NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Granello di sabbia nel deserto

Amedea Mantovan Regazzo racconta nel suo ultimo libro la vicenda del padre tenente medico coinvolto nella campagna d’Africa durante la seconda guerra mondiale

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Africa

Africa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ti ho seguito mentre camminavi sulla battigia. Ho riconosciuto il tuo passo lento, ma deciso la tua testa bianca assorta nei ricordi lo sguardo teso a scrutare l’orizzonte. Eri tu? Ma la realtà è un volto sconosciuto. Tu cammini sulla battigia dell’infinito. Con questi versi toccanti e intimistici Amedea Mantovan Regazzo apre il suo recente libro 1941-1945 Africa Settentrionale - Appunti di un tenente medico del 2° reggimento artiglieria contraerei, pubblicato dalla vicentina Editrice Veneta. Vicepresidente del Circolo Poeti Dialettali Vicentini, l'autrice dedica il libro ala memoria del padre Domenico, militare medico nella campagna d'Africa durante la seconda guerra mondiale.

Spesso l’uomo si trova inserito nella Storia come inconsapevole ed involontaria pedina di fatti che trascendono ogni sua scelta, granello di sabbia nel deserto, in balìa del capriccio del vento - si legge nella premessa del libro - . Quando poi la Storia è costituita dalla tragedia della guerra e l’uomo è costretto a partecipare al massacro generale, che cosa può permettergli di non perdere la propria identità spirituale, senza lasciarsi sopraffare dall’abitudine alla violenza, e dagli istinti bestiali? Solo difendendo quanto di umano ha in sé e quanto di umano vede nei suoi simili, che con lui condividono rischi e fatiche e la precarietà di un’esistenza sempre sospesa sull’orlo del baratro, l’uomo può rimanere se stesso. E questa disperata difesa si manifesta in ogni momento delle sue responsabilità quotidiane di medico, di autista, di cuciniere, di mitragliere, di soldato; si manifesta nel tentativo di non perdere il rispetto per gli altri, di mantenere i propri interessi culturali, il gusto alla lettura, l’amore per gli animali, il piacere di coltivare i fiori, tutto quello che costituiva insomma abitudine di vita, in tempo di pace.

"Tutto il racconto - dice Mantovan - è assolutamente reale e nulla è stato inventato o romanzato. Unico escamotage, il ritrovamento dei fogli scritti da mio padre, dalla cui viva voce ho, invece, raccolto tutte le notizie. Le annotazioni sulle foto, date e località, sono autografe. Le foto erano per la maggior parte conservate in una vecchia borsa di mia madre, che mio padre stesso mi ha affidato. Mio marito, che con me ha ascoltato queste esperienze, ha insistito perché io ne prendessi nota, affinché la memoria dei fatti non andasse perduta. I documenti, contenuti in vecchi porta documenti ingialliti erano veramente sparsi a terra, dopo la “visita” dei ladri, ma forse diversamente non li avrei mai trovati. Oltre che a mio padre ed a mio marito, dedico questo mio scritto ai miei figli ed ai miei nipoti, perché nel frastuono della vita di oggi trovino un momento di pausa, per riflettere sui sacrifici di ieri".

Africa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ricco di immagini e di documenti e scritti dell'epoca, il libro è un commovente omaggio alla memoria di un uomo che ha dedicato anni della propria vita ad un ideale di Patria e di servizio, valori che forse oggi non si avvertono più come un tempo. Un feeling privato ma anche pubblico, che ogni lettore può fare proprio perché in fondo molti di noi hanno o hanno avuto parenti, nonni o genitori che hanno vissuto direttamente sulla propria pelle la tragedia inaudita di una guerra. Un sentimento che si può percepire vivamente leggendo anche altri versi, contenuti nel libro e intitolati El Alamein: Oasi fiorita di storia e di dolore nel silenzio sacrale del deserto. Qui attorno tutto perde consistenza e si scolora: io ti vedo con gli occhi di un giovane che qui ha compiuto il suo dovere di medico e di soldato con gli occhi di chi ha visto cadere i compagni qui ha perduto la libertà ed ha affrontato con cuore forte lunghi anni di prigionia. Io ti vedo con gli occhi di chi ha sostenuto con cure e determinazione i feriti portando nel cuore la struggente nostalgia dei cari lontani senza notizie, senza risorse. Io ti vedo con gli occhi di mio padre, un tenente medico di Artiglieria Contraerei.

Ad ispirarla - scrive Mario Bagnara nella prefazione - è l’innata e profonda sensibilità familiare, ravvivata dal fatto che, ritrovando fra le carte paterne appassionati e puntuali annotazioni sull’esperienza militare che egli ha vissuto durante la seconda guerra mondiale in Africa Settentrionale, sente il dovere, dopo averle riordinate dal caos di una profanatrice incursione ladresca, di riproporle a se stessa e ai suoi lettori. Una ricostruzione biografica di un periodo drammatico della storia italiana che assume subito il significato di atto d’amore verso il padre, protagonista da tenente medico... in questa cornice poetica scorrono con ritmo incalzante i vari episodi di un’avventura assurda, ma vissuta con grande dignità: dall’imbarco il 13 marzo 1941 all’abbandono della terra africana il 13 luglio 1945. Ad arricchire il diario anche il ricordo dei ricorrenti racconti del padre stesso del quale sono autografe anche le note apposte alle numerose foto storiche che, insieme con alcune riproduzioni di documenti, costituiscono un interessante apparato grafico.

Un itinerario nel deserto nord-africano che ho percorso con la fantasia accanto al Tenente Medico Domenico Mantovan - annota nell'introduzione il Generale Domenico Innecco - . L’Ufficiale con le sue note scarne, prive di retorica ma estremamente efficaci ci aiuta a capire, attraverso episodi di piccola storia, la grande storia profferta in saggi e relazioni ufficiali. Dal racconto di Mantovan ho tratto, inoltre, la conferma che l’Ufficiale compendiava ed esprimeva le belle virtù che contraddistinguevano i giovani della sua generazione: culto di valori morali, ormai divenuti desueti, quali amor di Patria e della famiglia, spirito di sacrificio, motivazione, generosità, altruismo, professionalità, senso dell’onore e del dovere. Mantovan, e lo si legge tra le righe, animato da questi valori, ha affrontato con giovanile baldanza la campagna africana facendo onore alla sua professione di medico e alla sua figura di soldato. Ma oltre alla vicenda umana del dottore la lettura mi ha colpito per l’amorevole culto del ricordo di Amedea per suo padre.

In occasione della presentazione del libro a Vicenza abbiamo incontrato l'autrice.

Africa (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

 



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