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la domenica di vicenza
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Interventi

Mafia romana o cortina fumogena?

di Mario Giulianati
20 dicembre 2014

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Interventi

Mafia romana o cortina fumogena?

 

Da qualche tempo i mas media sono tempestati, e a loro volta tempestano i lettori, della vicenda romana, che poi si aggiunge a quella dell’EXPO e a quella del Mose. Così dal Centro Italia si chiude, si fa per dire, il cerchio con Venezia e Milano e legandoli con le sigle malavitose del Meridione, tutti possono dire che abbiamo un Paese malato di criminalità diffusa. Non più una parte politica piuttosto che un’altra, non più alcuni settori produttivi piuttosto che altri, ma il malaffare diffuso a tutti i livelli e a tutte le categorie. Un fenomeno in confronto con quello che è stato Tangentopoli, è ,o almeno appare essere, enormemente più vasto e più profondamente diffuso nel Paese. Mi ricorda, su Facebook, l’amico Alfredo Venturini che: “Mani Pulite” cominciò con l’arresto di un certo Mario Chiesa, quando ricopriva la carica di presidente del Pio Albergo Trivulzio, a Milano. Venne colto in flagrante mentre accettava una tangente di sette milioni di lire (3.500 euro, circa) dall’imprenditore Luca Magni, che gestiva una piccola società di pulizie e voleva assicurarsi un appalto. Da lì nacque ”Mani Pulite” che pose fine alla prima Repubblic”.

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LIA_SARTORI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Oggi si sente parlare di decine, centinaia di migliaia di euro che passano di mano in mano. Addirittura di milioni. Cifre da capogiro se raffrontate con quella che h a mandato in galera Mario Chiesa. Il Governo e in prima persona il Premier Matteo Renzi fa bene a cercare di fare pulizia dentro in suo Partito, il PD romano. Fa bene anche a promuovere delle leggi più severe per il reato che viene consumato ai danni dello Stato. Per inciso mi permetto di suggerire che dovrebbe essere cancellata assolutamente la possibilità del patteggiamento per tutti coloro che, in qualsiasi veste, da politici a qualsiasi livello appartengono, da dipendenti pubblici anch’essi a qualsiasi livello appartengano, sia fatto obbligo di giungere a sentenza. Questo per rispetto e dello Stato, e dell’Ente derubato, ma sopra tutto di due soggetti fondamentali in vicende come questa: il presunto colpevole- che ha il diritto di poter dimostrare la sua completa estraneità ai fatti contesta, se esiste questa estraneità, e il popolo derubato che comunque ha diritto di sapere la verità. Personalmente ho apprezzato, a fronte di tanti che si sono precipitati, con ragioni più o meno valide a patteggiare, e magari come il prof. Orsoni sentirselo rifiutare, l’atteggiamento dell’on. Lia Sartori che di patteggiamenti non ne ha proprio voluto sapere ed è pronta ad andare al dibattito in Tribunale a difendersi dalle accuse che le sono tate mosse dimostrando così di avere un elevato rispetto di se stessa, della sua funzione e di quanti l’hanno votata.

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Trovo di scarsa sensibilità politica, ma molto politichese, che in questi giorni vi siano dichiarazioni da parte di esponenti del PD vicentino che parlano di chiarezza, trasparenza, pulizia, di passi indietro ecce ecc. allorquando la Magistratura ha posto l’accento sulle possibili, e forse no, compromissioni di due onorevoli del PD veneziano, ma non si siano affatto preoccupati, prima d’ora di ricercare le responsabilità politiche, non giuridiche, di quanti hanno avuto modo di operare, anni fa, nella stesura degli accordi con il Consorzio che poi ha dato il via a tutte le vicende del Mose. Eppure questo strano strumento operativo è stato messo in piedi da qualcuno. Qualcuno avrà, discusso, ragionato attorno a questo documento e magari anche lo avrà scritto se non addirittura firmato. Qualcuno avrà anche espresso valutazioni, giudizi. Insomma non sarà certamente nato dal nulla quel testo che dava pieni poteri a delle persone che poi ne hanno fatto l’uso che più le gratificava.

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Juncker (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Riporto da Vicenza Piu’ «Michele Mognato e Davide Zoggia, deputati veneziani del Pd, sono indagati nell'ambito dell'inchiesta Mose. Si indaga per finanziamento illecito dei partiti in relazione ai contributi che Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova all'epoca dei fatti, avrebbe versato nel 2010 a Giorgio Orsoni per la campagna elettorale a sindaco di Venezia...», così scriveva poco fa l'Huffington Post… ». Nessuna indignazione, nessun richiamo al bene del partito, nessuna levata di scudi contro il male oscuro. Certamente serve chiarezza, ma anche sotto un altro profilo oltre che quello del crimine contro il Paese. Serve capire perché si fa ZOGGIA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)tanto rumore, anche giustamente, addirittura creando, a mio avviso anche imbarazzo operativo alla Magistratura, e non si chiarisce per nulla l’atteggiamento del Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker nei confronti dell’Italia e della Francia al quale risponde il nostro Ministro prof. Pier Carlo Padoan in maniera , a dir poco incomprensibile ai più. Non si chiarisce per niente, o meglio non lo PADOAN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)si fa con le parole semplici comprensibili da tutti, del perché non ci si riesce liberare dalla trappola della crisi nata chissà dove e chissà perché. I rumori che giungono dal passato, magari dal 1992 o giù di lì, se oltre al fumo vi è anche un briciolo di arrosto perché non viene chiarito una volta per tutte. Scrive Erneto Galli della Loggia, su Il Corriere della Sera “Tra il 1992 e il 1994 – non bisogna mai dimenticarlo- la Seconda Repubblica è nata fuori e contro la politica”. Perché non viene chiarito il vero motivo, ad esempio, delle privatizzazione di beni pubblici senza insistere sul racconto che servono per alleggerire il nostro debito pubblico. Non sono affatto serviti in passato a questo scopo. Gli interrogativi sono tanti ma la cortina fumogena della “mafia romana” navigante per tutta Italia non ci fa comprendere cosa stia veramente accadendo.

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CIVATI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Tutto questo, e altro ancora ha suscitato nella gente comune, un senso di rabbia, anche di ira, ma anche di forte preoccupazione e, questo è il peggior effetto conseguito, di un distacco fortemente critico verso le istituzioni. Nessuno più è “garantista”. Nemmeno quei dirigenti di Partiti che lo erano fino all’inverosimile soprattutto quando si trattava di personalità della propria casa politica. Oggi tutti chiedono, pretendono, pene severissime, scrivono appelli alla maggior inflessibilità ma non si adoperano affatto per scoprire, fino in fondo, non solo la verità penale ma anzitutto le responsabilità politiche. Tutti giustizialisti. Un risultato, forse promosso e voluto, che rende ancor più grave la pur pesante situazione del Paese. La soluzione, a parere mio, non sta nell’uscita dall’euro, promossa dal Movimento 5 Stelle, e nemmeno nelle scissioni del PD minacciate, ma che non verranno effettuate, dall’on. Pippo Civati e compagni - e nemmeno nelle patetiche implorazioni delle giovani vicentine dirigenti del PD. Sta, forse, nel recupero di un’etica politica, in un rafforzamento del rapporto, sincero e veritiero, tra il popolo e i delegati del popolo, che troppo spesso si dimenticano di essere tali e si immaginano di essere indispensabili e che le personali ambizioni siano il sale della terra, pertanto, in grado di fare tutto quello che ritengono, errando, essere opportuno. Oggi vi è così tanto fumo nell’aria da dubitare che sia rimasta una briciola di arrosto.

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