NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Alchimia -Jackson Pollock. Viaggio all’interno della materia

Collezione Peggy Guggenheim di Venezia
Chiude il 6 aprile 2015

di Maria Lucia Ferraguti

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Alchimia -Jackson Pollock. Viaggio all’interno del

Senza cornici, senza vetro, senza barriere appare Alchimia, la principale opera di Jackson Pollock. Restituita al suo originario splendore dopo il restauro ritorna alla Collezione Peggy Guggenheim ed avvia una mostra scientifica dal significativo titolo Alchimia di Jackson Pollock. Viaggio all’interno della materia”, a cura di Luciano Pensabene Buemi, Conservatore del museo veneziano e Roberto Bellucci dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Un viaggio lo è davvero per l’intervento di restauro, avvenuto con l‘attiva collaborazione fra circa 50 persone fra scienziati, studiosi, restauratori e conservatori, che alla fine permette di comprendere come Pollock ha dipinto, fino ad entrare nel dettaglio del suo lavoro.

Alchimia è il primo degli interventi di restauro dei dieci dipinti veneziani di Peggy Guggenheim, che costituiscono la maggiore presenza di Pollock in Europa, ed è stato promosso dal direttore Philip Rylands della Peggy Guggenheim Collection e dal conservatore del museo veneziano. La riscoperta della preziosa opera è stata resa possibile dopo un laborioso intervento di pulitura durato un anno e mezzo presso l’Opificio fiorentino e che oggi permette la lettura precisa dell’incredibile tridimensionalità della superficie. Video, riproduzioni in 3D, touch-screen, strumenti interattivi conducono all’interno del dipinto; con la riacquistata brillantezza dei colori industriali risalta la sabbia, l’addensarsi del colore, la presenza di piccole pietre, di fibre e rametti. “Emerge”, sottolinea Luciano Pensabene Buemi, "la paletta estesa di 19 colori dal rosso, al giallo, al blu, all'arancione, come se da un tono grigiastro generale sia uscito un big bang di colori" su una tela segnata da un reticolo di tracciati bianchi che rivela la precisa progettualità dell’opera rispetto alla notoriamente creduta libera gestualità della pittura d’azione dell’artista. Alchimia segna lo scarto tra il dipingere su cavalletto e l’innovativo sgocciolamento dei colori sulla tela posta a terra. Il vero primo dripping è di Max Ernst, ma Pollock è determinante nel portare all’espressività la nuova tecnica, che lo conduce, giovane artista, fino a Peggy Guggenheim, che dopo aver lanciato quel ragazzo sconosciuto dotato di talento, lo considera “il più grande risultato della sua vita”. Alcune scatti delle foto di Herbert Matter documentano il suo dipingere sul grande telaio della madre posto sul pavimento, come i barattoli dei colori industriali rapportano l’artista al suo tempo.

Ad Alchimia seguirà ad aprile l’evento dedicato al grande murale per la prima volta in Italia: “Jachson Pollock, Murale. Energia resa visibile” e una mostra “Charles Pollock: una retrospettiva” dedicata alla pittura del fratello.

Alchimia -Jackson Pollock. Viaggio all’interno del (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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