NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Multe o no, pagano sempre i Comuni

A Vicenza calano incidenti e contravvenzioni (-14,3%), ma l'entusiasmo non contagia le piccole amministrazioni che spendono molto per i consorzi di Polizia urbana pur avendo un traffico ridotto e quasi nessun incidente: solo Zovencedo e Villaga ne restano ancora fuori, ma rischiano di dover accettare la legge regionale anche contro ogni loro interesse

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Multe o no, pagano sempre i Comuni

(g. ar.)- Le statistiche che rapportano i numeri tra 2013 e 2014 danno un quadro generale della situazione in Italia e nel Veneto dalla quale Vicenza esce "incolume": si trova a circa metà della classifica generale, ma se si fa il confronto ad esempio con Treviso, tanto per restare in una dimensione più comprensibile, si scopre che mentre il cittadino di Vicenza paga oltre 35 euro media di contravvenzioni in un anno, quello di Treviso supera i 112. Non per nulla Treviso occupa in questa e nelle altre classifiche relative agli incidenti un quarto posto nazionale che parla da solo. L'altro dato interessante riguarda gli incidenti che a Vicenza città risultano in diminuzione: meno traffico causa la crisi, ma forse la causa è nel rallentamento della circolazione indotto dalle moltissime rotatorie che hanno modificato di fatto l'identità di gran parte di quelli che prima erano incroci pericolosi, con semaforo o senza. Tutto questo, per dire che ogni contributo possibile proveniente anche da telecamere, spie/velocità e limiti molto diffusi, frutta evidentemente un risultato tangibile e di riflesso fa concludere che il territorio risulta complessivamente meglio controllato.

Resta tuttavia il fatto che a fronte di dati a calare anche per quanto riguarda la provincia di Vicenza ritorna di attualità il quesito relativo alla funzionalità dei vari consorzi di polizia urbana sostenuti con i fondi dei Comuni e per i quali è sempre aperta la polemica indotta a suo tempo dalla legge regionale che invitava-obbligava le amministrazioni ad entrare nei consorzi con la promessa di contributi e incentivi legati al progetto sicurezza di ciascuna: più ti organizzi -era ed è il succo di questo patto- più hai la possibilità di usufruire dei supporti economici previsti. Il che fin dal primo momento è stato interpretato secondo un'analisi a cui è difficile trovare contraddizioni: da una parte i Comuni più grandi, con capacità di spesa e di programmazione di una certa rilevanza, dall'altra i piccoli per i quali non fa molta differenza avere o non avere una pattuglia per quattro ore alla settimana per poi doverla pagare secondo proporzione da 12mila a 18mila euro all'anno. In questa rapida inchiesta ritroviamo l'obiezione appena riferita, assieme alla domanda: non sarebbe meglio se potessimo pagarci 400 metri di strada asfaltata in più?

STACCO TRA GRANDI E PICCOLI- Nonostante queste considerazioni, come vedremo subito, ci sono piccoli Comuni e microcomuni (Laghi e Posina, ad esempio) che fanno parte di un consorzio per la polizia urbana, ed altri piccoli Comuni (ad esempio Zovencedo e Alonte) che ne sono fuori avendo deciso di arrivare fino alla scadenza della convenzione per poi non confermarla. E sullo sfondo, ancora una volta, rimane la questione delle contravvenzioni che in alcuni casi sarebbero un mezzo facile e comodo per far cassa, fenomeno abbastanza frequente, che tuttavia non intacca di molto il ragionamento generale sulla fondatezza e il buon utilizzo di una macchia amministrativa come il consorzio di vigilanza urbana che aiuta a controllare il territorio e che specie nei centri di maggiore dimensione un senso effettivo lo ha dato che un accurato progetto di sorveglianza funziona anche meglio quando la capacità di intervento va a sommarsi con la collaborazione tra le diverse polizie: vigili, ma anche polizia di Stato e carabinieri. I pareri sono abbastanza uniformi finché si rimane a considerare la dimensione maggiore dei Comuni, in posizione favorevole, mentre divergono quando si passa a considerare gli altri. Di sfondo, come già detto, resta sempre quella sgradevole impressione molto diffusa non solo dagli utenti della strada ma anche da alcune piccole amministrazioni che il vizietto di far cassa a spese del contribuente sia una questione pacificamente condivisa. Al consorzio Nordest c'è una puntualizzazione interessante che tocca proprio questo punto.

Multe o no, pagano sempre i Comuni (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)MEGLIO SE INCASSASSE LO STATO- Con 26 Comuni che segnano un territorio molto vasto da Posina a Villaverla passando per Thiene e Schio, il consorzio Nordest -primo in Italia essendo stato fondato nell'aprile del 1970- registra per quanto riguarda verbali e incidenti grosso modo gli stessi numeri dell'anno precedente (tre incidenti mortali in più, ma non con causa la velocità), ma il comandante Giovanni Scarpellini sostiene che sarebbe meglio passare la questione dell'incasso dei proventi delle contravvenzioni direttamente allo Stato il quale avrebbe poi il compito di trasferire le quantità percentuali dovute ai Comuni: "Credo che sarebbe meglio seguire questo meccanismo perché non ci sia alcuna intenzione di andare oltre il dovuto accade troppo spesso di venire attaccati da tutte le direzioni con questa questione delle multe distribuite per permettere ai Comuni di fare cassa. Non è affatto così, per questa ragione penso sarebbe meglio non lasciare all'ente il lcompito di incassare i proventi delle contravvenzioni. Per quanto riguarda le sanzioni, debbo dire che le nostre statistiche dicono che sono praticamente invariate rispetto all'anno precedente. Cambiato, solo il meccanismo per cui pagando entro cinque giorni si usufruisce dello sconto del 30 per cento, per il resto possiamo dire che il contenzioso resta quello di prima: chi pagava continua a pagare, chi non pagava continua a non pagare".

Multe o no, pagano sempre i Comuni (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)NESSUNO PUO' FARE DA SOLO- Decisamente favorevole alla formula dei consorzi è la posizione di Marcello Vezzaro, sindaco di Caldogno, che parte dall'equazione più forze uguale a più risorse: "Per me si tratta di una incertezza inesistente perché abbiamo sotto gli occhi i risultati. Il consorzio svolge un lavoro che definire sussidiario per i Comuni sarebbe davvero poco. È grazie all'unione tra tante amministrazioni che si riesce non solo a controllare il più possibile il territorio, ma anche a mettere assieme dei veri progetti tecnologici che migliorano ulteriormente questa capacità di sorveglianza. Faccio l'esempio migliore che per noi è avere dei mezzi ausiliari di grande importanza come la rilevazione istantanea delle targhe di auto rubate, la sorveglianza delle telecamere, un organico effettivo di pattuglia oltre che gli altri mezzi richiesti da una moderna concezione di vigilanza stradale. Come potrei pensare di fare da solo? Nessuno se lo può permettere, i costi sarebbero proibitivi per una singola amministrazione mentre ben ripartiti in proporzione alla dimensione dei vari centri diventa una spesa sopportabile, tanto più in quanto garantisce una efficienza effettiva del servizio e quindi una utilità effettiva per le nostre comunità. Il tutto del resto va anche perfettamente d'accordo con la possibilità di ottenere i contributi della Regione previsti per l'acquisto di apparati tecnologici: anche questo non ce potremmo permettere se non avessimo la possibilità di presentare alla Regione progetti importanti la cui consistenza è dovuta alla capacità del consorzio di farsi ascoltare e di essere credibile. Oggi come oggi il consorzio ci permette di avere sul territorio pattuglie che staccano alle otto di sera mentre nei fine settimana rimangono in servizio fino a mezzanotte. È questo il genere di garanzie che permette di andare a chiedere contributi sulla base di un lavoro effettivamente svolto".

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