NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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L’Agno a Trissino fotografato con gli occhi e il cuore

È dedicato alla sua terra il libro fotografico di Bruno Vigolo, tutte le immagini prima di essere impresse nella macchina sono entrate nella testa dell’autore

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Vigolo

Scopo di ogni fotografo è arrestare il movimento, che è vita, con mezzi artificiali, e tenerlo fermo ma in tal modo che cent’anni dopo, quando un estraneo lo guarderà, torni a muoversi, perché è vita (William Faulkner).

Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento. È un’illusione che le foto si facciano con la macchina. Si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa (Henri Cartier-Bresson).

Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare: tre concetti che riassumono l’arte della fotografia (Helmut Newton).

Con queste citazioni di notii maestri della fotografia e della cultura si apre un bel volume fotografico - Camminando lungo l’Agno a Trissino - che Bruno Vigolo, artista e fotografo di Trissino dedica con amore e passione alla sua terra.

Vigolo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ho realizzato il libro - scrive l'autore nella prefazione - dopo aver percorso centinaia di volte, sia in bicicletta che a piedi, il tragitto della pista ciclabile che affianca il torrente Agno a Trissino, dal confine a nord con i Comuni di Brogliano e Castelgomberto fino al paese di Tezze di Arzignano a sud, dove l’Agno diventa Guà. Il percorso si può fare facilmente in bicicletta in meno di trenta minuti e a piedi in settanta/ottanta minuti con andatura normale. Nel tempo ho avuto modo di percorrere questo itinerario quasi giornalmente in compagnia della mia macchina fotografica, ed ho iniziato a fissare in immagini il paesaggio sia ai lati che all’interno del torrente Agno, nelle varie stagioni e situazioni, la gente che incontravo e tutto quello che al momento mi sembrava interessante e singolare. Avendo a disposizione quasi tremila foto, ho pensato che si poteva realizzare un libro fotografico. Ho presentato la mia idea al presidente della Pro Loco Trissino Giovanni Barco, ottenendo l’appoggio suo e dell’intero Consiglio. Ho iniziato così a selezionare le foto raggruppandole in sette capitoli, coadiuvato in questo lavoro dalla preziosa competenza di Piero Rasia. Abbiamo cominciato a dar vita a questo volume con il solo imbarazzo della scelta, in quanto il materiale fotografico in possesso era abbondante.

Nel nostro eterogeneo e dinamico Trissino, si sono sviluppati e tuttora si sviluppano molteplici interessi che alcuni nostri compaesani perseguono con particolare passione, quali la scultura, la poesia, la pittura, la storia, la musica e infine, la fotografia egregiamente praticata da amatori che tuttavia, più esattamente, dovrebbero essere considerati veri professionisti di quest’arte visiva - scrive Barco -. Mi riferisco, a questo proposito, all’artista Piero Rasia, ma non solo, e non ultimo, a Bruno Vigolo, di cui la nostra associazione si è occupata, per far conoscere un elevato numero di fotografie riguardanti il torrente Agno e il suo ambiente. Le immagini hanno come tema comune l’acqua, questo elemento fondamentale della vita, che viene presentato nella purezza, nella forza, nei colori, nei diversi aspetti che subisce nella realtà; l’acqua che si adegua, che trasforma, che cambia e plasma i luoghi. Le immagini sono frutto di un lungo lavoro, durato qualche anno e riprendendo aspetti particolari che non tutti possono aver notato per mancanza di tempo o per scarso spirito di osservazione o per non essere stati presenti ai fenomeni in momenti di particolare bellezza ed emozione. Quello di Vigolo è un regalo alla collettività perché rimarrà un ricordo destinato a durare.

Le fotografie che Vigolo presenta in questa raccolta - dice Rasia - sono il risultato di una ricerca che tutti noi, dal punto di vista fotografico, avremmo voluto fare. Bruno ha voluto soprattutto raccontare ciò che ha visto e osservato nelle lunghe e moltissime passeggiate lungo la pista ciclabile, i cambiamenti dalla neve alle piene e molti punti di vista che il torrente Agno, attraversando il nostro paese, trasmette al cittadino che lo percorre. Voglio lodare la sua iniziativa e l’idea che ha avuto per far conoscere una parte ben visibile ma sconosciuta del territorio di Trissino.

Nella nota di prefazione al libro a firma di Silvano Fornasa dal titolo L’Agno: un torrente, sette nomi, 158 chilometri, si legge che l’Agno, nel nostro bel torrente, gà sui monti la sorgente: sono i primi versi della nota lirica dialettale che Adolfo Crosara dedicò al fiume della sua valle. Nasce infatti nell’alta Valle dell’Agno, in territorio di Recoaro, dalla catena delle Piccole Dolomiti che racchiude a semicerchio la ‘Conca di smeraldo’. Nel tratto che va da Recoaro a Valdagno la ripida pendenza iniziale si attenua di molto e confluiscono un’altra ventina di corsi d’acqua, poi la valle inizia ad aprirsi man mano che si procede verso Cornedo, Brogliano, Castelgomberto e Trissino. Oltre a rivi di minore entità, a Tezze d’Arzignano confluiscono l’Arpega e poi il Restena. Proprio alla confluenza di quest’ultimo, il torrente cambia nome in Guà e come tale percorre l’ultimo tratto del bacino montano propriamente detto, fino a Montecchio Maggiore, dove riceve il Poscola, un corso d’acqua che - nato a Priabona - scorre a sua volta lungo la valle stessa dell’Agno in sinistra idrografica.

Vigolo (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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