Una mostra voluta per ricordare la figura del critico d’arte e giornalista Paolo Rizzi, diviene il motivo della presenza di alcune opere di Michela Modolo. Opere recenti che riallacciano la sua creatività al nome della famiglia Modolo particolarmente conosciuta non solo nel vicentino per la sensibilità creativa e una consolidata notorietà, anche a livello internazionale, della figura paterna di Bepi Modolo. Michela, come ogni componente del gruppo parentale, si distingue per uno stile personale non figurativo, che nel tempo rielabora con un’attenzione conquistata dall’esperienza e dalla capacità di intendere, con la superficie della tela, della garza e del lino, della tavola e del cartone, il colore ed il valore del segno. Un colore variato, steso a bande orizzontali alla base dell’opera, accorda il mutare dei rapporti fra le superfici cromatiche. In Modolo la pittura appare ricondotta ai valori essenziali dove il colore riporta al passato. Vale la tela dal rosa aurorale, che dilata e muta per accordarsi alla varietà cromatica del dipinto. Un’espansione contenuta, in relazione alla costante presenza nei dipinti dei segni, che svelano lo stato dell’animo di Modolo. Segni adatti a condurre al richiamo dei passaggi del colore, di spostare l’attenzione sul transito nello spazio, ad aprire per valorizzare calibrati chiarori. Il tratto di Modolo raccoglie l’apporto lirico più profondo e rivelatore di una sensibilità concentrata, che assorbe e dilata nell’opera l’intensità del sentimento poetico, racchiuso nei versi delle poetesse russe Cvetaeva e di Achmatova unite ad altre come Ingeborg Bachmann, Etty Hillesum e Edith Stein e inoltre alla letteratura di Thomas Stearns Eliot.