Più nuclei di opere sono presenti nella mostra di Alessio Serpetti, artista romano segnalato più volte dalla critica per la sua abilità disegnativa, che gli permette di passare dalle immagini scenografiche a quelle oniriche o surreali. Lo guida il desiderio di interpretare opere formanti cicli di architetture indiane ed egizie nella loro complessità, ricca di valori simbolici. Nell’attento disegno trasferisce un’armonia celata, nel continuo svelare dettagli ermetici, particolari in costruzioni maestose, richiamando a percorsi fra statue di divinità monumentali, cariche di storia e di fascino collocate nella vastità dello spazio. Le visioni a carboncino, secondo la griglia prospettica, precisano il risalto delle forme, sulle quali influiscono gli studi di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Serpetti avvia a temi diversi nelle immagini surreali, dalle più profonde verità a figure femminili in metamorfosi arboree, che trovano unità con figure alate. Coinvolgono l’attenzione vasi, specchi, maschere, coppe e stoffe, in un crescendo dalle ombre intense fino ad un notturno. Un itinerario insolito per il transito dal passato al contemporaneo, intrapreso come un sogno reso dai continui tratti a carboncino. Collezioni pubbliche e private anche internazionali ospitano lavori di Serpetti. Le opere sono entrate, dopo l’analisi, in volumi d’interesse scientifico dal 2012, come testi di studio del Dipartimento di Storia dell’Arte Moderna dell’Università di Roma La Sapienza.