NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Molto di più di una mostra su Hemingway

Il museo allestito a Ca’ Erizzo, che raccoglie molte testimonianze sul grande scrittore statunitense, è altresì una testimonianza originale sulla Grande Guerra nel Bassanese e nel Veneto

di Gianni Celi

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Hemingway a Bassano

Hemingway a Bassano (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Fine anni settanta. Il prof. Giovanni Cecchin “ricercatore Fulbright e vising fellow dell’Università di Princeton nel New Jersey” viene a trovarmi nella redazione de “Il Giornale di Vicenza” chiedendo, sapendomi bassanese, se potevo aiutarlo a cercare la villa, a Bassano, dove Hemingway aveva soggiornato nel 1918 come autista della Croce Rossa americana. Aveva appena tradotto un inedito dello scrittore statunitense: “La scomparsa di Pickles McCarty”, un pugile italo-americano finito nelle file degli Arditi. Quello scritto racconta di una scena ambientata in una villa lungo il Brenta”. A Bassano - scriveva Hemingway - noi eravamo acquartierati in una vecchia villa sul Brenta, sulla sponda orientale, un po' più in su del ponte coperto. Era grande e tutta di marmo, con cipressi lungo il viale e statue ai lati, e le solite altre cose”. Ma qual era questa villa? Cominciammo a cercare dapprima suonando agli inquilini dello stabile accanto ai vecchi mulini, prima di Via Pusterla, ma non ricevemmo indicazioni utili. Provammo a Villa Jonoch, che però si trovava sulla riva destra ed anche qui non ricavammo notizie interessanti. Andammo allora a trovare le sorelle Azzalin di Villa Ca’ Erizzo e qui ci fu detto, dalla più anziana, che la mamma ricordava la presenza di americani impegnati nella guida di ambulanze per la raccolta di feriti dal Grappa. La donna ricordava ancora la presenza di un opuscolo nel granaio. Le sorelle ci lasciarono andare a rovistare nel disordine del granaio e venne fuori una copia di “Come sta”, il giornaletto in inglese della sezione Uno ARC (American Red Cross) di stanza proprio a Villa Ca’ Erizzo. La prima pagina riportava le foto di alcuni dei poeti di Harvard fra i quali John Howard Lawson, John Dos Passos ed altri ancora. Era la prova certa della presenza del Premio Nobel in città.

Hemingway a Bassano (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il prof Cecchin ebbe poi modo di parlare con alcuni di quegli amici di Hemingway ancor vivi e raccolse episodi simpatici dello scrittore nei pochi giorni trascorsi a Bassano, come il suo interesse per le lavandaie che facevano il bucato sotto le finestre della villa, le soste alla grapperia Nardini in Viale delle Fosse, i racconti delle corse spericolate con le ambulanze lungo la strada dissestata del Grappa fatta costruire due anni prima, con grande lungimiranza, dal generale Cadorna, l’entusiasmo per gli Arditi e per i loro comportamenti al di fuori da ogni regola. Hemingway rimase ammaliato dai luoghi bassanesi. “Ma hai tu mai visto il sole sorgere, almeno una volta, dal Monte Grappa, scriveva in quel racconto ed aggiungeva: ogni volta che al chiaro di luna scendevamo alla piccola trattoria, io respiravo il profumo di quei grandi fiori color porpora che coprivano i muri bianchi e inondavano la notte del loro olezzo, e ci sedevamo nel giardino con un autentico boccale di birra buona davanti, e coppie di innamorati ci camminavano vicino nella penombra lunare, e magari su per la strada una chitarra si lamentava nostalgicamente suonando Torna a Surriento, credimi, Washington era terribilmente lontana e mi auguravo di non aver mai toccato una macchina da scrivere”.

Quella presenza tanto importante viene ricordata ora, grazie alla lungimiranza della famiglia Luca, proprietaria attuale di Villa Ca’ Erizzo, con un museo volto ad esaltare il lavoro di uno scrittore di indubbia notorietà, ma anche le vicissitudini di una guerra che ha toccato da vicino il nostro territorio.

Hemingway a Bassano (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“Il museo – spiega il sito Internet dedicato a questa iniziativa - occupa cinque grandi locali situati a livello strada con accesso diretto da essa. La parte espositiva è formata da 58 grandi pannelli, ricchissimi di spiegazioni storiche, di fotografie e di testimonianze. La sua peculiarità, al di là del potere evocatore del grande evento funesto e dell'esauriente illustrazione dei suoi passaggi cruciali, è quella di fornire una testimonianza, unica in Italia, sulla partecipazione degli Stati Uniti alla prima Guerra Mondiale che non si è limitata, come vedremo, al servizio ambulanze”.

“Nella sala d'ingresso prosegue - Hemingway accoglie il visitatore con i suoi romanzi ispirati dalla Grande guerra: "Addio alle armi" e "Di là dal fiume e tra gli alberi". Vi è anche la documentazione di un suo singolare racconto scritto a vent’anni, all'indomani del suo rientro in patria, a guerra appena conclusa”. È la storia di un pugile italo-americano della California di cui parlavo sopra.

“Un'altra singolare documentazione – conclude- riguarda la partecipazione degli aviatori americani al conflitto. Il loro comandante fu un italo-americano divenuto famoso dopo la guerra come sindaco di New York: FiorelloLa Guardia. Gliaerei che pilotavano erano gli italianissimi bombardieri Caproni. Passando dalla sala d'ingresso alle altre, le tappe salienti della Grande Guerra si succedono con ritmo incalzante, sempre ricchissime di documentazioni inedite e non riscontrabili in musei analoghi”. E vengono elencate le tappe salienti di una guerra protrattasi per quasi quattro anni.

Hemingway a Bassano (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il museo Hemingway e della Grande guerra della Fondazione Luca sta riscuotendo un successo insperato. Sono migliaia i visitatori che lo frequentano per capire che cosa abbia rappresentato per il Bassanese e per l’Italia quel periodo travagliato, ma anche per meglio conoscere lo scrittore americano che, pur rimanendo ben poco a Bassano, ha avuto modo di apprezzarne la bellezza riportandola poi nei romanzi scritti più avanti nel tempo.

Merita sicuramente un plauso l’iniziativa della Fondazione Luca che ha voluto rinverdire una pagina della nostra storia patria favorendo in tal modo, da un lato, la conoscenza di episodi, di fatti e di personaggi che ancora pochi conoscono e, dall’altra, di implementare l’offerta turistica. È ben vero però che il prof. Giovanni Cecchin, aveva presentato, su un piatto d’argento, ancora nel 1991, l’idea, all’amministrazione comunale di allora, di una mostra su Hemingway. Sentite cosa scriveva agli amministratori: “Ho materiale più che sufficiente per una grande mostra documentaria e fotografica, il cui titolo provvisorio potrebbe essere “Americani in Italia nel1918”. Ci sono tutti gli ingredienti per il massimo interesse sia per gli specialisti che per l’uomo comune. Con gigantografie di Bassano e della Pedemontana la rassegna potrebbe prestarsi anche per una valorizzazione, a livello mondiale, della nostra regione, tanto più chela Crocerossa americana era accasata in note ville venete, da Ca’ Erizzo a Villa Maser, a Villa Emo ed altre ancora. Ho già preso contatti a Roma con l’ufficio quarto del Ministero degli esteri e tale mostra potrebbe, in seguito, essere esportata anche negli Usa (Washington, New York, Chicago, San Francisco, Boston). Sarebbe un’occasione unica ed irripetibile, quindi, per attirare l’attenzione su Bassano e la nostra Regione. Ho già informato della cosa l’on. Andreotti (abbiamo in comune alcuni studi sulle Case del soldato di Don Minozzi nel 1918). Lui s’è detto favorevole ad appoggiare l’iniziativa”.

Il prof. Cecchin allegò a questa proposta qualcosa come 147 documenti utili ad arricchire la mostra, fra questi 2500 fotografie scattate dallo stesso Hemingway, dai suoi ex compagni e da fotografi ufficiali della Croce Rossa Americana, più un grande numero di documenti rari e di pubblicazioni non facilmente disponibili provenienti dagli archivi di stato americani e da biblioteche Usa.

Hemingway a Bassano (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Cecchin non ebbe risposta a questa allettante offerta per cui l’idea finì nel dimenticatoio. Ci fosse stata allorala FondazioneLucasicuramente il museo di Ca’ Erizzo godrebbe di una documentazione ancor più ricca di quella attuale. Al di là di questa considerazione, comunque, la mostra offre una visione esaustiva di quel periodo bellico e dello scrittore americano e merita sicuramente una visita.

Di recente sono stati forniti, da Alberto Luca, perla Fondazionedi famiglia e dal collega Giandomenico Cortese, direttore scientifico della rassegna, i dati relativi al numero di visitatori da agosto del 2014, mese in cui la mostra è stata inaugurata ufficialmente, fino alla fine dell’anno. Ebbene, i visitatori sono stati 3107. Si conta che siano oltre cinquecento al mese le persone interessate a conoscere questa rassegna, un numero, comunque, in continua crescita.

Il Museo è aperto tutto l'anno nei seguenti orari: sabato e domenica dalle 9.30 alle 13 e dalle15 alle 18.30; il martedì ed il venerdì su prenotazione apertura per gruppi e scuole. È chiuso invece il lunedì, il primo gennaio, la domenica di Pasqua e il 25 dicembre. Non mancano poi le iniziative per far conoscere il protagonista di questo museo ela Grandeguerra, specie quest’anno che ci troviamo a ricordare i cent’anni di entrata in guerra dell’Italia. Ecco gli appuntamenti di marzo: due serate discovering Ernest Hemingway in collaborazione con Ler English library; venerdì 20, alle 18, letture di Hemingway a cura del Cenacolo degli scrittori; sabato 28, alle 17, teatri di guerra a cura del Liceo Brocchi. In aprile vi saranno altre due serate discovering Ernest Hemingway in collaborazione con Ler English library e, sabato 11, le ville nella Grande guerra.


nr. 09 anno XX del 5 marzo 2015

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