NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Come è cambiato il mestiere di sindaco?

Con cinque ex amministratori protagonisti tra il 1960 ed il 2004 cerchiamo di capire le sfumature che non si percepiscono in un ruolo fondamentale per la vita pubblica locale eppure sottoposto a difficoltà crescenti sul piano finanziario e della gestione dei servizi

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Come è cambiato il mestiere di sindaco?

 

(g. ar.)- Il mestiere di sindaco è tra i più complicati che si possa immaginare anche a fronte di una legge che con l'affermazione a maggioranza permette ad una amministrazione di governare in discreta sicurezza. Ma il fatto è che le difficoltà economiche scandite dalla crisi che ha colpito l'Italia a partire dal 2008 fanno sì che il problema di far tornare i conti sia sempre e comunque pesante, di difficile soluzione. Né si può pensare che le amministrazioni possano rimediare con il ricorso ad imposte nuove e sicuramente sgradite alla gente già in abbondanza bersagliata da un sistema di tassazione che è di fatto il più pesante in Europa.

L'alternativa per i sindaci dunque non c'è o al massimo è lontanissima dall'essere trovata e naturalmente spetta ai Comuni, senza alcun aiuto, risolvere la loro questione che si risolve generalmente nel taglio di spesa, dato che i soldi non si fabbricano. Diminuire la spesa significa in poche parole ridurre i servizi ed in particolare significa andare a pesare sul settore sociale in termini quanto meno allarmanti perchè le aspettative delle fasce di popolazione più deboli sono giustamente orientate a quella che viene normalmente definita "spesa storica": la richiesta in generale è quella di mantenere i livelli di assistenza così come sono stati previsti in questi ultimi anni. Purtroppo di fronte a questa situazione di crisi e all'obbligo per i Comuni di non toccare le loro riserve di denaro il meno che si possa pensare è che il calo nell'intensità dei servizi se non nella loro qualità è prevedibile.

Come è cambiato il mestiere di sindaco? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)In questo periodo ci troviamo tra l'altro alla vigilia di un appuntamento elettorale particolarmente importante anche per il numero delle amministrazioni che cambieranno. Ci sono un'ottantina di amministrazioni comunali che vanno a scadenza nei prossimi due mesi e per le quali si stanno preparando le elezioni, questa è la realtà. Il patto di stabilità, come già sottolineato poco fa, impedisce di fatto a tutti i sindaci di poter utilizzare il denaro pur contenuto nelle casse comunali e le loro difficoltà salgono in proporzione perchè appunto ad andarci di mezzo sono soprattutto i servizi che i Comuni riescono ancora a fornire con evidenti minori possibilità di spesa e impegno nel settore sociale.

Ai sindaci abbiamo dedicato l'ultima puntata di IN PIAZZA che ha messo a confronto con la situazione attuale quella di tanti anni fa, almeno una ventina, quando tutto pareva più semplice. Ma era davvero più semplice? Negli anni settanta e ottanta, a fronte anche della legislazione anti inquinamento, molti sindaci lavoravano con grandi difficoltà ed ancora più grandi incertezze, al punto che molti di loro, tra il serio e l'ironia, dicevano di saper bene di trovarsi in una condizione particolare, cioè... in libertà provvisoria.

E tuttavia è anche vero che se torniamo alla situazione di trenta o quaranta anni fa era tutto il quadro generale molto differente rispetto a quello di oggi. Vicenza ha avuto contemporaneamente anche otto parlamentari, ha avuto un presidente del consiglio, ha avuto ministri e sottosegretari, e così è stato per il Veneto. La forza d'urto di quel gruppo era evidentemente notevole e la sua capacità di incidere a livello nazionale sulle politiche di investimento nelle aree locali era molto forte, in grado di ottenere risultati importanti per le aspettative locali. Ora non ci sono più i vari Rumor, Dal Maso, Treu, ecc. ed il risultato è che la rappresentanza politica veneta e vicentina in parlamento non ha la minima possibilità di ricreare quelle condizioni e quei risultati

A IN PIAZZA abbiamo parlato di tutto questo con la partecipazione di cinque vecchi sindaci dei tempi d'oro e cioè: BRUNO SCALZERI sindaco di Pedemonte dal 1960 al 2004 e presidente della Comunità Montana Alto Astico Posina dal 1999 al 2004, FRANCESCO DAL CASTELLO sindaco di Cogollo del Cengio per tre mandati tra il 1979 e l'88 per complessivi 14 anni, GIOVANNI SELLA sindaco di Laghi dall'82 al 90, UGO CERVO sindaco di Posina dall'80 al 90 e LORENZO MENEGHINI già consigliere e assessore e poi sindaco di Arsiero dall'80 all'85.

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