NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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’99 Rico va alla guerra

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Mi Rifugio in tour 2014

Questa edizione avrà un format diverso dal solito: perché questa scelta?

"Ogni anno con il Tour porto nei rifugi delle Piccole Dolomiti le mie canzoni, simbolo di un modo di pensare e di vivere la vita con semplicità. Attraverso il concerto, gli artisti ospiti della giornata, voglio regalare al pubblico l'energia che si crea con la fusione delle arti. Così, mi è sembrato naturale quest'anno concentrare il messaggio su coloro che hanno vissuto, tempo addietro, i nostri stessi luoghi (quelli del tour) in modo diverso: la guerra forgia una visione differente della vita, più cupa e dura. Attraverso lo spettacolo, dunque, ricordiamo il tempo di amarezza e portiamo un messaggio di speranza per il futuro, che quello che ha colorato questi monti sia solo un ricordo e non un evento che si può ripetere".

Mi Rifugio in tour 2014 (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Lo spettacolo sarà dedicato al centenario della Grande Guerra, qual è il tuo pensiero su questo tema storico?

"La scelta di dire no alle armi è radicata in me da sempre: a diciotto anni ho scelto di rifiutare il servizio militare di leva obbligatorio e di scegliere l'obiezione di coscienza. È venuto naturale l'esigenza di raccontare la Guerra, l'orrore che porta con sé e la speranza di poter vivere in un mondo dove la pace e il rispetto per l'altro siano fondamenti della civiltà. Ho chiesto a Marco Artusi (l'attore professionista in scena), Roberto Dalla Vecchia e Carla Cavaliere (musicisti) di aiutarmi in questo. Da qui è nato lo spettacolo teatrale-musicale. Le parole e la musica mandano una richiesta di ascolto: la guerra distrugge l'animo umano, crea mostri che vagano solitari in terre che non riconoscono più perché bagnate da un sangue che porta il nome di più nazioni. Se il soldato si riconoscesse nell'altro, il quale dovrebbe essere il suo nemico, non sarebbe in balia del fato come lo è lui. Solo il rispetto e la condivisione possono creare un'unità che genera una nuova energia riparatrice".

Coi tuoi spettacoli hai girato in lungo e in largo le montagne vicentino e non: che rapporto hai con la natura?

"Abito ai piedi del monte Summano, lo conosco come le mie tasche, custode di speranze e segreti. Ho una naturale abitudine a salire il monte per elevarmi, per staccarmi dalla confusione non naturale delle nostre città, della tecnologia. Per conoscermi ricerco il silenzio. E la salita, com'è l'andare per monti, ti costringe a vedere più chiaramente qual è la direzione che stai prendendo senza troppe bugie. Ti eleva passo dopo passo ma sempre con lo scarpone ben piantato per terra. La Natura è la parte più intima di me, quella a cui non posso mentire. Quando la incontro e la vivo diviene chiaro immediatamente che faccio parte anche io di questo Tutto. Mentre le cose costruite, le meccaniche, no".

Un po' come i concerti trentini dei Suoni delle Dolomiti, anche i tuoi spettacoli sono a cielo aperto tra le montagne: che tipo di emozione vive un musicista (e uno spettatore) a differenza di un concerto al chiuso o in un luogo circoscritto?

"La prima differenza consiste nel luogo: quello di questi concerti è un luogo di arrivo dato che richiede un percorso per arrivarci. Di solito si fa fatica e l'arrivo è solo una parte del cammino. La seconda è che nei rifugi sei in cima ai monti, vicino al cielo. In mezzo alle nuvole. La cosa speciale è che la fatica ma anche il piacere di condividere l'arte si fanno assieme, musicista e spettatore, senza nessuna differenza; entrambi si accorgono che la musica è una bellezza estrema oltre la quale non si può andare. La musica va oltre tutto. E in quei luoghi ciò diviene più chiaro, te ne rendi perfettamente conto".

Siamo al fatidico settimo anno... facciamo un bilancio del tour fino ad oggi?

"Sono già trascorsi sette anni?! Non me ne rendo conto. In un'intervista televisiva mi hanno chiesto di definire il Tour. La mia risposta è stata: 'Un incontro di anime in cima ai monti'. La gioia che regala l'incontro è così grande che aumenta ogni anno: non solo perché le persone che accorrono sono sempre di più, ma anche perché lo stile e il calibro degli artisti che vengono a condividere questa fatica è sempre più di qualità. Non posso che non essere felice di questo".

Mi Rifugio in tour 2014 (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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