NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

L'edilizia "minore" può darci la ripresa

Incontro di tesi tra il presidente dell'ANCE Buzzetti e il ministro Delrio: sembra aprire uno spiraglio che gli industriali chiedevano da mesi, meno grandi opere e invece attività di restauro e recupero dei centri storici, sicurezza nelle scuole - Categorie produttive d'accordo "purché non si tratti dell'ennesino annuncio senza seguito da parte del governo"

facebookStampa la pagina invia la pagina

L'edilizia "minore" può darci la ripresa

(g. ar.)-  Due bambini feriti a Ostuni in una scuola elementare insieme con la loro maestra per il crollo di intonaci sembrano sottolineare qualcosa che sta spuntando all'orizzonte dei progetti del governo Renzi. Il neoministro Delrio ha detto di avere un'idea in testa: lasciamo stare per un po' le grandi opere e dedichiamoci ad una fetta dell'attività edilizia che coinvolge molto più direttamente la gente e che potrebbe avere il potere di frenare la crisi dando invece qualche buona vitamina ai costruttori le cui attività ormai da anni languono visibilmente e drammaticamente. Se vogliamo dirla tutta, questa idea risulta continuamente rappresentata da quindici anni in tutti i rapporti che gli industriali hanno presentato ai vari governi dopo averne discusso nelle loro assemblee. È una storia vecchia, che però adesso potrebbe ricevere impulso diverso e finalmente visibile dal momento che ne parla il ministro alle infrastrutture, l'uomo competente per eccellenze quando si parli di programmazione economica legata al mondo delle costruzioni.

I bambini di Ostuni e la loro maestra hanno rischiato moltissimo, ma hanno anche involontariamente fornito la migliore prova possibile che così non è più possibile  andare avanti. L'edilizia scolastica esaminata ai raggi X nel 2011 dall'associazione dei consumatori aveva prodotto un rapporto/piano che parlava di una fetta del 30 per cento di scuole non a norma di sicurezza proponendo quindi il progetto di bonifica degli edifici scolastici a rischio. Il piano è ancora nei cassetti del ministero delle infrastrutture che prima si chiamava dei lavori pubblici: non è stato fatto nulla. Anzi, in quei casi in cui qualcosa è stato fatto -e il caso di Ostuni è esemplare- ci si ritrova a recriminare una volta di più per il fatto che l'operazione è mal riuscita: quella scuola era chiusa da tempo in attesa del completamento dei lavori di restauro in corso da cinque anni; all'inizio di gennaio c'era stata la riapertura. Sono bastate poche settimane perché una parte di un soffitto cedesse e lasciasse peraltro aperta la porta ad ogni legittimo dubbio dal momento che nessuno è in grado di garantire che non ci saranno altri crolli e altri bambini feriti. Così la scuola è di nuovo chiusa e occorreranno altro tempo e altri soldi...

L'edilizia "minore" può darci la ripresa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SERVE UN CAMBIO DI PASSO- Sarebbe un netto cambio di passo e di impostazione quello prospettato dal ministro Delrio. Si passerà finalmente dalla strada maestra delle grandi opere a interventi di minore entità, ma di impatto immediato sia sul Pil che sui cittadini, la cui sensazione dovrebbe cambiare sostanzialmente perché si vedrebbero realizzate opere che tutti possono percepire immediatamente e in tempo reale, secondo necessità. Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance, l'associazione dei costruttori edili, accoglie con favore le parole del neo ministro delle infrastrutture Graziano Delrio a Repubblica. Fin da quando Delrio era presidente dell'unione dei Comuni gli industriali avevano sostenuto che il tema centrale del blocco del settore edilizio era determinato dall'attenzione prestata alle grandi opere, senza che poi ci fosse "grandi" risultati mentre rimanevano indietro le manutenzioni, le emergenze dell'edilizia scolastica, il recupero dei centri storici, il tutto bisognoso di un piano di interventi mirati. Programmi semplici, diretti, con risorse chiare, come accade in Francia o Spagna dove la priorità viene data a opere da 8-13 miliardi di euro realizzati anche in un anno, opere di manutenzione cittadina, del territorio, sui fiumi, scuole e edifici pubblici. I tedeschi, ad esempio, hanno scelto la via della sistemazione degli edifici dal punto di vista energetico. Gli Usa, puntano molto sul risanamento di uffici pubblici. Tutto questo gli industriali dell'ANCE lo hanno sostenuto e proposto da molto tempo, sottolineando oggi che il discorso va avanti senza esito da almeno quindici anni. Sono stati presentati ben 5mila progetti cantierabili per un investimento di circa 9 miliardi che comprendono interventi piccoli e di media entità. L'impostazione dunque dovrebbe essere questa, stando almeno a quanto il ministro Delrio dichiara in una intervista a Repubblica dopo aver segnalato alla stessa ANCE che la sua agendo di interventi dovrebbe essere proprio questa.

COINVOLTI APPALTI E BANCHE- È chiaro che se un cambiamento del genere ci sarà i risultati non si limiteranno all'oggetto degli interventi ma andranno invece molto oltre perché il risultato più scontato è che si rimetta in moto quel volano essenziale all'economia che è il settore edilizio. Questo spiraglio viene tanto più a proposito in quanto oltre al crollo della scuola di Ostuni sono stati segnalati altri guasti ad opere pubbliche importanti come ad esempio l'autostrada Palermo-Catania sulla quale c'è stato il cedimento di un pilastro di un ponte: le prime notizie tecniche parlano di un non esattamente corretto rapporto tra materiali impiegati e compensi richiesti alla pubblica amministrazione.

I primi accertamenti dicono che la percentuale di cemento messa in opera è molto al di sotto del dovuto ed è evidente che in questo caso sarebbe stato risparmiato molto denaro andato a finire chissà dove. Inutile aggiungere che a tutto questo si somma la disciplina degli appalti, ormai scaduta fino all'incredibile, con cantieri che grazie all'aggiustamento dei costi in corso d'opera un lavoro affidato perché ne era stato richiesto il prezzo minore viene a costare quattro volte di più di quanto preventivato. La Torino-Milano è una delle opere per le quali Confindustria ha descritto chiaramente come lo sforamento dei costi sia diventato tanto forte da raggiungere appunto il 400% di aumento rispetto al progetto. Né possiamo pensare che siano sufficienti le dimissioni del presidente dell'Anas. I guasti sono molti e gravi anche se probabilmente sullo sfondo c'è sempre soprattutto l'esigenza di una sorveglianza migliore degli appalti oltre che la riforma necessaria del meccanismo che li regola; dopo di che c'è anche la prospettiva del ruolo che gli istituti di credito potrebbero assumere sul settore delle costruzioni nel caso che alle parole Delrio facesse seguire davvero i fatti.

Anche per quel che riguarda le banche si tratta di operare in modo che si ripristini la fiducia e diventi non più proibitivo chiedere ed ottenere un finanziamento. Se dalle grandi opere si passa alle cosiddette piccole, ecco che la stessa esiguità delle spese previste farebbe da ottimo consigliere nei confronti delle banche che sarebbero rassicurate e meglio disposte, visto anche che dalla BCE hanno ricevuto e ricevono importanti finanziamenti che per regola e nei patti dovrebbero dedicare al territorio a cui appartengono investendo proprio lì e non altrove.



continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar