NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il rugby entra a scuola. E "cresce" i giovani

Innovativo protocollo d’intesa tra Regione Veneto, Ufficio scolastico e Federazione della pallaovale, indirizzato a studenti e ragazzi dai 18 ai 29 anni. A Vicenza coinvolta la società locale del Rugby Vicenza, oltre ad Assosport ed aziende locali

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Il rugby entra a scuola. E "cresce" i giovani

(C.R.) La pallaovale entra a scuola per far crescere gli studenti, una parte dei quali potranno essere coinvolti nel progetto sino a 29 anni. Può essere questa la sintesi del protocollo d’intesa dal titolo "La Regione a sostegno: il Rugby a Scuola", approvato con specifico provvedimento della Giunta regionale del Veneto. L'iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi nella sede centrale della Banca Popolare di Vicenza (l'istituto di credito è impegnato come sponsor in questa disciplina, ndr.), dove è avvenuta la sottoscrizione: si tratta del frutto di un'intesa tra Regione Veneto, Ufficio scolastico regionale e Comitato regionale della Federazione Rugby, a cui si aggiunge la preziosa partnership di Assosport. Siamo di fronte ad un progetto sperimentale, primo assoluto in Italia, già "sposato" dal Coni nazionale e quindi destinato ad essere esportato in altre regioni italiane. Ne abbiamo parlato con i protagonisti per approfondire e per capire gli obiettivi del progetto.

 

Elena Donazzan, assessore regionale all'istruzione: «Scelto il rugby perché rappresenta in assoluto lo sport più formativo e coinvolgente»

La principale artefice del progetto è la vicentina Elena Donazzan, assessore regionale all’istruzione, che con il suo staff ha messo per diversi mesi per mettere in piedi un'iniziativa, molto articolata e innovativa, ora avviata ufficialmente.

Il rugby entra a scuola. E "cresce" i giovani (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«L’intervento regionale - spiega la Donazzan - prevede di promuovere la diffusione e la pratica della disciplina ovale nelle scuole di ogni ordine e grado e di favorire, attraverso percorsi mirati, l'inserimento lavorativo, in particolar modo nell'ambito del management sportivo, degli atleti più meritevoli delle società sportive venete di Eccellenza e serie A (tra queste c'è anche il Rugby Rangers Vicenza, ndr), che si sono distinti per meriti scolastici e sportivi. Con il protocollo rugby, la Regione sostiene gli atleti-studenti riconoscendo loro una dote-indennità, che valorizzi i profili migliori. L'intenzione è quella, utilizzando per buona parte i fondi europei, di stanziare per ogni società 50 mila euro all'anno, che suddivisi nei 17-18 elementi della rosa, garantiscono comunque un discreto reddito, che coprirà anche le spese per il loro impegno mattutino nelle varie scuole».

«Nel contempo - aggiunge l'assessore regionale - chiediamo alle società rugbistiche di affiancare anche i propri allenatori nell'insegnamento della disciplina sportiva negli istituti scolastici di ogni ordine e grado. Il nostro obiettivo è che la formazione che si ha nel campo, nell'allenamento con la pratica sportiva e agonistica possa essere certificata in termini di competenze acquisite. Il tutto sarà possibile grazie all'intesa con tutti i soggetti coinvolti».

«Lo sport è materia educativa - aggiunge l'assessore regionale - ecco perché abbiamo voluto fortemente questo protocollo. A livello di disciplina la scelta è caduta sul rugby, in quanto siamo dell'avviso che rappresenta in assoluto l'attività sportiva più formativa e coinvolgente per un giovane. Ad esempio è l'unico sport che mandando indietro la palla fa avanzare tutti: è una bella metafora che tramanda valori fondamentali come spirito di squadra, lealtà, capacità di autocontrollo della forza fisica, rispetto delle regole, valori richiamati nel testo del protocollo. Nello sport, come nella vita, è importante il rispetto delle regole e in questo, oltre che nell'approccio stesso alla disciplina, esiste una stretta correlazione tra l'esercizio dello sport e l'educazione. D'altra parte la Regione in questi anni ha investito molto anche su altre discipline, come testimoniano progetti come "Più sport a scuola", quello a favore dell'hockey e il recente accordo stipulato con Atletica Vicentina, una delle realtà più importanti a livello nazionale, che deve essere presa da esempio».

«Allo stesso modo - conclude Elena Donazzan - in altre occasioni ci siamo relazionati con Assosport e insieme abbiamo voluto mettere nelle condizioni gli atleti migliori di inserirsi professionalmente nelle aziende del mondo sportivo. Abbiamo bisogno di rialzare la testa in tutti i campi e credo che il rugby possa farsi portatore di quella forza morale necessaria per ripartire».

 

Leopoldo Carta, dirigente Rugby Rangers Vicenza: «Orgogliosi di essere tra i protagonisti del progetto, i nostri giocatori vanno già nelle scuole»

Uno dei protagonisti di questo progetto è il Rugby Rangers Vicenza, una dei fiori all'occhiello dello sport berico, con la prima squadra che milita nella serie A nazionale e circa 300 tesserati se si comprende anche la "costola" del Gruppo Amatori. In occasione della presentazione ufficiale nella sede della Banca Popolare di Vicenza il Rugby Rangers era rappresentata da buona parte della dirigenza, guidata dal presidente Sante Sarracco che ha fatto gli onori di casa con il saluto iniziale e un elogio per l'iniziativa.

Il rugby entra a scuola. E "cresce" i giovani (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Per noi si tratta di un grande motivo di orgoglio - esordisce Leopoldo Carta, storico dirigente del Rugby Vicenza, di cui è stato anche uno dei fondatori - visto che siamo coinvolti in un progetto che ci vede protagonisti in prima linea con la presenza di nostri giocatori nelle scuole: la particolarità di questo progetto sta nel fatto che questa propaganda nelle scuole non riguarda solo le elementari e le medie, ma anche gli istituti superiori, a conferma di un arco temporale non limitato a pochi anni. Da parte nostra abbiamo preso visione del progetto recentemente e siamo ben felici di mettere a disposizione i nostri giocatori per svolgere attività di promozione nelle scuole delle provincia, anche perché in questo modo si fa conoscere la disciplina del rugby, spingendo i giovani a fare dei provini, ma anche con l'obiettivo di coinvolgere altri nello svolgere attività sportiva anche se non agonistica o semplicemente venire allo stadio a vedere le partite».

Il rugby entra a scuola. E "cresce" i giovani (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«In realtà già da qualche anno - aggiunge il dirigente biancorosso - alcuni dei nostri giocatori, i più rappresentativi, sono ospiti nelle scuole della città e dell'hinterland. Un compito che abbiamo assegnato in particolare al giocatore simbolo, che lo scorso anno era un sudafricano e che quest'anno è un italo-argentino. Proprio per la scelta che hanno fatto la società li deve compensare con un ingaggio, seppur ridotto e a questo punto cerchiamo di coinvolgerli con questo compito in alcune mattine, visto che gli allenamenti si svolgono nel tardo pomeriggio e la sera. A tal proposito va rimarcato che il rugby, anche a livello di serie A e soprattutto per quanto ci riguarda, rimane uno sport dilettantistico, dove non si guadagnano soldi. Non nascondiamo dunque che il progetto della Regione Veneto che prevede dei rimborsi per questo lavoro di promozione, ci fa molto piacere per quanti saranno coinvolti».

Intanto il Rugby Vicenza continua a crescere come società e anche a livello di squadre. «Sicuramente non è un caso - conclude Leopoldo Carta - che questo progetto pilota a livello nazionale nasca proprio in Veneto, che rappresenta in assoluto la patria della pallaovale, con almeno un terzo delle squadre che partecipano ai campionati nazionali. Per quanto ci riguarda il 2015 dovrebbe rappresentare finalmente l'anno del rilancio della nostra società. In via Baracca sorgerà il campo in sintetico per il quale è già stato finanziato il progetto definitivo: i lavori dovrebbero iniziare in primavera, per concludersi entro qualche mese, visto che l'area è già stata spianata e i tempi sono relativamente brevi. Quest'anno importanti novità riguarderanno il quartier generale in via Sant'Antonino, dove si trova la nostra sede che però è chiusa da un anno e mezzo a causa dei lavori della bonifica bellica. L'augurio è che la ristrutturazione possa avvenire entro l'inizio della prossima stagione agonistica, quando dovrebbero essere sistemati anche i due campi da gioco, inutilizzabili per lo stesso motivo e che ci costringono a svolgere parte degli allenamenti in via Zanecchin».

 

Luca Businaro, presidente di Assosport: «Portare praticanti ed ex atleti a lavorare nelle aziende rappresenta una delle nostre principali mission»

Fondamentale nel progetto "Il Rugby a Scuola" il coinvolgimento di Assosport, l'associazione nazionale fra i produttori di articoli sportivi, che ha sede nel Trevigiano e che vede tra gli iscritti numerose aziende vicentine. Nello specifico il sistema industriale dei produttori di articoli sportivi rappresenta un vero e proprio asset competitivo distintivo dell’economia nazionale, prestigiosa componente del "made in Italy".

Il rugby entra a scuola. E "cresce" i giovani (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«È un'iniziativa che abbiamo sposato immediatamente – spiega Luca Businaro, presidente nazionale di Assosport, carica che ricopre da sei anni - anche per il fatto che si tratta di un progetto-pilota destinato ad essere esportato in altre regioni italiane. Ad esempio ci è piaciuto molto che oltre ad insegnare la pratica del rugby in tutte le scuole di ogni ordine e grado, si sia scelta la fascia di età compresa tra i 18 e 29 anni per coinvolgere studenti e giovani. Le statistiche a livello nazionale dimostrano in maniera chiara di un tasso elevato di abbandono della pratica sportiva nell'età compresa tra i 16 e i 18 anni, vuoi per gli impegni della scuola prima e dell'università poi e successivamente per problemi di lavoro: un trend che tutti assieme dobbiamo cercare di risolvere. Un altro aspetto fondamentale, che ci ha visto sposare il progetto, sta nel fatto che portare praticanti ed ex atleti a lavorare nelle aziende del nostro settore rappresenta una delle nostre principali mission. Proprio perché noi produciamo abbigliamento, attrezzi sportivi e molto altro, dobbiamo cercare di inserire persone dinamiche all'interno delle nostre realtà lavorative. Anche perché è dimostrato chi è cresciuto facendo sport, sa poi affrontare meglio anche la vita e il lavoro».

Nello specifico la scelta della disciplina della pallaovale per il progetto ha fatto felice ancora di più il presidente Businaro, originario di Padova. «Sono un ex rugbista - ammette il presidente di Assosport - ho giocato sino all'età di 20 anni nel Petrarca Padova, una delle società più storiche del panorama nazionale. È uno sport che continuo a seguire con grande passione, anche perché mio figlio gioca nelle giovanili del Valsugana Rugby, che è un centro federale della pallaovale. Sono convinto, ad di la del mio attaccamento, che non ci potesse essere scelta migliore, perché nessuno come il rugby immedesima il concetto di sport di squadra, di forza del gruppo, di scuola di vita, della capacità di saper vincere tutti assieme ma anche di sapersi rialzare dopo una sconfitta. Sono convinto che, usando uno slogan, il rugby è stato scelto "come scuola di vita che entra nelle scuole", proprio per gli alti valori che ha sempre saputo dare».

Da qualche anno Assosport si rende protagonista di un altro progetto lodevole, quello di "Dote in Movimento", per dare l’opportunità a tutti i ragazzi dai 6 agli 11 anni le cui famiglie hanno difficoltà a sostenere i costi, si svolgere la pratica sportiva. «Il nostro è un ruolo confindustriale - conclude Luca Businaro - che ci obbliga a valorizzare e tutelare le nostre aziende. Ma, chi come noi lavora nel mondo dello sport, è mosso da passione. E quando c’è passione hai un obiettivo in più in quello che fai: ecco perché promuovere l’attività motoria è la nostra priorità . Di fronte all’evidenza che non tutti oggi possono permettersi di fare sport, ci siamo “mossi” noi e abbiamo coinvolto società sportive e sponsor per mettere in piedi un progetto che non ha eguali in Europa».

 

nr. 03 anno XX del 24 gennaio 2015



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