NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Troppa pioggia? Il peggio deve arrivare...

La previsione è di un autentico esperto in materia, l'uomo che firma il Poiana, cioè il documento di previsioni del tempo diventato calendario annuale - Il segreto, spiega, è nella ciclicità dei fattori: ogni 32/33 anni le stesse condizioni si ripetono - Il meteorologo: non si può prevedere oltre una settimana - Il coltivatore: impossibile sapere prima quel che succederà, non c'è segnale proveniente dai campi che possa aiutarci: combattiamo la burocrazia

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Troppa pioggia? Il peggio deve arrivare...

(g. ar.)- La questione pesantissima delle alluvioni d'autunno sta diventando quel che la cosiddetta zona Cesarini rappresentava (e ancora seppure più raramente prosegue nella tradizione) per il calcio: qualcosa che non si sa esattamente quando e dove, e neppure nelle modalità, ma di sicuro si sa che arriverà presto o tardi. Mentre si fanno i conti ancora una volta più desolanti sul costo-beneficio di difendere preventivamente il territorio e si arriva a dire che per rimediare si spendono ogni volta quattro volte i soldi che occorrerebbero per mettere in sicurezza il territorio, una volta di più è alluvione, appena ieri in Liguria, ma domani chissà... Comunque, a scanso di equivoci, le profezie oggi come oggi dicono qualcosa di assai allarmante e cioè: ha già piovuto molto e pioverà ancora di più, cosicché non abbiamo visto niente. Il peggio è tutto da venire.

Troppa pioggia? Il peggio deve arrivare... (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La Biblioteca La Vigna ha presentato Galliano Rosset appena nominato Gran Priore della Confraternita del Bacalà, ma non in tale so nuovo ruolo (succede a Walter Stefani. a sua volta arrivato alla carica dopo l'avvocato Benetazzo). Rosset è stato invitato a parlare di meteorologia, tema sul quale è fortemente coinvolto dal momento che si occupa del calendario Poiana, una specie di vangelo preparato di anno in anno con illustrazioni e grafiche varie per descrivere l'andamento del tempo di tutto l'anno. Da gennaio a dicembre il Poiana descrive settimana per settimana quel che sarà: collegandosi alle fasi lunari e tenendo conto di un ritmo storico che a quanto pare non tradisce mai, mette nero su bianco tutto: pioggia e grandinate, raccolti buoni e raccolti scadenti, veri e propri warning per sapersi poi regolare. La cosa più curiosa è che il Poiana non sbaglia mai -o quasi mai- smentendo di brutto tutte le teorie scientifiche sulla impossibilità di capirci qualcosa di questi innumerevoli capricci della meteorologia.

Ancora più rilevante è il fatto che questa tradizione affonda radici addirittura in tre secoli fa e che sulla falsariga dei pionieri dell'iniziativa, cioè Antonio Masenello e Giovanni Spello, Galliano Rosset prosegue da decenni in questo lavoro minuzioso che consiste soprattutto nel seguire passo passo l'alternarsi degli anni e dei mesi, delle settimane e dei giorni.

Troppa pioggia? Il peggio deve arrivare... (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)LE NEVICATE DEL 1918- Rosset dice di essere soltanto un trascrittore di questa profezia integrale a tutto campo, in realtà, aggiunge. si occupa di seguire la vicenda del tempo scandita da corsi e ricorsi e di corredare il calendario di quella bellissima grafica che lo caratterizza: "Diciamo che mi occupo soprattutto della parte che accompagna i fogli del calendario, i disegni e i richiami che fanno da corredo. Sembra impossibile ma il calendario esiste in quanto il tempo metereologico segue una scansione particolare ed un andamento ciclico ben controllabili da parte di chiunque abbia voglia di andare a vedere i precedenti. È provato che ogni 32/33 anni i fenomeni metereologici tornano al punto di partenza, come un punto zero da cui ricomincia tutto. Ci sono alcuni punti di riferimento preziosi che fanno da base di partenza per dimostrare la bontà di questa tesi: nel 1918 alla fine della guerra ci furono nevicate così forti e abbondanti che crearono montagne di neve e di ghiaccio. I ghiacciai delle Alpi furono talmente sommersi che coprirono tutti i forti della guerra i quali si poterono rivedere allo scoperto soltanto tra il 1950 ed il 1951, a fine ciclo, tanto per capirci, quando erano cioè trascorsi i tre decenni e qualcosa previsti dal ciclo iniziatosi nel '18. Ci sono variazioni, evidentemente, ma questo andamento ciclico è un fatto accertabile e inequivocabile. È così che va avanti il Poiana e se si ha l'impressione che non sbagli quasi mai è perché forse è proprio vero. I danni al territorio purtroppo dipendono strettamente dall'incuria dell'uomo. Quando si costringe un corso d'acqua a viaggiare in un alveo diverso o più ristretto rispetto a quello naturale quel che ci si deve aspettare è che prima o poi la natura provveda in proprio e che arrivino le alluvioni. Se poi si è fatto l'errore di costruire troppo nelle vicinanze o in prossimità dei fiumi, allora è chiaro che le conseguenze non possono che essere quelle che vediamo, cioè disastrose".

Dell'esposizione di Galliano Rosset alla Biblioteca La Vigna, il presidente Mario Bagnara dice che si è trattato di una vera e propria lectio magistralis con l'aggiunta di una capacità rara: "Galliano Rosset non è soltanto uno scienziato della sua materia che cura da decenni con un amore incredibile; è anche uno in grado di offrire spiegazioni straordinariamente chiare e affascinanti al punto da catturare con la sua bravura la più grande attenzione. Tutti quelli che hanno assistito alla sua conferenza se ne sono andati incredibilmente presi da quel che hanno sentito. Era la presentazione ufficiale di Rosset nella nostra biblioteca: credo proprio che meglio di così non poteva andare".

Troppa pioggia? Il peggio deve arrivare... (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)MA DICE IL METEREOLOGO- Ovviamente le tesi del Poiana, pur dimostrate reiteratamente dal calendario annuale che scandisce l'andamento di ciascun mese, non sono condivise da chi fa della meteorologia una scienza non empirica, ma al contrario basata su dati oggettivi offerti da una tecnologia ed una ricerca in continua crescita. Marco Rabito meteorologo che collabora con TVA Vicenza, è tuttavia molto prudente anche nel tagliare troppo con l'accetta l'empirismo del Poiana. Ammette che la meteorologia è in effetti una scienza, ma "una scienza dell'inesatto perché basata sull'elemento caotico di parametri in continua variabilità: una previsione affidabile non va oltre la settimana di analisi, mentre il tempo ideale di previsione è costituito da tre giorni. Dentro questo tempo si può fornire un'immagine affidabile della variabilità del tempo. Il problema è che basta un errore qualsiasi nell'analisi delle condizioni di un certo momento, analisi pur fondate sui dati radar e su quelli del satellite, per provocare un effetto a catena di propagazione dell'errore che al fondo del periodo di variabilità provoca un errore proporzionalmente ancora più grande, qualcosa a cui non si poteva neppure pensare all'inizio. Per quanto riguarda la nostra scienza meteorologica debbo dire che secondo me siamo praticamente al top delle possibilità in campo; oltre sarà ben difficile andare. Dipende da quel che ho detto e cioè che la possibilità di chiudere una previsione dentro parametri validi oltre un certo periodo di tempo è praticamente inesistente. Magari ci sarà ancora un progresso nella capacità scientifica di analizzare secondo questa tecnologia che comunque non si ferma qui, ma i margini di miglioramento ulteriore sono davvero stretti. Per quanto riguarda le previsioni estratte empiricamente dalle statistiche anche molto antiche debbo dire che si tratta pur sempre di elementi empirici, basati su dati storici che per nessuna equazione conosciuta possono essere ritenuti certi. Purtroppo ci si sbaglia sempre e da quel che vediamo ad ogni stagione che avanza continuiamo a commettere errori. Il problema dei danni al territorio è un altro ancora: dipende esclusivamente dalla cattiva gestione che ne ha fatto l'uomo nei decenni. Non è colpa delle perturbazioni, è colpa dell'aver voluto imbrigliare i corsi d'acqua in percorsi che non erano e non sono i loro, dell'averci costruito sopra. Le conseguenze sono inevitabilmente quelle che vediamo, la meteorologia in questo non ha alcuna responsabilità. Per evitare questi eventi bisognerebbe poter tenere sotto controllo ogni punto dell'atmosfera 24 ore al giorno e rapportare i dati ricavati con il territorio e il suo profilo orografico. Chiaramente non è possibile arrivare a tanto...".



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