NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Valanga di furti: siamo tutti ostaggi

Secondo il procuratore generale della Cassazione i reati impuniti sono l'81% ma chi si trova la casa svaligiata rinuncia sempre più spesso a denunciare il fatto: una sessantina di sindaci del Veneto propongono ora un'assicurazione affiancata dal Comune, 10 euro di costo, 5000 di risarcimento massimo - E altri ci stanno pensando seriamente

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Valanga di furti: siamo tutti ostaggi

(g. ar.)- Una sessantina di Comuni nel Veneto di cui sei hanno già messo nero su bianco le delibere relative si stanno muovendo per trovare un rimedio almeno parziale alla piaga dei furti in appartamento ed al danno che ne deriva per chi li subisce. In un anno si supera di molto il limite dei due milioni di reati che rimangono senza autore riconosciuto. Il che ha indotto i sindaci a proporre una polizza speciale che verrà sottoscritta con la loro mediazione e l'intervento tecnico di un broker assicurativo, per la creazione di una polizza che preveda un almeno parziale risarcimento dei danni. Il costo sarà di 10 euro all'anno, il massimo risarcimento previsto per danni all'abitazione è invece di 5000 euro (porte finestre e altro danneggiati) mentre di 1500 euro è il danno rifondibile per i beni asportati.

Il tema diventa di attualità pressante quando si vada a vedere le proporzioni del fenomeno. In un anno i furti in casa sono quasi raddoppiati toccando un incremento che si aggira attorno al 93 per cento. Le cause sono comunemente riconosciute, a cominciare da una giustizia che oltre ad impantanarsi nell'irto problema delle garanzie per cui in assenza di flagranza di reato non si va molto oltre la tirata d'orecchie, mentre per la flagranza si opta per la direttissima e la condanna con speditissima scarcerazione dei colpevoli che tornano subito in attività; una giustizia che in sovrappiù è decisamente troppo lenta con la bellezza di nove milioni di processi pendenti e troppo spesso come dicevamo l'incapacità di colpire chi commette reati. Questa è tutto sommato anche la valutazione del procuratore generale della Cassazione Francesco Favara che snocciola le cifre del bilancio della giustizia. I reati sono in diminuzione, e questo è l'aspetto positivo, però i delitti dei quali sono rimasti sconosciuti gli autori sono stati 2.289.363, pari all'81% di tutti i delitti denunciati. In grandissima parte i reati in questione appartengono alla voce furti, con particolare rilevanza dei furti in appartamenti.

Il procuratore generale della Cassazione in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario ha definito "gravissimo e preoccupante" il fenomeno, "anche se un segnale di ottimismo può trarsi dalla conferma di una tendenza alla riduzione del loro numero: nel periodo precedente i delitti dei quali erano rimasti ignoti gli autori erano stati infatti l'83% di quelli denunciati".

Ma la verità è che il problema, diremmo uno dei problemi più rilevanti, è che ormai la sfiducia del cittadino nelle istituzioni si è fatta così forte da provocare la non denuncia di reati considerati minori come appunto il furto in appartamento. E così si chiude in modo deludente per chi si aspetta vera giustizia dai magistrati un cerchio di impunità/impotenza che la dice molto lunga sulle probabilità di una qualsiasi inversione di tendenza perlomeno in questo specifico settore di reati contro il patrimonio da parte di bande o di protagonisti isolati che al momento vengono identificati mediamente dentro tre grandi categorie di appartenenza: nomadi, rumeni e albanesi. Non è necessariamente una classifica di "merito", ma un orizzonte preciso che descrive in maniera affidabile a chi vadano attribuiti i reati in questione.

Come potrà incidere l'iniziativa dei sindaci perlomeno sotto il profilo di una per quanto piccola iniezione di fiducia nei confronti di cittadini sempre più perseguitati da questo incubo e anche sempre più irritati dall'impossibilità manifesta di risolvere il problema? Le prime sei iniziative sono partite nelle province di Venezia, Padova e Rovigo ed hanno ricevuto un discreto consenso, nel senso che una volta conosciuta l'opportunità i Comuni sono stati interpellati per informazioni da centinaia di persone. Come andrà a finire la cosa non è facile dirlo anche se è determinante la probabilità che potendo contare su un riparo almeno parziale, saranno molti quelli che si decideranno a firmare i contratti assicurativi, anche tenendo conto del prezzo piuttosto basso dell'impegno.

Valanga di furti: siamo tutti ostaggi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)PENDOLARI DELLO SCASSO E IMPUNITI- Bisogna dire che a fare acqua da tutte le parti è proprio il meccanismo che dovrebbe attraverso la applicazione di una pena certa costituire un serio deterrente rispetto a chi commette un reato. È un gioco di vera e propria impotenza, codice di procedura penale alla mano, che travolge letteralmente i tribunali e le forze dell'ordine. Se non c'è flagranza di reato, se cioè il ladro è stato identificato e arrestato fuori dal luogo del suo "esercizio" è previsto che dopo tre giorni di cella sia scarcerato, mentre se la flagranza c'è si svolge il processo per direttissima seguito comunque dalla scarcerazione anche se con l'ovvia iscrizione della sentenza nei precedenti del malfattore. Tutto qui. Il che permette ai professionisti del furto una ampia possibilità di commettere reati e ripeterli a piacimento praticamente certi che comunque vada se la caveranno con una denuncia e qualche ora di camera di sicurezza. Roberto Meridio (Siulp Veneto) dice che purtroppo questa situazione è largamente incontrollabile quanto scontata nei suoi sviluppi perché l'altissima frequenza dei furti fa sì che perfino chi ne è danneggiato e vittima faccia molto spesso a meno di andare a presentare la denuncia: "È difficile persuadere la gente che comunque si tratta di un'azione utile perché si mette a conoscenza dell'accaduto o la Questura o il comando dei Carabinieri. E d'altra parte bisogna anche mettersi nei panni oltre che della gente anche delle forze dell'ordine. Noi come Polizia di Stato abbiamo un nucleo operativo anti-rapina, così come lo hanno i Carabinieri. Chiaro che nel caso della rapina parliamo di un tipo di reato che implica la violenza e che quindi va perseguito e se possibile prevenuto con tempestività. Il che accade spessissimo. Ma nel caso della rapina siamo su un terreno in cui la tecnologia disponibile al momento attuale aiuta non poco. Aiuta anche ad anticipare le azioni dei malviventi. I sistemi di allarme e la rete delle telecamere nei luoghi possibilmente sensibili e soggetti ad eventuali rapine formano una catena di sicurezza molto importante che contribuisce ad ottenere successi rispetto ai tentativi o ai colpi comunque portati a termine. Tutt'altra cosa è il terreno su cui si andrebbe ad agire per quanto riguarda i furti. A parte le eccezioni di sistemi di allarme davvero efficienti, bisogna capire che in un appartamento si penetra abbastanza facilmente e quelli che entrano portano via quel che trovano in un attimo senza soffermarsi troppo a lungo. Il tutto rende praticamente impossibile intervenire utilmente e quella volta che si riesce a prendere sul fatto qualche ladro un paio di giorni dopo è non solo in libertà, ma commette lo stesso reato. È capitato ai colleghi della Mobile di riprendere uno che era appena uscito di cella e denunciarlo di nuovo per lo stesso reato".



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