NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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"Tutto Shakespeare in 90 minuti"

Intervista a Nino Formicola, in arte Gaspare, sulla commedia inglese diretta e adesso interpretata anche da Alessandro Benvenuti

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Tutto Shakespeare in 90 minuti

Anna Cappelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)@artiscenichecom

 

Tutto Shakespeare in 90 minuti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Prosegue la stagione della prosa al Remondini di Bassano del Grappa con una celebre commedia inglese “Tutto Shakespeare in 90 minuti” adattata e diretta da Alessandro Benvenuti. Inizialmente interpretata dal duo Zuzzurro e Gaspare, Benvenuti ha sostituito in scena Andrea Brambilla dopo la scomparsa, creando una coppia inedita con Nino Formicola. Sul palco con i due comici anche il giovane Francesco Gabbrielli, bravissimo co protagonista. la pièce è un’esplosiva corsa e rincorsa tra le opere del Bardo con citazioni per analogia da film e show televisivi famosi: Frate Lorenzo (Romeo e Giulietta) è il jedi Obi Wan Kenobi, Giulio Cesare viene accoltellato con la musica di Psyhco, nella scena del meta-teatro di Amleto il veleno viene sostituito dallo squalo di Spielberg, le opere dedicate ai re inglesi si condensano in una telecronaca calcistica, Otello diventa un rapper e Tito Andronico un sanguinario Carlo Cracco. Abbiamo incontrato Nino Formicola.

 

All'inizio si demonizzano un po' le sit-com e le soap perché si dice che hanno cancellato la nostra capacità di comprendere e che Shakespeare è la nostra salvezza. Però le frivolezze popolari ci sono sempre state. Sia da Drive in che da Zelig sono usciti dei grandi attori; perché si continua a dire che è colpa di quel tipo di televisione?

Nino Formicola: “Noi non facciamo questo discorso, è una delle 2000 piccionate che fa lui ( il personaggio interpretato da formicola ndr), che si presenta come un grande conoscitore di Shakespeare ma in realtà è un venditore di libri, un imbonitore. Cerca la frase ad effetto per attirare dalla sua parte il pubblico. È fatto su quella logica, non la nostra".

Comunque oggi, anche nel teatro di commedia spesso si demonizza la tv di intrattenimento come se fosse la colpa assoluta di aver perso la sensibilità verso queste cose.

Il problema è che non c'è più la televisione di intrattenimento. Qual è la tv di intrattenimento?”.

L'infontainment, parlando di intrattenimento di qualità: Striscia, Gazebo...

Striscia è una repubblica a parte che fa un'operazione simile a se stessa da 30 anni, ha uno scopo ben preciso ed è un altro paio di maniche. Ma l'intrattenimento qual è? Lo spettacolo, in televisione da cosa è offerto?”.

Me lo dica lei.

Tutto Shakespeare in 90 minuti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

Non più dai professionisti, la verità è questa, tant'è che sono diventati più importanti i presentatori di quelli che fanno gli spettacoli. Il mercato dei presentatori è quello col costo più elevato della televisione: costa molto di più un presentatore che un qualunque personaggio che serva".

Però è anche vero che nei talent c’è tanta gente che fa gavetta da anni e che è brava e che comunque non emerge e fa parte del “rullo”, diciamo così.

Io non sono contrario al principio del talent, il vero problema del talent è che dovrebbero essere onesti e dire a quelli che ci vanno che non è vero che risolveranno la loro vita. Fatta questa premessa i talent possono essere i festival di Castrocaro 2.0, una chance come un’altra. Il problema di fondo è che quando tu in televisione raggiungi il successo, la popolarità e la visibilità alla velocità del fulmine, in 3 mesi, diventi il mito per i ragazzini è difficile: sai già che a 15, 16 anni, hanno cambiato gusto già 3 volte e a 22 di nuovo e quindi tu ti ritrovi con un pubblico che prima ti adora e il giorno dopo “non ti caga” più. Bisogna far capire a chi partecipa che il talent è una scorciatoia e che comunque dopo devi pedalare per ricominciare. Guarda cosa è successo a Mengoni: è diventato un mito poi è sparito nel nulla e ha dovuto fare fatica, ripresentarsi a San Remo".

Ma perché non ci sono dei talent di teatro, per esempio?

Perché non è possibile farli!”.

Con la danza ci hanno provato.

No, non con la danza, con gli stacchetti di 12 secondi, che è un altro paio di maniche; anche i comici non ci sono, non esiste il talent dei comici, non ci può essere per il semplice motivo che gente che sappia più o meno cantare o gente che sappia muoversi…”.

Bene o male…

“…Ma gente che sappia far ridere dalla Val d’Aosta alla Sicilia…”.

No eh?

A iè longa". 

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