L’acquerello consente a Pietro Tracca, con un po’ di colore, qualche goccia d’acqua e della carta, di concentrare l’attenzione sull’equilibrio dei colori nella ripresa di motivi che da tempo lo affascinano: scorci di città monumentali, paesaggi e il richiamo seduttivo dei mazzi di fiori. Lo appassiona la ricerca della lievità attraverso un abile pennello, adatto ad infondere in ogni immagine un richiamo alla liricità dei temi. Le città di Vicenza e di Venezia rivelano le loro superbe architetture attraverso il morbido rapporto di luci ed ombre, il risalto degli scorci e delle prospettive, che conducono a rivelare il gioco dell’ombra con la luce, l’aprirsi di passaggi rapido tra i volumi dei palazzi verso spazi che dilatano la scena; in contra’ del Monte a Vicenza la luminosità accentua il cromatismo delle pareti e rinforza il ritmo fra arcate e colonne della Basilica palladiana mentre unifica con l’architettura ed accentua, per contrasti di luce il dinamismo delle figure dei passanti. Più aperta verso lo spazio, toccata di morbide tonalità rosate, la terrazza della Basilica apre, nel risalto delle sculture, all’articolata visione sui tetti cittadini. Entra l’intensità di una luce così dilatata da esaltare le sottili variazioni dei transiti cromatici. Anche nei paesaggi esiste quel particolare equilibrio della composizione che permette, nel rapporto tra gli elementi compositivi, di ottenere il dialogo costante con la realtà. Tra questi acquerelli i viottoli tra gli alberi, i paesaggi e i viali dal percorso costeggiato da statue catturano l’attimo più intenso del giorno per tradurre l’intesa naturalistica all’equilibrio tra il colore ed il bianco della carta. Ancora, Tracca consegna la felicità del cromatismo e della luminosità ai mazzi di fiori - settembrini, ibisco, rose, cosmee ortensie, dalie, anemoni, peonie - che alimentano la vitalità felice di una pennellata veloce, trasparente per la lievità dei petali, modulata dai molti passaggi delle tonalità vegetali, variate nella leggerezza delle corolle.