NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Ciclopista del Brenta, e il progetto dove è?

In tanti a parole, con idee e con qualche iniziativa dicono di volere un collegamento ciclabile Piovega-Bassano, ma alla resa dei conti dell’ipotesi non esiste uno straccio di progetto. Intanto la due ruote ferma anche la Monaco-Venezia se ne riparlerà nel 2015

di Gianni Celi

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ciclopista

Chissà per quanti anni ancora dovremmo sentire parlare di quella benedetta ciclabile che dovrebbe unire località Piovega di sotto, in Comune di Enego (trattoria Cornale), a Bassano per favorire un turismo cicloturistico che sta portando milioni di euro al Trentino con la ciclabile della Valsugana. Purtroppo sono tanti i soggetti che hanno speso parole per quest’opera, ma di fatto a mancare sono i soldi e non solo. In tanti anni di chiacchiere non è stato presentato un progetto che sia uno attorno al quale poter discutere di cifre. Ciclopista in sinistra o in destra Brenta? Anzitutto è questo l’interrogativo più importante al quale dare risposta. Cominciamo dal dire che una ciclopista come Dio comanda, partendo dalla Piovega, richiederebbe un esborso che, con i tempi che corrono, nessun ente sarebbe in grado di onorare per il semplice motivo che per arrivare dalla Piovega di sotto a Valstagna si dovrebbe costeggiare il fiume con una passerella sospesa come quel brevissimo tratto, tanto per capirci, esistente sulla ciclabile del Brenta dalla Piovega a prima di località Pianello. Per quanto riguarda poi la prosecuzione da Valstagna a Bassano la ciclabile dovrebbe superare tutta una serie di ostacoli di carattere burocratico non da poco dovendo toccare decine e decine di proprietà private. Pensiamo soltanto a quel tratto di sentiero da Campese a Bassano, costato non poco, e che le brentane ricorrenti trasformano in un letto di torrente difficile da superare anche a piedi. Pensare di trovare i soldi, qui da noi, per una ciclabile come quella trentina, per il momento, è impensabile a meno che non si voglia perdere tempo a parlare dei massimi sistemi della finanza locale e regionale.

Per offrire un percorso fattibile e il meno trafficato possibile allora, non rimane ch e una soluzione e cioè far viaggiare le bici da Piovega di sotto a Valstagna lungo la comunale Valgadena. Da qui si potrebbe attraversare il Brenta e, con il successivo semaforo, la statale della Valsugana e salire a Carpanè verso la vecchia strada. Riadattando poi la ciclabile, chiusa per timore di frane, si potrebbe arrivare a San Nazario e proseguire quindi fino a Solagna. Subito dopo questo abitato, in località Torre, si potrebbe prendere la carrareccia che porta (fra il Comune di Solagna e quello di Pove) fino all’altezza della chiesetta di San Bartolomeo. Da questo punto, il Comune di Bassano ha pronto il progetto di una ciclopedonale che attraversi il Brenta arrivando alla frazione di Sant’Eusebio da dove, per la vecchia provinciale, si può raggiungere il Ponte Vecchio.

ciclopista (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“Certo che fino ad ora –ci spiega il segretario di Italia nostra, architetto Carmine Abate – non è stato redatto, che io sappia, alcun progetto degno di tal nome e cioè con tanto di indicazioni su passaggi, incroci, deviazioni, costi e quant’altro”. Niente di niente quindi, solo parole. Sta decollando, invece, il progetto dell’architetto Carmine Abate dalla frazione bassanese di San Lazzaro, fino a Pozzoleone. La Regione ha già finanziato il progetto, lanciato anni addietro, con il titolo “fra cardini e decumani”, seguendo l’antica centuriazione romana. “Il progetto – afferma Abate – segue il Brenta da San Lazzaro fino al ponte che porta quindi a Nove e, da qui, raggiunge Pozzoleone. Il finanziamento per la sistemazione dell’esistente, è stato concesso all’associazione “Terre del Brenta” che coinvolge cinque comuni: Bassano, Nove, Cartigliano, Tezze e Pozzoleone”.

Mentre si resta in attesa di concretezze per una ciclabile diretta al mare, torniamo a quell’iniziativa di cui abbiamo avuto modo altre volte di parlare e cioè la famosa “Monaco-Venezia”.

Doveva essere questo l’anno dell’ulteriore rilancio della proposta che da circa un decennio è stata osannata da sportivi, da imprenditori, da pubblici amministratori, da politici ed invece la “Transalpina Bike”, nata per favorire un percorso cicloturistico di 567 chilometri da Monaco di Baviera a Venezia, quest’anno non si farà. Lo aveva già annunciato, a dire il vero, il presidente uscente del Panathlon bassanese, Giuseppe Parolin, ancora in marzo, ma poi la macchina organizzativa, per portarla a compimento si era mossa alla grande.

ciclopista (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Vediamo, in rapida carrellata, la storia di questa iniziativa. Nel 2005 Aldo Perin, socio del Panathlon locale nonché ex agonista del Veloce Club Bassano, aveva portato la prima pattuglia di panathleti ed amici in Baviera per lanciare l’idea di un itinerario che unisse la Germania del sud al Veneto, partendo dal capoluogo di quella regione fino ad approdare sulle rive dell’Adriatico, a Venezia. Perin aveva coinvolto nell’operazione i club del Panathlon interessati al passaggio della Transalpina e gli amministratori pubblici. Ad ogni tappa, infatti, si ripeteva l’incontro con le autorità del luogo per sensibilizzarle sulla validità dell’iniziativa. Erano sei le tappe ideate per arrivare a Venezia: da Monaco a Mittenwald, da qui a Innsbruck, poi a Bressanone, a Trento, a Cittadella ed infine ultima tappa con arrivo a Venezia.. Dal 2005 al 2009 si sono succedute le varie edizioni con un ritorno di immagine sempre maggiore. Nel 2009 addirittura l’arrivo era avvenuto, bici alla mano, proprio in Piazza San Marco con tanto di autorità. Dopo una stasi di un paio d’anni, nel 2013 la Transalpina Bike era ripresa alla grande, grazie anche all’apporto della sezione bassanese dei Veterani dello sport, con il presidente Rino Piccoli ed il segretario Carmine Abate. Quest’anno Aldo Perin, con Piccoli e Abate, aveva cominciato da subito a tessere le fila per imprimere un nuovo slancio alla manifestazione. Sembrava che tutto corresse per il verso giusto ed invece no. Il perché viene spiegato in una lettera inviata a tutte le persone, a cominciare dal presidente internazionale del Panathlon club, Giacomo Santini, contattate da Aldo Perin per organizzare al meglio l’edizione 2014.

Ecco in sintesi che cosa hanno scritto Perin, Piccoli e Abate, per annullare l’iniziativa: “Carissimi amici,dopo il nostro incontro a Trento del 1 marzo si erano messe le basi operative per una fattiva realizzazione della Transalpina Bike 2014. Nelle successive settimane abbiamo cercato di concretizzare un programma che potesse essere interessante per questo anno: un tour che costeggiasse tutti i fiumi, da Monaco a Venezia fino al mare; l'identificazione del percorso attraverso il riconoscimento a quanti in questi mesi ci hanno chiesto di diventare "Amici della Route n.1" (alberghi, ristoranti, operatori turistici, negozi); una serie di visite guidate nei luoghi di interesse nelle varie città attraversate; le entusiasmanti prospettive delle possibili occasioni ideate dal Console italiano a Monaco dal mese di luglio a settembre (che si è detto molto dispiaciuto del rinvio poiché forse non ci sarà il prossimo anno); la possibile presenza televisiva all'interno della giornata veneziana della Regata Storica: una squadra di tre handbikers (con accompagnatori) che sarebbe partita da Monaco per raggiungere insieme agli altri Venezia. Nonostante il nostro impegno, come gruppo organizzatore, dobbiamo purtroppo dirvi che le situazioni contingenti createsi con alcuni club e l'abbandono di alcune persone al progetto, non ci hanno consentito di preparare al meglio la manifestazione per il prossimo settembre. Abbiamo così disdetto alberghi, visite guidate, conferenze stampa (Venezia e Monaco), stampa di brochure, magliette e tabelle”. 

“Ci siamo trovati in vere difficoltà di relazione con alcune persone del Panathlon che hanno criticato in maniera infondata e gratuitamente l’operato del gruppo organizzatore dell’edizione 2013 – continua la lettera - Altresì avevamo fin dai primi mesi dell’anno ricercato fondi e finanziamenti per realizzare al meglio questa edizione, ma nel momento in cui dovevamo firmare alcuni contratti pubblicitari, che ci avrebbero consentito di avviare la macchina operativa, siamo rimasti “impantanati” per due mesi perché il Panathlon bassanese non era in grado di provvedere ad assumersi una fiscalità corretta né a chiedere finanziamenti regionali. L’associazione dei Veterani dello Sport, che si era assunta tale incombenza e che aveva condiviso con grandi impiego di energie ed entusiasmi tutta la progettazione dell’evento sin dal mese di dicembre 2012, si è sentita in questo contesto criticata e perciò messa da parte (vogliamo ricordare che nella Transalpina Bike scorsa, su 20 partecipanti ben 13 erano i soci Veterani dello Sport)”. 

“Ci siamo accorti che a qualcuno non è piaciuta la “pedalata” come è stata realizzata – concludono i tre firmatari - un semplice, ma collaudato legame di vera amicizia tra popoli di nazioni diverse! Di questo ci spiace molto. E così siamo costretti, per adesso, a interrompere il nostro lavoro ed anche il vostro importante contributo ideativo e collaborativo all'iniziativa, rimandando tutto a tempi migliori. In questo contesto, recentemente, il Governatore dell'Area 1, Flavio Zampieri e la presidente del Club di Bassano, Ivana Moresco, hanno deciso di prendere in mano la situazione organizzativa ed economica, intendendo preparare in maniera diversa e più importante la "pedalata" nell'ambito delle iniziative del Panathlon. E così fin da adesso per il prossimo settembre lavoreranno per organizzare il calendario della Transalpina Bike 2015”.



nr. 30 anno XIX del 6 settembre 2014 

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