È una mostra di richiamo, quella delle opere di Luciano Tonello, ospitata nella villa Foscarini Rossi a Stra -Venezia: un’esposizione dedicata alle ville del Triveneto, fatta di acquarelli e di tempere, di chine, di disegni che lo legano, ancora una volta tramite le opere all’origine vicentina e da qui a dar voce, sul tema dell’acqua e dell’aria, all’architettura che conosce e da sempre lo appassiona. Un’intesa stretta ad iniziare dall’aderenza precisa alle facciate di Villa La Rotonda, La Malcontenta, Villa Gradenigo, alle palladiane Basilica e alla Loggia del Capitaniato, alcune dei suoi luoghi di conoscenza dove fonde nella diversa realtà dell’architettura, il “luogo” della mente, la creatività vitale, anche nel cromatismo, del paesaggio. E la realtà della rappresentazione delle facciate, nella straordinaria leggerezza del segno si contrappone in un’intesa partecipazione al sentimento per la natura. C’è una felicità del colore nel quale transita una luce che si stempera in chiarori più soffusi per alimentare nell’intensità dei verdi e dei blu dei rossi, degli azzurri e dei rosa, l’alleanza tra l’architettura, visione eterea, e la vitalità del contesto. Tonello filtra L’intesa tra il passato e la contemporaneità anche attraverso le elaborazioni delle ville a china, precise nel pulviscolo di fittissimi punti, che reggono tra scansioni fra bianco e nero, l’elegante finitezza dei volumi. Tonello non può contenere capitelli e colonne, archi, serliane viste e sognate. Così include elementi architettonici e vocaboli di lingue antiche che diventano forme di visione, offrono immagini figurative in uno spazio complesso.