NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Sfogliare per entrare nelle Ville Venete

Dentro le Ville Venete. Un nuovo sguardo è il volume curato da Giuseppe Barbieri che porta il lettore a scoprire il patrimonio di affreschi che compongono un percorso narrativo di immagini straordinario

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Ville Venete

Ville Venete (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dentro le ville venete - Un nuovo sguardo, edito da Terra Ferma, è un recente volume di elevata qualità che rivela al lettore, sia egli profano o conoscitore, tutta la magnificienza di quella che fu definita civiltà delle ville e che oggi, secondo un recente censimento, conta più di 4.500 edifici disseminati tra Veneto e Friuli. A curare il volume, presentato a metà dicembre nella suggestiva cornice di villa Contarini Nenzi a Dosson di Casier nel Trevigiano, Giuseppe Barbieri, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, il quale sviluppa significativamente la prospettiva già delineata nel precedente lavoro Ville venete. Un nuovo sguardo (Terra Ferma, 2013). A quella restituzione del dibattito culturale e scientifico che conduce, a metà del XX secolo, alla nozione di civiltà delle ville venete, corrisponde infatti quest’anno una rigorosa e affascinante indagine delle logiche di fondo che hanno presieduto alla decorazione delle ville stesse.

Logiche in base alle quali gli edifici che hanno costituito per secoli uno standard esportato in ogni continente sono divenuti anche straordinari strumenti narrativi, che hanno raccontato con efficacia il territorio del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. L'intento dell'operazione editoriale è proprio quello di comunicare il territorio, un preciso messaggio che valorizzi l’area anche in vista di Expo 2015, una vetrina mondiale alla quale il Veneto intende partecipare con tutte le sue migliori carte. Un messaggio positivamente raccolto dagli enti locali e dalle istituzioni: Dentro le ville venete si apre infatti con le lettere dei presidenti delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, Zaia e Serracchiani, e si fregia del patrocinio dell’Istituto Regionale Ville Venete.

Proprio alla rassegna mondiale milanese fa cenno Chiara Mio, presidente di Banca Popolare FriulAdria, sponsor del volume, facendo notare che essa pone al centro del proprio programma le risorse primarie del pianeta, e insieme esigenze di crescita e di condivisione non solo materiale. In qualche modo Expo 2015 è uno stimolo di grande risonanza per proseguire in questa direzione: le Ville Venete hanno costituito infatti, nella storia d’Europa degli ultimi cinque secoli, un modello di gestione agricola di straordinario successo nel coniugare economia, arte e cultura. Come tale, il modello è stato ripreso ben al di là dei confini del Vecchio Continente. Da qui è possibile trarre indicazioni anche per un prossimo futuro di sviluppo, che non possa essere esclusivamente di incremento dei risultati economici, ma debba portare con sé anche criteri e strategie di sostenibilità, di valorizzazione materiale e immateriale, con l’obiettivo di una più fondata coscienza sociale e civile.

Ettore Ponti scriveva che le ville venete "non riflettono solo il labile capriccio di evadere dalla città, ma finiscono per assumere un carattere autonomo e durevole, innalzando un inno eterno alla dovizia dei campi e alla ricchezza ancestrale della terra. Questi nobilissimi edifici non solo restano a preziosa e cospicua testimonianza della nostra storia, ma rappresentano un quadro di superba bellezza, nel quale la dignità della veste architettonica si compone stupendamente con i lineamenti del paesaggio".

Ville Venete (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il lungo saggio di Giuseppe Barbieri in apertura di volume mostra le tappe della riscoperta degli affreschi di villa e ci fa comprendere - e soprattutto vedere - che entrare dentro le Ville Venete significa accedere a un universo narrativo di immagini che si è sviluppato nel corso di alcuni secoli, almeno dalla metà del XV alla fine della Serenissima. Un universo che si dispiega per centinaia di pareti, affrescate, tra altri, da Paolo Veronese, Giovanni da Udine, Giambattista Zelotti, Giulio Carpioni, Ludovico Dorigny, i Tiepolo. Dove gli antichi miti si intrecciano con le riflessioni senza tempo sull’amore, la fecondità della natura, il conflitto, la morte e la rinascita, in un dialogo serrato tra committenti e artisti, letterati e musicisti, uomini di teatro e fattori. Giuseppe Barbieri ricostruisce le diverse tappe della recente attenzione storiografica sugli affreschi di villa ma soprattutto ci conduce all’interno e nel centro delle logiche narrative che, per oltre tre secoli di pittura veneta, hanno guidato e orientato il racconto della villa. Ci rende inoltre evidenti le nuove opportunità rese disponibili dalle moderne tecnologie multimediali nella fruizione di un così imponente sistema di segni. Al suo saggio si affiancano in questo senso anche il contributo di Massimo Bergamasco, Marcello Carrozzino e Chiara Evangelista, del Laboratorio di Percezione Robotica del Sant’Anna di Pisa, e quello di Carla Garozzo sulla villa Manin di Passariano. Nell’ultima parte dell’opera, tutta riccamente illustrata, quattro progetti gastronomici di qualificati chef del territorio ribadiscono altrettanti elementi del codice secolare della vita in villa.

Ville Venete (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ripercorrere l'itinerario storico e culturale della civiltà delle ville - spiega Barbieri - significa considerare il sistema delle Ville Venete nella sua perdurante e autentica attualità, e provare ad avvicinare davvero a quei segni il nostro mondo, la nostra cultura. Parrebbe una prospettiva paradossale, dato che fu proprio una radicale trasformazione sociale, quella senza ritorno del secondo Ottocento in cui siamo tuttora inseriti, a sconvolgere e quasi a far scomparire il sistema di villa che si era instaurato nella prima età moderna. La scommessa che ci ha impegnato è stata pertanto quella di verificare la validità del messaggio che le Ville Venete sono in grado di trasmettere all’uomo del nostro tempo, sia a coloro che risiedono in questo territorio che a tutti coloro che si sentono per diversi motivi attratti da un patrimonio culturale in rete che – per numerosità, densità e qualità – non ha riscontri in nessun’altra parte del mondo. In questa prospettiva risulta pressoché implicita l’esigenza di adottare un atteggiamento e un approccio in cui la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale vada di pari passo con le forme di un’aggiornata fruizione, e dunque, inevitabilmente, con l’impiego crescente di quelle che sono definite le Information and Communication Technologies.

Ma l’attualità del sistema delle ville – ossia la loro capacità di parlare non solo musealmente all’uomo di oggi – passa, altrettanto necessariamente, attraverso la comprensione di una loro secolare narratività e la conoscenza del codice mediante il quale, dal XIV secolo alla fine del XVIII, sono stati elaborati e trasmessi i messaggi che erano in molti casi alla base dell’esperienza della vita in villa. Gli apparati decorativi sono il segnale più evidente e vistoso di quel codice, certo assieme alle adozioni formali dell’architettura e alle modalità di inserimento nel paesaggio: ma essi meritano uno sguardo e una considerazione più specifici, che li faccia uscire dal loro status di complemento decorativo di una soluzione architettonica. Dalla loro logica narrativa possiamo infatti finalmente pervenire alla logica più profonda di una complessiva ed esemplare esperienza.

Ville Venete (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)



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