NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La linea analitica dell’arte. Pittura analitica

Enzo Cacciola, Giorgio Griffa, Carmengloria Morales
Valmore studio d’arte
Contra’ Porta S. Croce, 14
Si riceve su appuntamento
Chiude il 30 giugno 2015

di Maria Lucia Ferraguti

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La linea analitica dell’arte. Pittura analitica

Un certo numero d’artisti all’inizio degli anni ’70 si trovavano riuniti nella Pittura Analitica, chiamata Nuova Pittura ed anche Pittura Pittura, un’esperienza artistica “nuova” significativa di quegli anni. Davano il loro credito, dopo l’informale e l’Arte concettuale, alla ripresa degli elementi fondamentali della pittura come la tela, il pennello e il colore.

La linea analitica dell’arte. Pittura analitica (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Gli artisti, spiega Claudio Cerritelli, non solo italiani, ponevano fiducia sull’intramontabile linguaggio della pittura ed affermavano la loro diversità attraverso esposizioni inserite a livello europeo. Rivalutano il pensiero forte del recupero del quadro, secondo soggettive e liriche poetiche, l’intuizione del supporto, del quadro-tela, la tensione alla riflessione; molti scrivevano con profonda consapevolezza. Il significato della pittura analitica viene di volta in volta definito dai singoli artisti, che chiariscono l’operare artistico individuale: non sono descrittivi o narrativi, affrontano un ”programma” già chiarito nel principio “iononrappresentonullaiodipingo”. Risalta l’interesse per i materiali, inventati sul piano della resa fisica, l’idea che l’opera debba scaturire dal fare pittorico. Scrive Cerritelli: ” A fronte della ricerca come novità a tutti i costi, l’esigenza d’interrogazione che coinvolge gli artisti riguarda i diversi livelli percettivi, che amplificano il concetto di opera come luogo di verifica dei processi empirici della materia, oscillando dalla stratificazione tattile dei pigmenti alla decantazione spaziale del colore-luce, dalla sensibilità soggettiva all’oggettiva impersonalità dell’atto pittorico”. Fare pittura analitica significa spostare le nuove possibilità operative dalla tradizione dell’astrattismo verso un differente piano di riflessione, vuol dire interrogare i nuovi valori attribuibili alla funzione del dipingere”.

Cacciola, con sensibilità analitica presta attenzione ai materiali industriali ed ai suoi relativi prodotti, al cemento, alla gomma liquida e trova in loro una nuova energia. Costruisce i telai a mano e segue la sensibilità della materia nella stesura; dai pigmenti industriali ottiene il colore, nelle tinte del grigio e del rosso.

La pittura per Griffa, da “semplice esecutore” è tracciare un segno in lievi tinte: “consiste nell’appoggiare il colore dentro la tela”. Gli strumenti valgono per le potenzialità di ampliare la conoscenza, non tanto per aderire ad un’immagine che rappresenta la realtà. Dopo gli anni Settanta aderisce a nuove composizioni codificate su un ritmo spaziale, nel recupero delle tinte di antichi affreschi.

Morales lavora su dittici: separa l’unità dell’opera, procede nel costituire un pannello dalla pittura monocroma opposto all’altro privo di ogni preparazione, interrompendo la tradizionale unità. Distingue una superficie per la presenza materica, in rapporto al vuoto dell’altra superficie, pur ritenendole entrambe appartenenti allo stesso processo creativo.

Catalogo in galleria con testo critico di Claudio Cerritelli.



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