NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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“Neda wants to die”

The World Bank Art Program
D.C. Campus - Washington
Chiude il 18 luglio 2014

di Maria Lucia Ferraguti

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“Neda wants to die”

“Neda wants to die” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)L’arte testimonia il fenomeno globale della violenza sulle donne: “Neda wants to die” “Neda vuole morire” è il titolo della mostra a cura della vicentina Marina Galvani, da anni art curator di The World Bank Art Program. L’esposizione s’inserisce da evento nel percorso espositivo dall’inquietante titolo “1x3”: secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità una donna su tre subisce violenza in palese deroga dei diritti umani. Cosa ci vuole per indignarsi? dall’esortazione si arriva all’esito di un lavoro iniziato due anni fa, che conduce con delicatezza attraverso la fotografia di Hanifa Alizada, artista afgana, sulla via della denuncia sentita da artisti provenienti da tutto il mondo. Il tema della vita offesa ed umiliata nella perdita della dignità è delicatamente presente nelle immagini in bianco e nero”.

Corpi devastati da sofferenze fisiche e morali, volti celati dalla vergogna e dalla repressione, discriminazioni accettate passivamente, infanzia e identità violate: “1x 3” non ricorre a immagini esplicite di violenza ma ognuna delle sue opere sussurra, grida, gronda di lacrime e di sangue e chiama tutti noi all’azione.” I volti di bambine sfigurati nei ritratti della sudafricana Penny Siopsis hanno sguardi abbassati, le ragazze hanno visi alterati dalle percosse nelle immagini dell’afgana Hanifa Alizada..

Marina Galvani curatrice dell’”Art Program” della Banca Mondiale ha voluto fortemente la mostra e l’ha realizzata creando consensi in un’ istituzione globale, con oltre 10 mila dipendenti e 188 Paesi membri. Un’ulteriore testimonianza partecipativa arriva da una programmazione teatrale “Ferite a morte”, dove le italiane Serena Dandini e Maura Misiti in monologhi danno voce alla violenza subita raccontata attraverso lettere immaginarie. Si unisce in “Neda vuole morire” l’italiano Luigi Laraia, con uno spettacolo che conduce agli effetti devastanti della violenza nei conflitti armati. La World Bank Group lavora insieme con governi e società civili dei paesi membri e con altri partner di sviluppo per garantire che ogni cittadino –uomo o donna-possa vivere libero dalla violenza e dalla paura di essa. L’arte contribuisce a una diffusa consapevolezza sociale, impedendoci di dimenticare e di diventare acquiescenti.

Marina Galvani ha un passato in istituzioni culturali come il Kunsthistorisches Museum a Vienna, il Museo  del Prado a Madrid, le Gallerie dell’Accademia a Venezia e la National Gallery of Art di Washington.La sua idea è quella di sviluppare una mostra itinerante nel mondo “portandola in centri decisionali come il Parlamento Europeo o l’Unesco, ma anche in Paesi in via di sviluppo…Stiamo iniziando a lavorarci. Ho incontrato anche Emma Bonino per esplorare potenziali collaborazioni…”.



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