NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Quattrocento pagine per “Documentare Vicenza”

Attraverso le foto della soprintendenza per i beni architettonici l’opera mostra come era Vicenza prima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale e testimonia la qualità della ricostruzione

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Documentare Vicenza

Si chiama Documentare Vicenza. Strategie di salvaguardia durante la Seconda guerra mondiale e la ricostruzione ed è una nuova, corposa e prestigiosa opera editoriale di oltre 400 pagine illustrate con immagini d’epoca in bianco e nero che presenta il risultato di una catalogazione della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Verona Rovigo e Vicenza, la quale ha recuperato dal proprio archivio fotografico, costituito da migliaia di immagini, una serie di fotografie che documentano il patrimonio architettonico di Vicenza dall’inizio del Novecento fino agli anni ’70 del secolo scorso. Il bel volume dedicato a Vicenza, curato da Franco Barbieri, Gianna Gaudini e Maristella Vecchiato, contiene i saggi degli stessi curatori oltre a quelli di Maria Elisa Avagnina, Manuela Barausse, Francesco Gasparini e Giovanni Pellizzari.

Documentare Vicenza (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)I contenuti specifici dei saggi che arricchiscono il prezioso catalogo fotografico riguardano Le costruzioni ecclesiastiche a Vicenza dopo le due guerre mondiali (Gasparini); Riflessioni sulla teoria e sulla prassi del restauro architettonico a Vicenza, a seguito degli eventi bellici della Seconda guerra mondiale (Gaudini); Il Museo civico di palazzo Chiericati durante la Seconda guerra mondiale. Documenti di una miracolosa incolumità (Avagnina); Repertorio di regesti da articoli giornalistici degli anni 1943-1948, sui bombardamenti a Vicenza e sulla ricostruzione postbellica della città (Pellizzari); Tra vecchia e nuova città (Franco Barbieri); La catalogazione dell’archivio fotografico della Soprintendenza (Vecchiato); Una città per fotogrammi - Redazione delle chiese - Criteri descrittivi delle immagini fotografiche (Barausse).

"La Soprintendenza ai monumenti di Venezia, allora competente alla tutela della città, aveva condotto, negli ultimi due anni della Seconda guerra mondiale (1944-1945), l’opera di illustrare con rigorose riprese fotografiche la consistenza dei monumenti di Vicenza, allo scopo di garantire una preziosa documentazione propedeutica agli eventuali lavori di restauro e di ricostruzione degli stessi - spiega Gianna Gaudini, Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza - . La campagna fotografica era stata condotta in ottemperanza alle disposizioni governative di tutela del patrimonio della Nazione, che erano state applicate in modo differente nelle diverse città italiane: cosicché, mentre a Verona il soprintendente Gazzola aveva dotato i monumenti più importanti delle cosiddette tutele (ossia protezioni in mattoni, pietra e sacchi di sabbia), a Vicenza il lavoro del soprintendente Forlati si era limitato alla realizzazione della sola campagna fotografica, che costituisce nel suo complesso un prezioso patrimonio documentario della città berica anteriormente alle distruzioni belliche".

Documentare Vicenza (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Attraverso un itinerario fotografico redatto da Manuela Barausse e desunto dal materiale documentario esistente all’interno della sezione del catalogo della Soprintendenza, la cui attività è diretta e coordinata da Maristella Vecchiato, il volume offre una panoramica particolarmente interessante della connotazione della città antecedente ai bombardamenti degli Alleati, che documenta, grazie anche al supporto degli atti d’archivio, i lavori della sua ricostruzione effettuati sotto il controllo della Soprintendenza di Venezia. Il catalogo fotografico è introdotto da alcuni saggi che analizzano la storia di Vicenza nel Novecento e la sua restituzione postbellica attraverso immagini, documenti d’archivio e articoli tratti dalla stampa locale.

La realizzazione del volume è stata possibile grazie anche al coinvolgimento dell'Accademia Olimpica di Vicenza. "Abbiamo sostenuto fin dall’inizio il progetto della Soprintendenza - racconta Luigi Franco Bottio, presidente dell’Accademia Olimpica - . In essa, vera e propria officina, un qualificato gruppo di lavoro vi ha dato corpo, in tante riunioni, attraverso l’esame delle fonti documentarie, il vaglio delle problematiche di realizzazione, la scelta delle modalità operative più opportune, la collaborazione degli autori, quasi tutti accademici, dei saggi che costituiscono il volume. La sinergia tra l’Accademia e la Soprintendenza non poteva essere più intensa né più fruttuosa. Al pubblico che godrà degli esiti di questa operazione mi sento di suggerire una linea di fruizione e di riflessione: nel documentare Vicenza, infatti, l’opera fa rivivere l’anima della città, quale è stata, e interroga su quale vogliamo che sia".

Bottio, nelle note introduttive all'opera, sottolinea il concetto che una città ha un’anima, perché è, a sua volta, espressione di un’anima: l’anima di una comunità che si è riunita per lavorare, per scambiarsi prodotti, merci e manufatti, per organizzare i servizi utili a tutti, ma, soprattutto, per favorire incontri, per condividere mentalità, modi di essere e di pensare, ideali da perseguire, sogni da accarezzare, per coniugare alla funzionalità il decoro e la bellezza. È per questa ragione che ogni città è diversa da un’altra: perché il suo tessuto urbanistico e architettonico è la proiezione di un peculiare tessuto umano, benché oggi, nostro malgrado, stiamo procedendo a passi ampi e veloci verso una indifferenziata massificazione.



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