NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Vicenza era così, nel 1700

Lo storico Giorgio Ceraso analizzando la pianta di Giandomenico Dall’Acqua ha delineato l’assetto urbano della città alla vigilia del Neoclassicismo. Il tutto è diventato un prezioso volume

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Pianta Dall’Acqua

Vicenza 1711: la pianta di Giandomenico Dall'Acqua. La città perduta e ritrovata, è un volume di recente pubblicazione che analizza un elaborato grafico di grande importanza, custodito alla Biblioteca Bertoliana, che delinea l'assetto urbano di Vicenza alla vigilia del Neoclassicismo, prima degli interventi che modificheranno una situazione rimasta sostanzialmente cristallizzata per secoli, fornendo anche rare immagini di edifici perduti, in parte per interventi causati dalla politica anti-ecclesiastica di Napoleone, in parte non irrilevante per una sorta di sconsiderata furia iconoclastica - soprattutto ottocentesca - e in parte per i bombardamenti aerei caduti sulla città nel corso della seconda guerra mondiale. Curato dallo studioso e storico vicentino Giorgio Ceraso e con un ampio saggio di apertura di Franco Barbieri, il volume, presentato in un'affollata sala Stucchi di Palazzo Trissino sede del Municipio vicentino, è stato edito grazie alla preziosa collaborazione dell'associazione Amici dei Monumenti di Vicenza e, grazie al servizio bibliotecario provinciale, è stato donato alle biblioteche pubbliche della città e della provincia.

Pianta Dall’Acqua (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)A Barbieri va il merito di aver delineato le caratteristiche storiche ed estetiche di questa pianta, messa a confronto con un altro documento storico molto importante per Vicenza, la Pianta Angelica del 1580. A Ceraso va riconosciuta l’originalità di un progetto molto laborioso che, durato più di un anno di lavoro e supportato da una dettagliata bibliografia e da un accurato apparato fotografico a colori, cataloga e descrive i manufatti e gli edifici perduti, soprattutto religiosi, rispetto a quanto riportato della pianta Dall'Acqua, offrendo così a tutti, non solo agli studiosi, la possibilità di cogliere le trasformazioni avvenute a Vicenza in oltre tre secoli. La ricerca dell'autore, corredata da fotografie a colori, si concentra sugli edifici della pianta di dall’Acqua, confrontandoli con la situazione urbanistica attuale, ricercando e catalogando gli edifici ancora esistenti, ma soprattutto evidenziando quelli scomparsi e ricostruendone le vicende successive. Ne esce un virtuale reportage che mostra gli attuali luoghi cittadini quasi sovrapporti virtualmente a ciò che si situava al loro posto in passato.

Incisa dal veronese Alessandro Dalla Via, la pianta Dall’Acqua è un importante documento, perché attesta la situazione urbanistica della città alla vigilia del Neoclassicismo, quando nuove architetture occuperanno aree fino ad allora rimaste libere e fornisce, fra le altre, immagini - talora uniche - di edifici perduti, in parte per interventi causati dalla politica antiecclesiastica di Napoleone, in parte per una sorta di sconsiderata furia iconoclastica - soprattutto ottocentesca - e in parte per i bombardamenti aerei caduti sulla città nel corso della seconda guerra mondiale.

Pianta Dall’Acqua (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Quando si nomina un Dall’acqua vicentino, il pensiero corre immediatamente al famoso incisore e vedutista Cristoforo (1734-1787) la cui ricca produzione grafica è ben nota e apprezzata - si legge nella prefazione di Mario Bagnara, presidente dell’Associazione Amici dei Monumenti, Musei e del Paesaggio per Vicenza e provincia - . Di lui, nato a Vicenza nella contrada di S. Croce e sepolto nella chiesa dei Carmini, anche se permangono alcune lacune, gli studiosi sono pervenuti a una discreta conoscenza per quanto riguarda la biografia e l’attività artistica. Di Giandomenico invece, autore di questa originale e storicamente importante Descrizione iconografica della Città di Vicenza, del 1711, si conosce troppo poco. Già nella presentazione della mostra “Vicenza città bellissima”, allestita dalla Biblioteca Bertoliana e dall’Assessorato ai Servizi Culturali e Musei Civici nella Galleria degli Zavatteri della Basilica Palladiana nel 2001, Franco Barbieri ricordava le precedenti piante cittadine, a partire dalla veduta da piazza Castello, riportata sulla copertina di Nobilità di Vicenza di Dragonzino da Fano del 1525, per soffermarsi poi sulla famosa Pianta Angelica del 1580, una visione prospettica da Nord-Ovest a volo d’uccello con un’inclinazione di 45° sul piano dell’orizzonte, e infine sulla Pianta del Monticolo del 1611 con orientamento da Nord-Est e al centro dell’agglomerato urbano l’asse portante rettilineo, costituito dalla “Strada maggiore” (il Corso).

Ci si può chiedere quale sia per il comune lettore, anche se non particolarmente ferrato in storia, l'interesse per questo libro. La risposta è che il volume mostra come si è sviluppata nei secoli la città berica, quali siano stati i suoi punti più importanti e quali altri meno nelle varie epoche storiche. Un elemento di interesse può essere anche quello di scoprire i motivi per cui alcuni luoghi si siano ben conservati e perché altri invece siano andati perduti, non ricostruiti dopo la Seconda Guerra Mondiale.

In occasione dell'affollata presentazione del libro in sala Stucchi a Palazzo Trissino di Vicenza, abbiamo incontrato Giorgio Ceraso.

Pianta Dall’Acqua (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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