NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Chi assiste chi: il rebus di una scuola esemplare

È quella che si occupa dell'istruzione di ragazzi sordi o ciechi adoperando mezzi didattici ottenuti e gestiti tra Provincia e genitori: l'investimento di Palazzo Nievo è assicurato fino a tutto quest'anno, ma dopo chi se ne farà carico? - La Cooperativa sociale Vi.Assiste: "È la Regione che deve decidere e delegare poi il territorio"

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Chi assiste chi: il rebus di una scuola esemplare

(g. ar.)- Il panorama delle disabilità è drammaticamente vasto, articolato, sempre distinto settore per settore da differenze anche sostanziali. L'unica sostanza che non cambia mai, quale che sia il volto autentico del problema, è rappresentata dalla necessità di offrire un servizio pubblico al quale si dà il compito di intervenire e gestire, affiancare e assecondare, conoscenza tecnica e umanità: il materiale umano su cui si lavora è di per sé bisognoso di ogni attenzione ed è chiaro che la sensibilità di chi è incaricato di formare e istruire sta alla base del successo di questa serie di operazioni tutte finalizzate al superamento parziale o completo della disabilità della quale ci si occupa. Detto questo, bisogna anche ricordare le frequentissime frizioni che avvengono tra le due parti: non dovrebbero essere contrapposte, ma lo sono il più delle volte per questione di soldi, di fondi che non ci sono, di investimenti che si facevano e non si fanno più. Tipica di questo panorama è la lite perpetua che divide le ulss in tutto il Veneto dal mondo della disabilità psicologica o mentale o anche fisica. Vicenza in quanto Comune ha prima sospeso e poi riattivato il servizio bus per un gruppo non numerosissimo di disabili che di punto in bianco si è ritrovato confinato in casa, salvo poi, dopo molto insistere e protestare, ritrovare il servizio almeno parzialmente dato che è stato ripristinato njon in tutto il territorio dell'ulss, ma nell'ambito cittadino. Il seguito deve essere ancora scritto: il servizio è indispensabile nella stessa ampiezza territoriale con cui veniva svolto prima del primo cambiamento. Gli interessati attendono speranzosi.

RASSICURAZIONI DALLA REGIONE...- Nel caso dei disabili della vista e dell'udito c'è il grande problema di garantire l'istruzione e l'attività scolastica, ma anche la constatazione che finora le cose hanno marciato a dovere: da dieci anni a questa parte funziona il servizio inaugurato dalla Provincia e affidato al lavoro di una cooperativa. Un ottimo investimento che non si può più definire un esperimento, ma anche una realtà che qualche rischio lo corre e anche molto serio. La Provincia ha garantito la copertura fino alla fine di quest'anno, dopo di che tutto andrà in carico all'ente chiamato a farne le veci. E naturalmente c'è nebbia fitta su questa svolta perché il riferimento alle aree metropolitane pare abbastanza vago. L'unica considerazione non vaga in assoluto è legata alle responsabilità della Regione che ha appunto il compito di assumersi prima l'incarico di quanto verrà lasciato dalla Provincia e poi di riversarlo con tempi e modi adeguati sull'ente che verrà. Nel frattempo però è scattato l'allarme da parte delle famiglie di questi ragazzi disabili, di chi fa formazione e della stessa Provincia che non ha intenzione di andarsene semplicemente chiudendo la porta. La Regione ha d'altra parte un problema non lieve, va alle elezioni in maggio: quale che sia la nuova amministrazione in posizione di continuità o discontinuità da quella che sta per scadere. Il problema che si ritrova oggi a dover esaminare se lo ritroverà sul tavolo dopo le elezioni. La richiesta di tutti gli interessati è per un impegno immediato di Venezia che rassicuri e stabilisca fin da ora che il servizio continuerà e che non si metterà in pericolo un risultato di grande valore come quello ottenuto. Il lavoro del modello-Vicenza è infatti nato per primo e ancora oggi dopo dieci anni fa da riferimento a tutti gli altri esperimenti creati nel veneto e in Italia.

Chi assiste chi: il rebus di una scuola esemplare (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)LA DEBOLEZZA DA NON VIOLARE- Nelle parole di Morena Martini, consigliere delegato provinciale e assessore facente funzioni così come in quelle di Ampelia Berto, le indicazioni sono molto precise oltre che serie. Chi si deve occupare di tutto questo una volta che sia scaduto il termine di fine anno 2015? È auspicabile che sia il territorio a riceve la delega da parte della Regione, ma chiaramente per questa operazione è indispensabile che la Regione faccia quel che deve fare senza aspettare la campagna elettorale e le elezioni di fine maggio. Si tratta di una normale, perfino scontata preoccupazione da chi non vede troppo chiaro nel futuro dell'assetto istituzionale in generale. La Regione va alle elezioni, con tutto quel che comporterà, avendo sul tavolo questa pratica che sarebbe facilissimo risolvere anche subito: vengono investiti nel Veneto 8milioni di euro: basterebbe semplicemente che la Regione stessa decidesse di dare delega alle Province non cambiando di una virgola il sistema che sta funzionando. Il fatto è che non siamo di fronte ad un grave problema di strategie politiche o finanziarie, ma ad una semplice questione di disponibilità in rapporto al tempo che si ha a disposizione. Le preoccupazioni di chi si occupa di questo settore della disabilità sono molto comprensibili: non è una novità che si dia molto e rapido ascolto a chi grida le proprie esigenze e che invece si trascurino nel modo più esplicito le esigenze pure fondatissime dei più deboli, dei meno numerosi, di quelli che non avendo capacità contrattuale altrettanto forte si ritrovano troppo spesso traditi nelle loro aspettative. Questo servizio così importante, insomma, rischia la cronicità della non chiarezza delle scelte fino al termine della copertura prevista ed è evidente che questo pericolo non può essere sopportato da chi sta consumando lavoro, energie e professionalità, oltre che umanità. L'auspicio quindi mette al centro di tutto il ragionamento proprio la Regione.

Chi assiste chi: il rebus di una scuola esemplare (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ALLA REGIONE SI CHIEDE RAPIDITÀ- Ecco perché la richiesta nei confronti della Regione è di una rapidità di decisioni del tutto possibile. Ampelia Berto dice che la prospettiva dovrebbe essere quella di un'amministrazione regionale che "deliberi il più presto possibile e indichi i soggetti a cui vanno assegnate le deleghe perché il servizio va garantito. L'ideale sarebbe che si tenesse conto di quanto ha fatto la Provincia e che si decidesse in questa logica rimanendo ad una scelta che abbia il territorio come primo interlocutore. Altre esperienze non hanno dato risultato, a Belluno ad esempio si è optato per contributi alle famiglie, ma il risultato non è lo stesso di Vicenza dove c'è un servizio scolastico vero e proprio che funziona e che ha avuto un notevole successo in questi dieci anni. Quale che sia la prossima realtà istituzionale, la Regione deve confermare l'incarico all'ente territoriale. Ma tutto questo va fatto adesso, non dopo". L'assessore Morena Martini a sua volta spiega che avendo ottenuto che la Provincia stanziasse quanto necessario per arrivare fino alla fine di quest'anno, ora si aspetta "che la Regione faccia la sua parte prima della campagna elettorale mantenendo le deleghe assegnate all'ente territoriale: la cosa più semplice sarebbe quella che l'investimento regionale venisse ridistribuito tra le Provincie. Quello della Regione è un onere, ma anche un onore, perché con questo servizio si risponde ad esigenze pubbliche di evidente importanza". Il punto cruciale della decisione da prendere prima delle settimane convulse della campagna elettorale e poi del periodo di transizione tra l'amministrazione uscente e quella che la sostituirà è ancora una volta un punto di riferimento chiarissimo. Perché gli slittamenti purtroppo così frequenti nelle cose della politica causerebbero in questo caso danni molto difficili da rimediare.



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