente con un diverso dispendio di energie, a partire da quelle nervose.

Di montagna e di imprese straordinarie che attorno alla montagna continuano a ruotare incessantemente abbiamo parlato per IN PIAZZA Silvio REFFO, Claudio TESSAROLO e Mario VIELMO. Ci doveva essere anche Anna Lisa Fioretti che accompagna Mario Vielmo come compagna di cordata, ma un malore l'ha tenuta lontano: i due sono comunque sempre protagonisti in questa specialità che da sempre ha superato i limiti della pratica sportiva per diventare vero e proprio professionismo: Mario Vielmo sta preparando una nuova spedizione che lo porterà in Himalaya alla ricerca di quello che dovrebbe diventare un autentico record mondiale e cioè la conquista di altre due vette, vale a dire la quota di undici Ottomila all'attivo. Silvio Reffo è uno specialista del climbing sportivo, vicecampione italiano del 2013 oltre che documentatore di valore. Claudio Tessarolo, vice caporedattore del Giornale di Vicenza è un protagonista in prima persona dell'alpinismo che pratica regolarmente a seconda dei livelli che si permette di raggiungere creando poi cronache per i suoi libri. Cerchiamo di capire perché il fascino del rischio sia ancora così legato alla vita di queste persone: che cosa cercano in realtà?



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