NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

E il Consiglio disse sì

Cent’anni fa, il 14 settembre, il via libera del Consiglio comunale al progetto del nuovo ponte sul Brenta, i lavori cominciarono nel maggio del 2015

di Gianni Celi

facebookStampa la pagina invia la pagina

ponte sul Brenta

Ricordare qualche momento importante della nostra storica cittadina non guasta e lo vogliamo fare nell’occasione dei cent’anni (il 14 settembre) dell’approvazione, da parte del Consiglio comunale di Bassano, della costruzione del ponte nuovo (poi ponte della Vittoria) su progetto dell’ing. Marchiori. Merita un cenno quest’opera il cui varo fu accompagnato da tutta una serie di polemiche e di divisioni nella scelta del luogo in cui questa doveva nascere. Ad unire le due sponde del Brenta, da secoli, vi era soltanto il Ponte vecchio. Gli inizi del ‘900 però assistevano ad uno sviluppo strisciante che richiedeva la realizzazione di un nuovo manufatto che attraversasse il fiume. Il problema però era dove costruirlo. Va detto anzitutto che uno dei motivi per l’apertura di un nuovo ponte era dovuta al fatto che si voleva unire la tratta ferroviaria Vicenza-Marostica-Bassano alla stazione dei treni. Il tram arrivò nel 1910 in Angarano, proprio di fronte al Ponte vecchio, ma gli abitanti di quella contrada non lo vedevano di buon occhio per via del rumore che provocavano i convogli e le fumate che invadevano le stanze dei residenti quando le finestre erano aperte (i bassanesi della riva sinistra chiamavano quelli di Angarano i “fumegài”, gli affumicati). Si pensò inizialmente di proporre il nuovo ponte a nord, ma l’idea venne subito scartata per due motivi: una di ordine estetico perché la costruzione avrebbe rovinato il panorama del Canal di Brenta e la seconda perché la salita del Margnan aveva una pendenza troppo elevata per sopportare il passaggio dei convogli. Quindi si optò per l’opera a sud. Ma dove? L’Amministrazione comunale, nel 1912, affidò l’incarico della scelta ad una commissione consultiva che, dopo alcuni mesi, consegnò la sua relazione. La maggioranza indicava l’attraversamento del fiume subito a sud del Ponte vecchio all’altezza del macello; la minoranza, invece, guidata dal consigliere Giovanni Colbacchini, voleva spostare ancora più a sud il manufatto.

“La Giunta comunale, presieduta dal sindaco Eugenio Antonibon – ricordava l’on. Rino Borin, sindaco di Bassano dal 1951 al 1956 e poi parlamentare - studiò a lungo le due proposte e, nel 1913, espose al Consiglio comunale la sua preferenza per la località cosiddetta di Palazzo rosso, a sud del macello”.

Le due località erano le uniche possibili e distavano fra loro circa 180 metri. La Giunta avrebbe scelto l’attraversamento dal macello, più vicina al Ponte vecchio, qualora si fosse deciso di abbandonare la storica struttura palladiana al proprio destino (c’era chi aveva avanzato questa sciagurata ipotesi respinta però dal Consiglio anche perché l’abbattimento del Ponte vecchio avrebbe paralizzato la vita cittadina e commerciale di una vasta zona di Bassano a destra e a sinistra del fiume).

“Dovendo rimanere il vecchio – rammentava Borin – non sembrava ragionevole costruire il nuovo ad appena 170 metri a sud dove lo voleva la commissione e dove lo volevano i commercianti di Borgo Angarano, Salita Ferracina, Piazzotto Montevecchio e Via Bellavitis. Secondo la Giunta, i commercianti non si rendevano conto che il nuovo ponte al macello, così vicino al vecchio, avrebbe sottratto gran parte della viabilità al vecchio e sarebbe stato per loro più dannoso”. La scelta di Palazzo rosso avrebbe invece sottratto meno movimento alla viabilità ed al commercio perché le strade di raccordo sarebbero divenute una specie di circonvallazione dalla quale le vie Campomarzio, Marinali e Cairoli (ora Via Roma), avrebbero agevolmente convogliato il traffico verso il centro cittadino”.

ponte sul Brenta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Si sentiva poi sempre più pressante la necessità di sgravare il centro cittadino dal traffico pesante evitando il passaggio per la tortuosa e stretta Via Ferracina, favorendo, in tal modo, lo sviluppo industriale della zona subito a sud della città.

Costruendo poi il nuovo ponte al macello il tram, per raggiungere la stazione ferroviaria, avrebbe dovuto, con grande pericolo per i cittadini e per la ristrettezza delle strade, attraversare tutto il centro della città. Se le lamentele degli abitanti di Borgo Angarano erano tanto forti, come sarebbero state quelle dei cittadini del cuore cittadino con il passaggio della “vaca mora”? C’è da aggiungere poi che in quello stesso periodo s’era fatta strada la progettazione di una linea tramviaria che, partendo da Thiene, arrivasse a Bassano con l’intento di farla poi proseguire per Asolo. Quest’idea cancellava per sempre la proposta di un ponte dal macello perché il tram non doveva superare una pendenza del tre e mezzo per cento e le eventuali curve non potevano avere un raggio inferiore ai 150 metri. Se il nuovo ponte fosse stato costruito al macello si sarebbe dovuta percorrere via Bellavitis con una pendenza del quattro e mezzo per cento e si sarebbero dovute abbattere alcune case. Dal canto loro il consigliere comunale Marco Tattara insisteva per questa soluzione affermando che costruendo il ponte più a sud si sarebbe dovuto superare la pendenza di salita Brocchi e passare davanti all’allora costruendo nuovo Duomo (l’attuale Tempio Ossario). La diatriba fra le due opposte fazioni proseguì per diverso tempo e la questione si poteva riassumere in due parole: concentramento o decentramento, ovvero un ponte che portava tutto il traffico nel centro o fuori della città.

Per la Giunta la seconda soluzione (Palazzo rosso) era favorevole al commercio, promettente per l’industrializzazione e i raccordi stradali avrebbero rappresentato una nuova via e come tale sarebbe servita a favorire lo sviluppo edilizio e, conseguentemente, un aumento della popolazione ed un incremento dei consumi. Il Consiglio comunale approvò la soluzione Palazzo rosso (quella più a sud, ovvero l’attuale) con diciassette voti favorevoli (astenuto il consigliere Tattara e contrario il consigliere Stecchini).

Il 14 settembre del 1914 il consiglio dette il via libera alla nascita di un nuovo ponte e l’otto maggio del 1915 (pochi giorni prima dell’entrata dell’Italia in guerra) iniziarono i lavori. Il primo luglio del 1917 il nuovo ponte fu aperto al traffico. Nell’aprile del 1945 fu distrutto da una serie di bombardamenti degli Alleati e, subito dopo, ricostruito così com’era dalla nuova Amministrazione comunale del dopoguerra guidata dal sindaco Giovanni Bottecchia.

Ci si accorge, ora, che anche quella quasi centenaria struttura abbisogna di un intervento così come avviene per il Ponte vecchio. Alcune parti del manufatto, anche se ricostruite poco meno di settant’anni fa, abbisognano di una ripassatina, ma le casse del Comune piangono.

 

nr. 31 anno XIX del 13 settembre 2014 



Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar