I dipinti di Andrea Bari appaiono tessere, una serie di inviti per riscoprire ed amare la città. Vicenza storica è vista e dipinta con gli occhi del pittore che la ama e la riprende nello scorrere del tempo per i suoi ponti, la presenza dell’acqua dei suoi fiumi, la Basilica palladiana e la torre Bissara unita all’immagine di Monte Berico, la Loggia Valmarana e Villa La Rotonda. Silenziosa ed esclusiva “... è sempre stata ed è comunque, da ogni angolo la si guardi, uno sfondo e nulla più. Il perché è presto detto: è una città fatta come un teatro, anzi è un teatro, appunto con meravigliosi fondali, ricchissima di scenografie intercambiabili, tutte vere, tutte di pietra e mattone e cieli veri, costruita e comunque modellata, personalizzata da un solo scenografo-autore: Andrea Palladio” (Goffredo Parise). Bari dipinge la realtà, semplice e fissa in un’arcana immobilità, intensa nei colori, rigorosa nelle geometrie, talvolta insolita per un’impressione inventiva ed inaspettata, per poi, d’impulso, ricomporla. Bari la insegue e nel contempo la consegna nella composizione frontale di case e di tetti, un esito che deriva dalla fotografia, segnata dall’alto slancio della Torre Bissara. Bari unisce alcuni quadri di fiori, briosi nel recupero accelerato della pennellata e del colore, tutti intensi ed appassionanti, preziosi per l’alto sentire verso la pittura.