NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Robotica, boom a scuola e nelle aziende

Alla scoperta di uno dei settori destinati a trainare l'intera economia mondiale nel medio-lungo periodo. Buone prospettive per quanto riguarda l'occupazione, ma anche a livello scolastico c'è molto interesse

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Robotica, boom a scuola e nelle aziende

 

(C.R.) Nella maggior parte dei dizionari e motori di ricerca la robotica viene indicata "la disciplina dell'ingegneria che studia e sviluppa metodi che permettano a un robot di eseguire dei compiti specifici riproducendo il lavoro umano". Una spiegazione magari sin troppo schematica ma che dà l'idea delle grandi potenzialità di sviluppo della robotica anche in settori, come quello della medicina, sino a pochi anni fa sconosciuti. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto approfondire il tema sentendo il presidente dell'Itt Chilesotti di Thiene, un docente dell'università di Vicenza, il presidente di categoria di Confindustria Vicenza e il fondatore della più importante azienda vicentina del settore.

 

Luigi Dappiano, preside dell'Itts "Chilesotti" di Thiene: «Robotica sempre più importante, molto buone le prospettive di occupazione»

RobotChilesotti1 (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)In attesa di confrontarsi tra qualche anno con il mondo del lavoro, anche in questa annata scolastica gli studenti dell'istituto tecnico tecnologico "Chilesotti" di Thiene hanno ottenuto risultati brillantissimi nella competizione nazionale di robotica, tenutasi a Pontedera (Pisa) dal 9 al 12 aprile. Nella categoria "Rescue A" (lavoro di salvataggio, ndr.), in cui si sono confrontate 44 squadre provenienti da tutta Italia, la squadra (classe terza) formata dagli studenti Matteo Nardi, Lorenzo Parise e Francesco Savona, ha raggiunto il primo posto nella classifica finale, ottenendo così anche la qualificazione al campionato mondiale che si terrà a luglio a João Pessoa, in Brasile. Per la scuola si apre ora una fase di valutazione e verifica delle risorse, per poter sciogliere la riserva e confermare la partecipazione dei propri studenti alla gara mondiale. Una scelta legata soprattutto agli alti costi: da sottolineare che la realizzazione dei robot e la trasferta a Pontedera (che ha visto protagonisti altri team dell'istituto thienese) sono state rese possibili anche grazie al sostegno economico di aziende, associazioni e singoli privati, che hanno riconosciuto la validità del progetto del "Chilesotti" e hanno così inteso parteciparvi in modo attivo.

RobotChilesotti2 (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Al di là dello scudetto tricolore, per usare un gergo sportivo, abbiamo cercato di capire con il preside dell'istituto tecnico tecnologico, Luigi Dappiano, le prospettive di lavoro per questi studenti. «Sono molto buone - assicura il professor Dappiano, presente a Pontedera con i suoi studenti - diciamo che nell'arco massimo di un anno tutti i nostri diplomati riescono a trovare un'occupazione, in un momento non facile per nessun settore. Nel nostro istituto la robotica, che a livello scolastico fa parte dell'automazione, viene portata avanti nel triennio di specializzazione di elettronica, indirizzo storico della nostra scuola (l'altro è quello altrettanto prestigioso di informatica, ndr.). Attualmente nell'ultimo anno abbiamo due classi di ciascun indirizzo, per un totale di 80 studenti, quasi equamente distribuiti. Nel quarto anno abbiamo anche una classe di logistica, dove a sua volta l'automazione ha un valore importante, con il primo gruppo di studenti si diplomerà nel giugno 2015».

E gli studenti del "Chilesotti" che scelte fanno una volta diplomati? A rispondere è lo stesso preside: «Una parte di loro si iscrive ad ingegneria, elettronica a Padova e gestionale a Vicenza, ma negli ultimi anni diversi di loro si sono indirizzati verso l'Istituto tecnico superiore, a Pordenone per l'elettronica e all'Iti "Rossi" di Vicenza per la meccatronica, dove il 40% del corso di studi riguarda stage aziendali. I rimanenti cercano subito un lavoro, con prospettive come detto, molto buone».

01chilesotti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

 

Roberto Caracciolo, docente all'Università di Vicenza: «Il robot usato anche in medicina: nella radioterapia ha una precisione di decimi di millimetro»

«Una volta un imprenditore acquistava il robot e magari lo stesso finiva in un magazzino, perché non si aveva ben chiaro l'utilizzo. Adesso ci sono innumerevoli applicazioni per fare robotica, sempre più di qualità e sempre più raffinate. Al punto che ora il robot fa un mestiere difficile e fatto bene». A parlare è il professor Roberto Caracciolo, docente di meccatronica e automazione all'Università di Vicenza, dove nella facoltà di ingegneria gestionale gli studenti alternano lezioni a stage nelle aziende, sparse nel territorio.

«La robotica è nata oltre 30 anni fa - spiega il professor Caracciolo - con l'utilizzo ad esempio per la costruzione alla Fiat della "Uno" e contemporaneamente nelle macchine utensili. Con il passare degli anni ha poi trovato applicazione in vari settori, ad esempio nell'industria elettronica e in quella alimentare per il confezionamento di prodotti vari, come può essere ad esempio una merendina. Lo sviluppo enorme è legato soprattutto al fatto che anche nell'industria meccanica ora il robot lavora in accoppiata con altri macchinari, ad esempio le presse. In termine tecnico diciamo che il robot è flessibile per chi lo vende, ma ora all'interno di una stessa azienda viene utilizzato in più applicazioni e quindi registra una sempre maggiore importanza».

Tra le grandi conquiste della robotica il fatto di venire utilizzato anche nel settore medico, con procedure senza più sofisticate e in ambiti sempre più vasti. «Proprio l'utilizzo in medicina - precisa il professor Caracciolo - la dice lunga sullo sviluppo che potrà avere il robot anche in futuro e la sua importanza. Nella medicina c'è un interesse nella radiochirurgia e nella radioterapia, dove c'è bisogno di fare posizionamenti molto precisi, nell'ordine dei decimi di millimetri. In casi particolarmente delicati, come si può intuire, l'obiettivo è quello di irradiare una massa tumorale senza toccare la parte sana, quindi con una precisione estrema nella posizione e nella direzione».

«Noi all'Università di Vicenza - precisa il docente, che a sua volta evidenzia le prospettive a livello occupazionale - studiamo le varie applicazioni avanzate nel mondo della macchina automatica e dell'automazione anche ad elevata velocità. Ad esempio ci stiamo interessando di saldatura ad ultrasuoni sia per il mondo dell'automotive che per quello alimentare, ma anche di innovazione logistica. Lo sviluppo nel mondo del lavoro? La meccatronica e la robotica avrebbero bisogno di più studenti, noi abbiamo la possibilità di collocare un numero maggiore di persone, i nostri laureati sanno dove andare a lavorare ancora prima di laurearsi. Siamo sicuri di aver messo in piedi un percorso all'avanguardia che di questi tempi è, come si dice, "tanta roba" perché non è così dappertutto. E invece che c'è una grande necessità di ingegneri preparati in questo settore».

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