Andrea Marchesini nella sua storia personale e d’artista inserisce tra i viaggi quelli legati al mondo dell’arte. Negli anni ha visitato Gallerie e musei, gallerie d’arte che l’hanno condotto ad arricchire ed a differenziare le scelte personali.
Ricorda il dilagare silente della luminosità di Turner sfuggevole ed infinita, l’intensità di Van Gogh ed ha approfondito la conoscenza dei maestri fino a giungere ad una pittura nuova, autenticamente originale. Dipinti dalle grandi dimensioni aprono a d una pittura, intensa ed appassionata; la materia e il colore entrano nello spazio della tela in tensione ed un nomade segno curvilineo, carico d’energia s’assoggetta all’imprevisto, dell’’intima emozione. Così spessori cromatici ricchi di polveri e polvere di vetro. di smalti e gesso, polvere di metallo, modulano l’andamento della creatività, tra tensioni improvvise e lievi cedimenti, di un colore pulsante verde, blu, dell’improvviso ingresso del nero e richiami di antiche preziosità nell’evidenza dell’oro. Un gesto istintivo conduce al significato espressivo della pittura del tutto insolita, slegata da ogni realtà, più vicina al sentire lontano ed interiore, d’esperienze e di conoscenze rese da uno stile informale così diretto e dal legame con l’espressionismo. Marchesini nel 2013 ha esposto su invito di Giuliano Menato a Sarego nell’annuale appuntamento estivo dedicato all’arte e prima ancora all’Accademia di S. Agostino (2003-2004), quindi tra le diverse esposizioni a Pergine (TR) con l’Associazione AMACi in collettiva, ed a Venezia al palazzo Priuli Bon.
Andrea Marchesini figlio di Etta Scotti condivide con lei lo spazio espositivo di villa Barbarigo. Scotti presenta alcuni ritratti e delle maschere, avvalendosi di conoscenze ed esperienze protratte nel tempo con un’intensità e sincerità che appartiene alla sua natura. Diciottenne vince il primo premio e la Medaglia d’oro alla Mostra d'Arte degli Studenti Italiani, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma nel percorso artistico successivo ha modo di frequentare e di incontrare personaggi noti dello spettacolo, sviluppando una galleria insolita di ritratti, dove entrano i volti fra altri di Valeria Moriconi e Paola Quattrini. Alle forti personalità delle attrici Scotti dona un’interpretazione squisitamente femminile: attenta alla fisiognomica dei volti, trasferisce n un segno sciolto capace nello scorrere di trasformare la loro grandezza in naturalezza. Una naturalezza immediata, che filtra la realtà aderente professionalmente alle passioni e alle vicende della vita, senza tradirla, in leggerezza e sofficità variopinta. l’esperienza non si ferma in quanto per le ricerche condotte sulle culture popolari presso il Musée de l'Homme a Parigi, conducono Scotti ad interpretare maschere popolari e teatrini, ricchi di una loro forza suggestiva. Scompone i volti e quindi li ricompone fra richiami storici e suggestioni ancestrali. alcuni volti nella loro forma richiamano all’antico mito della donazione di maschere dalla parte degli dei all’umanità. Scotti ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero ed opere sue si trovano nella Collezione Magnani, Collezione Sacis RAI, la Collezione Intercontinentale Assicurazioni, nella
Collezione dell'Ambasciata Italiana di Stoccolma.