NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Con i piedi per terra, verso Santiago

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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De Tomasi

Una domanda forse con l’ausilio di immagini e audiovisivi. ma necessaria: Cos'è per te il viaggio a piedi, il camminare?

De Tomasi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Meglio chiarire fin da subito che non sono un camminatore da Guinness, sono una persona qualunque, che per tanti anni ha praticato molto poco l’attività fisica. Solo negli ultimi quindici anni ho iniziato, prima con la bicicletta, sia da strada che mountain bike, poi alla corsa. Da sempre però amo camminare, soprattutto in montagna. E allora ben venga il tempo del camminare, dell’andare piano, per assaporare quanto di magnifico c'è attorno a noi, per riscoprire soprattutto quanto di buono c'è dentro di noi. Rallentare ti può sicuramente far gioire per le bellezze che ti circondano, un’alba, un paesaggio, un fiore, che preso dalla frenesia del correre forse non avresti notato. Rallentare personalmente mi ha molto aiutato nel capire le priorità della mia vita, nel prendermi tempo per far due conti su come ho vissuto fino ad ora, con me, con i miei cari e con il prossimo. In nessun altro momento riesco a “staccare” a guardarmi dentro, come quando, infilate le mie scarpe, intraprendo un cammino, che esso sia di due settimane, di due giorni o di due ore. Partire da casa zaino in spalla, sapendo di star via due o tre giorni da un sapore diverso all'esperienza che si andrà a vivere, forse più antico, per quanto mi riguarda sicuramente più vero. Ecco, un viaggio a piedi è per me, in questo momento della mia vita, una finestra che per assurdo, mi permette di guardarmi dentro e allo stesso tempo di guardare il mondo".

Il celebre Camino di Santiago è per molti un "cult". E per te che lo hai fatto?

"Un cult, una moda, un trekking... Quanti appellativi ho sentito dare al Camino. A mio modesto parere il Camino è da sempre un pellegrinaggio religioso e solo nel corso degli ultimi anni viene vissuto anche come itinerario culturale. Le motivazioni date dal credo sono naturalmente le più sentite, vero è che esistono altri percorsi, altri pellegrinaggi religiosi che non sono però frequentati da un numero così importante di pellegrini (il Camino de Santiago e stato percorso nel 2014 da circa 200mila persone). La risposta che io do è forse semplicistica ma sicuramente ha trovato conferma nelle persone che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio pellegrinaggio. Non siamo tutti Indiana Jones, nè possiamo tutti permetterci un mese circa di alberghi e cene al ristorante! Ecco dunque il Camino, forse l’unico posto al mondo dove ogni 15 chilometri trovi un ostello pulito per dormire e un posto per mangiare con una spesa che va dai pochi spiccioli negli ostelli che chiedono solo un’offerta, ai 10/15 euro con cena e colazione in altri. Non sei costretto, come accade in altri pellegrinaggi meno frequentati, a bussare alle porte delle chiese per trovare un giaciglio, non sei costretto a portarti una tenda nello zaino per non rischiare di dormire sotto le stelle, non devi caricare lo zaino di provviste per la paura di non trovare un posto dove mangiare. Il Camino è un susseguirsi di paesini e città pronti ad ospitare i pellegrini di tutto il mondo. Ho sempre percorso il Camino nei mesi più freddi, quindi non ho mai avuto difficoltà nel trovare accoglienza, so che chi decide di percorrerlo nel periodo che va da subito dopo la Pasqua ad ottobre, sovente è costretto ad alzarsi di buon ora per assicurarsi una branda nel paese successivo, ma so anche che nei momenti di massima affluenza vengono aperte palestre o scuole per dare a tutti ospitalità".

De Tomasi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Abituati ad una vita frettolosa e a macchine veloci, il camminatore sembra invece una specie di "sovversivo", voce fuori dal coro. Qual è il tuo parere?

"Trovo che il camminatore sia sempre più emulato ed a volte invidiato, sono lontani i giorni in cui si vedeva chi camminava, anche per le nostre strade, come uno strano personaggio. Scaricare lo stress, allentare la morsa della frenesia, la certezza del benessere fisico che ne consegue, sono elementi scatenanti che inducono sempre più persone a camminare. I traguardi che ogni uno si prefigge, una volta raggiunti, allineano, livellano tutti. Se un ragazzo decide di percorrere dieci mila chilometri per motivazioni che sente proprie, una volta portato a termine il proprio progetto sarà, dai più, considerato un gran camminatore! Una persona qualsiasi, che riesce a fatica a ritagliarsi degli spazi per una camminata, tra le difficolta che possono venire dal lavoro, dallo stare vicino alla famiglia, dai mille impegni che il nostro tempo ci riserva, con il solo intento di rallentare, di godere della serenità che ti pervade quando cammini, ecco anche queste persone rientrano a pieno titolo nella categoria dei grandi camminatori".

Qual è il messaggio più grande che hai trovato, o ritrovato, nel tuo camminare?

De Tomasi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Nel mio camminare o nel mio pellegrinare, la cosa che più mi gratifica è la condivisione anche se spesso sono solo. Rallentare, aver tempo per se stessi, per pensare, per riflettere, non vuol certo dire diventare chiusi, anzi. Rallentare ti dà la possibilità di entrare in relazione con un gran numero di persone, di percorrere un pezzo di cammino/vita assieme a loro, di gioire con loro, di essere la loro spalla o loro la tua, di instaurare rapporti veri, sinceri, anche se , come accade lungo il Camino, destinati poi a interrompersi il giorno seguente o la settimana seguente. Non credo dimenticherò mai ogni singolo volto incontrato in Camino, ogni singola storia, ogni momento di felicità o di sofferenza. Camminare è tante cose, camminare è Condividere".

Chi è Gabriel (l'autore dei disegni) e che rapporto c'è tra le immagini e i testi del libro?

"Gabriel è un ragazzo coreano, uno dei tantissimi Coreani che percorrono il Camino. È una persona splendida che mi ha insegnato molto, come del resto racconto nel mio libro. Nei pochi giorni durante i quali ho avuto la fortuna di condividere il Camino con lui, è nata un’amicizia che va oltre le distanze. La sera quando ci incontravamo nei vari ostelli, era sua abitudine fare con lo smarthphone un disegno che riassumesse la giornata trascorsa ed immediatamente me lo inviava. L’idea del libro mi è venuta dopo la conclusione del mio Camino, ma non potevo immaginarlo senza quei disegni: per me quei momenti che Gabriel ha immortalato sono fotografie vissute, hanno lo stesso valore di un testo. Spero solo di avere ancora la possibilità di camminare a suo fianco un giorno!".

 

nr. 21 anno XX del 30 maggio 2015

De Tomasi (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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