NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Il filo invisibile

Maurizia Cagnato nel suo ultimo libro indaga se effittivamente in un’altra dimensione le anime possono comunicare. Dalle pagine emerge il profondo legame con la sorella prematuramente scomparsa

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

Il filo invisibile

Il mistero della vita e della morte è da sempre per l'animo umano uno dei temi più difficili da indagare. Quel mistero è anche il protagonista del nuovo libro autobiografico di Maurizia Cagnato Il filo invisibile (Editrice Veneta, Vicenza). Presidentessa del Circolo Poeti Dialettali Vicentini, l'autrice vicentina racconta con una prosa semplice e diretta la storia vera della propria vita e del grande legame con la cara sorella prematuramente scomparsa. Cercare di capire che in un'altra dimensione le anime possono comunicare, è un concetto razionalmente irraggiungibile per chiunque. E se esistesse veramente un filo invisibile che unisce le anime? La morte di Fredy, la sorella tanto amata dalla protagonista di questa storia, lascia un vuoto che pare incolmabile. Presto vi è però la rivalsa: con speciale acutezza spirituale percepisce che vi è un Filo invisibile che lega le nostre esistenze, al di là delle apparenze, al di là di tempo e spazio.

Il filo invisibile (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)E la poetessa che è in lei scrive: Come una foglia / l'anima freme nel corpo sospeso / poi, un addormentarsi lento / sul suolo ormai freddo / nell'attesa di un prossimo risveglio. Un chiaro riferimento a quella mancanza, a quell'assenza così dolorosamente subita dopo la scomparsa della sorella, che provoca nell'animo dell'autrice una serie di riflessioni sui temi più importanti della vita e su quello che il buddhismo chiama impermanenza, vale a dire la caducità di tutte le cose terrene, compresa la vita stessa. Un concetto che ispira anche il critico letterario vicentino Gianni Giolo, il quale, nel recensire il libro di Maurizia Cagnato, cita il grande romanziere colombiano Gabriel Garcia Marquez, da poco scomparso, e la sua frase "non si è di nessun posto finché non si ha un morto sottoterra", in quanto la morte di una persona cara ci fa prendere coscienza della nostra origine, della nostra missione sulla terra, del nostro spazio e del nostro posto nel mondo.

L'incontro e l'amicizia con lo scrittore vicentino Nico Veladiano, autore di alcuni romanzi che indagano lo stesso tema, rappresenta per l'autrice quasi uno spiraglio, un barlume di luce nel mezzo dell'oscurità. La curiosità di scoprire il mistero suscitato in lei dalla lettura di quelle pagine la spinge sempre più in là, fino a diventare lei stessa una sorta di detective dell'animo umano. Cercando in se stessa, è come se cercasse anche dentro di ognuno di noi, perché ognuno, forse, in quelle pagine può ritrovare un pezzo di sé.

Il filo invisibile (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Con Maurizia ho rivissuto il momento del nostro primo incontro al Cenacolo; con emozione ella scrive di me e di tante altre belle persone che nel tempo le sono divenute amiche, grazie anche al legame prezioso che tra tutte noi aveva saputo creare, con dedizione e affetto, la nostra amata Lia Pinelli Pontello, cofondatrice e coordinatrice dell'associazione dal 1977 all'anno in cui ci ha lasciati - scrive nella prefazione intitolata Emozione e Condivisione la poetessa vicentina Ines Scarparolo - . Mi ha commosso sentire quale forte legame si era venuto a creare tra lei e Maurizia, pareva quasi che le loro anime già si conoscessero... Bruna era il primo nome di Lia, Bruna era anche il nome della madre di Maurizia. È stato ancora una volta quel Filo Invisibile a legare misteriosamente due destini? Apprezzando la sensibilità particolare della nostra poetessa, Lia le raccomandava: Maurizia, conserva sempre in cuore lo stupore per i quotidiani miracoli della vita. Vi è un punto, nel romanzo, in cui Maurizia diviene creatura universale, riuscendo, con poche semplici parole, a penetrare il mistero della Vita. Ne cito qui soltanto uno stralcio: L'assoluto silenzio, interrotto solamente dal fruscio del vento, mi fece percepire la grandezza del Creato, dove il confine è l'Infinito e su tale sfondo: il cielo, la luna, il mare, le montagne, la foresta, la natura e... io, minuscolo granello di polvere che ne faccio parte.

Ma ogni cielo terso accoglie, talora all'improvviso, i più violenti temporali. La morte di Fredy, la sorella tanto amata, lascia un vuoto che pare incolmabile nel cuore di Maurizia. Presto vi è però la rivalsa: con incredibile coraggio, anche per amore dei cari nipoti, si acuisce ancor più la sua sensibilità e con speciale acutezza spirituale percepisce che vi è un Filo Invisibile che lega le nostre esistenze, al di là delle apparenze, al di là di tempo e spazio. La Morte non è più allora la fine della vita bensì, come spiega splendidamente il critico Gianni Giolo nella sua Prefazione: La realtà invisibile in cui vivono coloro che sono trapassati da questa vita all'altra vita, di cui la nostra è solo una pallida ombra e un sogno.

Sui temi de Il filo invisibile abbiamo dialogato con l'autrice.

Il filo invisibile (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)



continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar