NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il teorema Landini? Non si capisce la tesi...

Ubaldo Alifuoco, Bruno Oboe ed Egidio Pasetto, sindacalisti dell'epoca d'oro della costruzione del progetto, guardano con occhio scettico alle evoluzioni tra politica e sindacalismo del segretario della FIOM - Pare non essere né carne né pesce, dicono, e per questo manifesta una confusione pericolosa di strategia e di obiettivi

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Il teorema Landini? Non si capisce la tesi...

(g. ar.)- C'è stata davvero un'epoca d'oro del sindacalismo italiano: ha coinciso con gli anni 60 e tutti gli anni 70 (salvo qualche sporadico prolungamento negli anni 80) ed è ancora oggi marcato da firme storiche della triplice nazionale: Luciano Lama e Trentin della Cgil, Pierre Carniti e Marini della Cisl, Vanni e Benvenuto della UIL. In contrapposizione a quel periodo che resta memorabile per i risultati ottenuti, dallo statuto dei lavoratori alla lotta per l'abolizione delle zone salariali, dal diritto di assemblea in fabbrica all'affermazione sempre più accentuata dell'autonomia del sindacato, oggi il fatto saliente è quello di un sindacato, la FIOM che attraverso il suo segretario Landini annuncia un progetto "politico" quanto meno curioso: mischia, confondendole, le prerogative del sindacato autonomo rispetto ai partiti con il carico di strategie che verrebbero assunte nel momento stesso in cui cominciasse a vivere e lavorare Coalizione Sociale, il neo-partito politico "non partito" la cui paternità è tanto chiara e sottoscritta quanto non lo è al contrario il suo progetto.

Per capire dove va Landini basterebbe probabilmente il comunicato secco ed esplicito della CGIL della Camusso col quale lo stesso Landini è stato di fatto allontanato dall'orizzonte della Camera del lavoro dopo aver sostenuto poche ore prima che dalla Camusso aveva ottenuto un via libera di prospettiva.

Con i segretari di livello e di vaglia di quel periodo di maggiore costruzione del sindacalismo vicentino e regionale Ubaldo Alifuoco (ex CGIL), Egidio Pasetto (ex FIOM) e Bruno Oboe (ex CISL) cerchiamo di capire dov'è il problema. In poche parole: Landini e la FIOM si stanno scavando la fossa con le proprie mani o è il solo segretario impegnato in questo tentativo di suicidio prima sindacale e poi anche politico. La sfumatura non è secondaria perché appunto nelle risposte dei nostri interlocutori si trovano linee di condotta e possibili sviluppi che terminano tutti in una previsione piuttosto deludente per Landini: non sa dove sta andando e a fare che cosa, per cui il progetto politico fallirà. Con una aggiunta, che come vedremo appartiene a Bruno Oboe: non solo Landini fallirà, ma se la FIOM non se ne libera alla svelta chi ci andrà di mezzo, tanto per cambiare, saranno i lavoratori. Se la storia insegna qualcosa, conclude Oboe, bisognerebbe farne tesoro e ripensare alla conclusione di avventure come quelle di Di Pietro, Ingroia o Bertinotti, tutti finiti sotto il tritacarne della partenza sparata seguita dall'inceppamento irrimediabile sia pure in tempi, modi ed anche grado di dignità molto diverso.

Ubaldo_Alifuoco (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)TESI STRANE E DISORDINATE- Ubaldo Alifuoco è stato a lungo segretario generale della CGIL provinciale di Vicenza tra il 1975 ed il 1995. Arriva come vedremo per Pasetto e Oboe da una lunghissima esperienza maturata proprio in quel contesto di confronto sociale e politico che non ha avuto seguito in quanto da tangentopoli in su tutti i rapporti veri o prevedibili tra forze sindacali e forze politiche hanno subito un evidente tracollo e la dispersione di forze e anche credibili tesi è stata tale che basta un'occhiata alla situazione di oggi per capire quanto tutto sia irrimediabilmente cambiato, forse involuto senza possibilità di rimedio. Alifuoco dice tra le altre cose di essere rimasto molto sorpreso, a dir poco sorpreso, quando Landini e la FIOM hanno proclamato lo sciopero alla Fiat giusto nel momento in cui Marchionne annunciava dopo tanti anni un incremento di occupati: "Io credo che l'esempio luminoso di Luciano Lama basterebbe per rimediare a certe prese di posizione che dimostrano come Landini non si sia minimamente interrogato circa la nuova realtà del progetto di sviluppo della Fiat. Nel 1980 sotto la pressione di un lungo sciopero portato alle estreme conseguenze dai metalmeccanici di Bertinotti e di fronte alla marcia dei 40mila colletti bianchi che non ne potevano più di quella situazione, Luciano Lama ebbe il coraggio di mettere il punto a quella vertenza e disse abbiamo perso, punto e basta. Possiamo dire che quella generazione dei sindacalisti era di estrazione culturale diversa, di esperienza diversa: erano personaggi di diversa levatura e la differenza si vede... Quelle di Landini sono tesi strane e disordinate".

UN NON PROGETTO POLITICO- Non si sa, continua Alifuoco, che cosa ha in testa il segretario dei metalmeccanici e dove vuole andare per fare che cosa: "L'autonomia del sindacato rispetto alla pressione dei partiti è stato un lungo percorso, lungo e molto faticoso. la prospettiva che vediamo emergere con questa operazione è di una nuova confusione di ruoli tra sindacato e partiti e non capisco a che cosa servirebbe. Il sindacato si occupa di lavoro, la politica si occupa di strategia: l'uno e l'altro sono ruoli che presumono e richiedono un confronto; chiaro che anche il sindacato a suo modo fa politica nel momento in cui va a trattare con il governo, ma è un modo tutto autonomo di fare politica che ha come obiettivo principale e unico quello di ottener le migliori condizioni economiche e civili per i lavoratori. Come ho detto non capisco affatto la strategia sindacale o politica di Landini, non capisco soprattutto perché non chieda esplicitamente l'appoggio alla sua gente e verifichi che cosa ne pensa. Ho molti dubbi sul fatto che la FIOM sia allineate con le tesi del segretario per il semplice fatto che il consenso si ottiene quando chi fa parte di una organizzazione rappresentativa arriva a capire che cosa gli si sta proponendo. In questo caso credo che nessuno ci abbia capito molto e sarò ben difficile che non chiarendo niente Landini ottenga davvero l'appoggio dei metalmeccanici".

Egidio_Pasetto (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)DI COERENZA NEMMENO L'OMBRA- La grande assente nel meccanismo avviato da Landini sembra essere tutto sommato la coerenza. Non si costruisce niente senza coerenza e nemmeno si può pensare di rimediare "dopo" perché c'è un inizio ed un termine di ciascun percorso, come sottolinea Egidio Pasetto fino agli anni 90 segretario della FIOM e nella segreteria regionale dei metalmeccanici: "Debbo dire francamente che Landini sta percorrendo un sentiero che proprio non riesco a capire. Io credo che quando parliamo di politica e applichiamo questo concetto all'attività di un sindacato il punto di riferimento non può che essere quello della polis, la polis come comunità da governare; in questo senso non c'è dubbio che il sindacato fa politica per il semplice fatto che costruendo una sua proposta contribuisce alle scelte, quantità e qualità, proposte e controproposte, trattativa per arrivare a un accordo. Questo è sì politica, ma dico anche che secondo me il problema consiste nel riconoscere in quale misura e su quale terreno si esercita il ruolo: sia che si parli di politica come che si parli di sindacato, non fa differenza. Ma ciascuno dei due ha un suo terreno di elaborazione ed analisi da cui arriva la proposta, ciascuno deve rimanere su questo suo terreno e da lì trovare le mediazioni. Se penso alla mia esperienza debbo dire che tutto si è sempre mosso in questi termini e non in altro modo. Stare sul proprio terreno significa anche un'altra cosa, trovare cioè dentro questa area l'inizio e la fine di qualsiasi ragionamento. Come dire che c'è un'ALFA e c'è un OMEGA. Benissimo, se l'inizio e la fine sono in questo stesso territorio, ma se ne rimane solo uno e l'altro va ad esplorare altre situazioni estranee alle sue allora succede che tutto inevitabilmente si sbilancia e i conti non tornano più. Quello che non ho ancora capito dell'operazione avviata da Landini è che cosa si proponga di ottenere lungo questo suo percorso confuso e indeterminato: un sindacato che agisce da partito politico o l'esatto contrario. In entrambi i casi il risultato non può essere positivo nel senso di dare un risultato. Snaturare i ruoli non solo non serve ma può produrre guasti importanti".



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