NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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In bici lungo il Brenta fino a Bassano e oltre…

Finalmente pronto il progetto della ciclabile, l’Unione Montana Valbrenta ha individuato i percorsi, non potrà essere tutta in corsia protetta ma comunque sicura

di Gianni Celi

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ciclabile lungo il Brenta

Per la ciclabile del Brenta adesso il progetto c’è e l’Unione montana Valbrenta, guidata dal presidente Luca Ferazzoli, ha già individuato i percorsi da sistemare per raggiungere Bassano, indicando anche la prosecuzione fino a Pozzoleone, dove poi ci si può immettere nel percorso ciclabile realizzato da poco dalla Provincia di Padova. Un passo importante è stato fatto dopo anni in cui si continuava a parlare di questo tracciato senza però avere in mano un qualcosa di seriamente indicativo.

“La ciclabile – ci spiega il presidente dell’Unione montana Valbrenta – proseguirà il tracciato già esistente dai confini con il Trentino fino alla frazione eneghese Piovega di Sotto. Qui si sfrutterà l’esistenza della comunale Valgadena, una strada poco trafficata e già adesso molto frequentata dagli appassionati della bicicletta”

“Non possiamo pensare ad una ciclabile vera e propria – continua Ferazzoli – perché l’impegno finanziario in questo tratto sarebbe oltremodo gravoso. D’altro canto ricordiamoci che anche le più famose ciclopiste esistenti in Austria, in Germania ed in altri Paesi, corrono per diversi tratti su strade promiscue”.

ciclabile lungo il Brenta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“A Valstagna – aggiunge il presidente – si segue il percorso ciclabile lungo il Brenta fino al parcheggio delle Grotte di Oliero. L’intenzione è di realizzare un ponte sul fiume Oliero in modo da permettere la prosecuzione verso la chiesa di quella frazione senza la necessità di immettersi nella provinciale Campesana. Da Oliero si proseguirà poi verso Campolongo e da qui verso Campese per oltrepassare il fiume Brenta all’altezza dell’attuale passerella sotto la quale scorre il canale idroelettrico per Ca’ Barzizza. Si procede quindi in sinistra Brenta fino a Bassano raggiungendo il Ponte Vecchio. Il tracciato continuerà poi verso San Lazzaro, Cartigliano e Pozzoleone”.

Ferazzoli ci parla poi di una variante, in prossimità di Campese, per chi voglia arrivare al Ponte Vecchio dalla destra Brenta. I soldi che serviranno per realizzare al meglio questa ciclabile dovrebbero arrivare dalla Regione, grazie ai fondi messi a disposizione dei Comuni del Veneto che vogliano costruire nuovi percorsi per le bici. Si parla di un intervento di un paio di milioni.

Attualmente si sta già lavorando fra Oliero e Campolongo utilizzando 400 mila euro stornati dall’Odi, il fondo per lo sviluppo dei Comuni che confinano con il Trentino, nella somma di un milione 880 mila euro, per la vaporiera storica che unirà Primolano a Bassano e a Venezia.

Adesso non resta che attendere gli stanziamenti della Regione per cominciare finalmente a lavorare per questa tanto attesa ciclabile. Una volta realizzata l’opera, gli sviluppi per il turismo delle due ruote saranno quanti mai importanti per il nostro territorio. La continuazione della ciclabile verso Padova consentirà, come spiegavamo all’inizio, l’inserimento nella ciclabile padovana verso Piazzola sul Brenta con l’innesto, in quella località, della Treviso-Ostiglia. Da Piazzola, inoltre, i ciclisti avranno la possibilità di raggiungere l’altra ciclabile che corre lungo il Brenta fino a Padova. C’è poi un progetto di un nuovo interessante percorso ciclabile che dovrebbe unire Padova a Fusina costeggiando il Naviglio del Brenta. Si prevede di dividere il tracciato in due parti: una di 24 chilometri da Padova a Dolo ed una seconda parte da Dolo a Fusina di sedici chilometri. Nel tratto da Padova a Dolo si interesserebbe Stra da raggiungere seguendo il corso del Piovego, prima, e proseguendo poi per il Naviglio. Il costo previsto per la realizzazione di quest’opera si aggira attorno al milione. Arrivati i cicloamatori a Fusina si pone il problema di raggiungere Venezia. Qui, se si potesse finalmente far salire le bici sui traghetti, si potrebbe arrivare in Piazzale Europa. Trovando dei locali di parcheggio sicuri per le bici, i cicloamatori potrebbero visitare comodamente Venezia e, quindi, riprendere il mezzo e tornare verso il nord con i treni della vicina stazione ferroviaria.

Un progetto tanto ambizioso permetterebbe di far crescere a dismisura il flusso cicloturistico dal nord Europa. Ricordiamo che, adesso, dal Brennero a Piovega di Sotto, in Comune di Enego, al di qua di Primolano, ad eccezione del tratto da Trento a Pergine, si svolge una ciclabile davvero importante e sempre più frequentata. Già nel tratto trentino della ciclopista Valsugana, si parla di ben 250 mila passaggi registrati lo scorso anno con un indotto, fra pernottamenti, pranzi, cene, acquisti vari, di quattro milioni di euro, una cifra di tutto rispetto che si potrebbe riflettere anche sulle realtà turistiche del Bassanese.

È ancora in piedi, poi, quel collegamento, lanciato qualche anno fa, con il parco ciclabile, lungo 150 chilometri, proposto dall’Ipa Pedemontana del Grappa e Asolano, nel Masterplan della mobilità lenta. L’idea è quella di unire la ciclopista del Brenta, dopo la passerella di Campese, portando una ciclabile verso il Trevigiano da Pove, Romano d’Ezzelino, Borso, fino a Pederobba. È un progetto anche questo che offrirebbe un ulteriore sviluppo all’offerta cicloturistica del territorio veneto.

“Noi abbiamo aderito alla proposta degli amministratori del Trevigiano – ci spiega il sindaco di Romano d’Ezzelino, Rossella Olivo – ancora cinque anni fa. L’architetto Camillo Dal Bianco, aveva presentato un allettante progetto che, partendo dalla passerella di Campese, avrebbe attraversato l’abitato di Pove seguendo poi la strada che porta a Romano Alto. Da qui la ciclabile sarebbe proseguita per Valle Santa Felicita, Semonzo e Borso del Grappa continuando poi con la parte restante del tracciato fino a Pederobba. Si attendevano i finanziamenti dell’Europa, ma non ho più saputo nulla. Mi era stato detto che il progetto complessivo era stato accolto dall’Europa, ma fino ad ora i soldi non sono ancora arrivati”.

Come si può dedurre, di carne al fuoco, per quanto riguarda la mobilità ciclistica tanto appetita dai turisti del Nord, ve n’è parecchia. Quel che conta che riesca a partire almeno uno dei tanti progetti pronti a dotare il nostro territorio di una rete ciclabile di rinomanza internazionale.

 

nr. 07 anno XX del 21 febbraio 2015



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