NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Quella centralina al “centro” di una forte disputa

È scontro a Bassano sull’ipotesi di realizzare un impianto per la produzione di energia elettrica lungo il Brenta non lontano dal Ponte Vecchio

di Gianni Celi

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Quella centralina al “centro” di una forte disputa

È battaglia dura contro la proposta di realizzare una centralina idroelettrica lungo Via Pusterla, a due passi dal Ponte Vecchio. I pro ed i contro si sprecano in queste settimane, specie dopo che la Regione ha dato il suo ok alla realizzazione di questo impianto richiesto da un privato. Vediamo allora, anzitutto, chi è questo privato. Si tratta della ditta Belfiore ’90 di Antonio Bortoli &C (società in nome collettivo) di Nove, Via Contessa 23, la cui attività è, come leggiamo, “compravendita di beni immobili effettuata su beni propri”.

L’azienda in questione, già da diversi anni, aveva chiesto alla Regione l’autorizzazione a sistemare una centralina per la produzione di energia elettrica, sfruttando la corrente del fiume, utilizzando quello che, per qualche secolo, fu un canale che faceva girare le ruote dei mulini per la macina di cereali, sistemati proprio lungo Via Pusterla.

La Regione, dal canto suo, come spiega una relazione tecnica dello studio di architettura Piercarlo Comacchio, per conto della ditta, “ha riconosciuto, con decreto n. 34 del 17 febbraio 2012, di derivare dal fiume Brenta, in località Ponte Vecchio, moduli medi 80 (8000 litri al secondo) d’acqua ad uso forza motrice per produrre, con un salto utile di due metri, la potenza nominale media di 156,86 Kw”.

Quella centralina al “centro” di una forte disputa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“L’impianto – continua la nota tecnica – è stato inoltre oggetto di Via (valutazione di impatto ambientale n.d.r.) con giudizio favorevole di compatibilità ambientale con delibera regionale che recepisce i precedenti pareri favorevoli dell’Autorità di bacino, dell’Ufficio Natura, della Direzione urbanistica sulla relazione paesaggistica”.

 Di recente è arrivato anche il benestare della Giunta comunale con una sola clausola, vale a dire la precedenza da dare al cantiere che sarà allestito per i lavori di risistemazione del Ponte Vecchio.

Contro quest’opera s’era attivato un comitato apposito ed ora a far sentire la sua voce forte è la sezione bassanese di Italia Nostra, con una nota puntuale e circostanziata. “A Bassano del Grappa lungo via Pusterla ai piedi del millenario Castello cosa sta succedendo nel canale dei vecchi molini? – si chiede la dirigenza dell’associazione - Oggi è in progetto una centrale elettrica senza alcuna utilità pubblica, ma solo per una iniziativa privata in aree oggetto dell'intervento che sono di proprietà pubblica”.

“In una zona vincolata sin dal 1955 si profila una modifica estremamente impattante dal punto di vista paesaggistico – continua la nota - In un’area delicata dal punto di vista biologico si cambia l’ecosistema del fiume; in una zona a nord del Ponte di Bassano – manufatto storico già in severo pericolo statico – si alterano i flussi e i regimi delle acque; in un ambiente delicato per le variazioni di portata si peggiorano velocità, temperatura e quantità delle acque (il fiume vive perché ha una portata costante tutto l'anno; vivono e si riproducono salmonidi come la trota marmorata ed altre specie animali protette); in una area rinaturalizzata e frequentata da tantissime famiglie si cambia la destinazione dei luoghi. Dopo anni di richieste della popolazione bassanese che hanno portato al recupero e valorizzazione di percorsi escursionistici lungo le sponde si cambiano i valori di queste scelte protezionistiche. Esiste sul luogo, alle pendici del Colle del Castello, una antica torre medievale; esistono sul posto questi vincoli: Vincolo Paesaggistico ex L.778/22 e Vincolo Paesaggistico D.Lgs 42/2004. Il PAT considera l'area all'interno delle invarianti del Fiume Brenta (art 7e 24); il PAT (carta delle fragilità), considera l'area "bordo di terrazzamenti alluvionali, terreno non idoneo alla edificabilità, rischio geologico e idraulico, zona molto esposta"; per il Pat (carta della trasformabilità), l'area è considerata facente parte del corridoio ecologico principale. Ancora il Pat, alla nota delle invarianti, articolo 7.1.1/2 così recita “ deve essere garantito il mantenimento, il ripristino, la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio (reticolo dei canali e dei torrenti, manufatti, muretti a secco, viabilità vicinale, ecc.)”. 

“Nonostante questo – aggiunge la direzione di Italia Nostra - la Giunta Comunale di Bassano in merito alla centralina idroelettrica non ha espresso (delibera n. 92 del 24/04/2015) alcun parere negativo, ma si è limitata a dare "parere favorevole condizionato" alla possibilità di poter fare il cantiere di restauro del Ponte Vecchio! Dell’impatto negativo sul ponte, sul fiume e sulla fauna ittica nessuna considerazione? La Giunta così non ha esercitato il legittimo interesse comune. Non ha fatto opposizione, ma ha già trovato un accordo con i promotori della centralina su come fare il cantiere per il restauro del ponte: ma non ci possono essere misure compensative per i danni ad un "Bene comune"! Ma non può esserci un "parere favorevole condizionato" per favorire un privato e penalizzare tutta la collettività giustificando con dei pareri tecnici quali " l'intervento non risulta in contrasto con gli strumenti urbanistici", e ancora chiedere come misura compensativa "panchine,cestini portarifiuti e illuminazione notturna"! Ma siamo nella repubblica delle banane! È un'area che fa parte del Fiume Brenta e quindi è supervincolata!”. 

“Una misura compensativa vera - spiega Italia Nostra - sarebbe quella di chiedere alla ditta promotrice cinque milioni di euro per il restauro del Ponte e tutti i proventi ricavati da destinare alla manutenzione permanente del ponte. È bene ricordare che la centralina idroelettrica è realizzata da un privato in un area pubblica. È bene contestare la pubblica utilità delle opere sulla base delle leggi sulle energie alternative, quando vengono fermate le centrali dell’Enel per ridotta domanda e in assenza di un piano nazionale dell’energia che censisca la miriade di punti di energie alternative”. 

“È bene mettere in evidenza – si sottolinea - la contraddizione fra il riconoscimento di territorio di particolare pregio ambientale e la modifica radicale dei luoghi con le derivazioni idrauliche nel canale e nel fiume a pochi passi dal Ponte degli Alpini, perché: deturpa il paesaggio,deturpa il fiume, deturpa il castello, deturpa il ponte degli alpini, deturpa la città, deturpa un bene comune, deturpa la coscienza cittadina, deturpa l'immagine turistica, deturpa le casse economiche cittadine”. 

“Per tutto questo – conclude la nota - non possono esistere misure compensative. Italia Nostra, Sezione di Bassano del Grappa, evidenziando che la prescrizione recepita nell'ultima versione del progetto (interramento dei locali ospitanti la centrale per non modificare, dal punto di vista paesaggistico, l'area vincolata) non convince perché non garantisce l'eliminazione delle altre criticità quali ad esempio il rumore (anche se pure per questo è prevista la prescrizione di insonorizzare adeguatamente i locali...) e non garantisce di far effettuare tutte le indagini ed analisi , sia quelle "obbligatorie", sia quelle "prudenziali", che mettano in garanzia e in rispetto un bene monumentale come il Ponte Vecchio ed un bene paesaggistico ed ambientale come il Fiume Brenta e le sue sponde. Italia Nostra, in assenza di approfondite ed esaustive analisi sulla valutazione di impatto ambientale, sulla portata effettiva dell'acqua e incidenza sui piloni del Ponte, sull'allontanamento della fauna e il danneggiamento e alterazione della flora, sull'inquinamento acustico derivato, dice no alla realizzazione della nuova centralina idroelettrica sul fiume Brenta e vicino al Ponte Palladiano”.

Ma vediamo quali sono le proposte del progetto presentato dalla ditta Belfiore ’90. “”Il sito – spiega lo studio di architettura – è individuato in sinistra orografica del fiume Brenta, nelle adiacenze di Via Pusterla…ed il progetto riguarda l’utilizzo, a scopo idroelettrico, di una parte delle acque a circa 400 metri dal Ponte vecchio dove esistono ancora oggi le opere di presa costituire dalla traversa di sbarramento, denominata dell’Arcon, ed un canale di derivazione della lunghezza di circa 270 metri. A tutt’oggi la presa di derivazione ed il relativo canale versano in uno stato di abbandono e di degrado. Il proponente intende procedere al ripristino dei luoghi e del canale demaniale di derivazione al fine di potervi installare all’interno, una nuova minicentrale idroelettrica”.

La nota fa quindi un excursus storico dei molini posti lungo il fiume in quel tratto e ricorda che “i censimenti del ‘700 registrano ben diciotto ruote in funzione contro le trenta dell’intero distretto”.

Ed ecco che cosa rispondono i tecnici alle proteste di Italia Nostra: “La portata totale è di molto inferiore al deflusso totale, garantendo così il DMV (deflusso minimo vitale) richiesto. A fronte del minimo normativo di 4,7 metri cubi al secondo, in considerazione del pregio paesaggistico e ambientale dell’area, il progetto prevede prudenzialmente la taratura della strumentazione per una portata minima di deflusso pari a circa sei metri cubi al secondo”.

“La continuità dell’ittiofauna – aggiungono i tecnici – sarà garantita dalla traversa esistente che permette il superamento del piccolo dislivello. I rumori poi vengono contenuti con accorgimenti tecnici quali l’impiego di componenti elettromeccanici sommersi e l’utilizzo di opportuni materiali insonorizzanti interni ai locali”.

Oltre ad altri accorgimenti, per quanto concerne le opere murarie, i tecnici spiegano che “il progetto prevede misure compensative a favore del Comune di Bassano per la riqualificazione ecologica dell’area riparia che affianca l’impianto lungo la riva sinistra del fiume”.

Ed ecco, per finire, i dati relativi alla concessione dell’impianto, in base al decreto regionale del febbraio 2012: “La derivazione media sarà di 80 moduli (ottomila litri al secondo); il salto utile, di due metri; la potenza nominale media di 156,86 Kw; la durata della concessione è di vent’anni ed il canone annuo è di 6.041,30 euro”.

Adesso la Regione ha ripreso in mano la faccenda per il sì definitivo che verrà dato, però, soltanto dopo le elezioni ed anche il Comune di Bassano vuole vederci più chiaro su questo impianto. Tutto fermo, quindi, e, come diceva il buon Gino Bartali, “l’è tutto da rifare”.

 

nr. 18 anno XX del 9 maggio 2015



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