NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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È "la" piazza della città: si usa anche così

Il fine settimana dedicato al calcetto con ricavato in beneficienza per il villaggio SOS raccoglie in generale consensi ma anche qualche perplessità: considerato che si tratta dell'unico spazio veramente centrale (Campo Marzo a parte) è giusto sfruttarlo per qualsiasi manifestazione o devono prevalere le considerazioni storico-artistiche sul valore monumentale?

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È "la" piazza della città: si usa anche così

(g. ar.)- Racconta la storia greca che al momento di decidere dove dovesse essere piazzata l'Agorà, il punto centrale di tutto. si stabilì sulle prime che la destinazione più opportuna dovesse essere quella di sistemarla appena fuori del perimetro cittadino; dopo di che gli ateniesi ci ripensarono e considerando l'Agorà il vero ombelico della loro città optarono per una soluzione diversa, stabilendo che dovesse stare invece al centro vero della città, nel suo cuore autentico, e però accompagnata da un cosiddetto ornamento di edifici che dovevano per solennità rinviare il pensiero al culto degli dei o alle attività politiche da accompagnare al via vai della gente. Paraboletta che serve a meraviglia per valutare quel che cerchiamo di capire dalle reazioni abbastanza differenziate circa quanto è avvenuto in Piazza dei Signori nel corso dell'ultimo week-end: il torneo di calcetto organizzato da un gruppo di esercenti del centro storico proprio ai piedi della Basilica ha in qualche modo tradito la vocazione artistica storica e tradizionale firmata da Andra Palladio, oppure si tratta di un una-tantum ben sorretto dalla destinazione benefica dell'avvenimento dato che il ricavato era destinato ed andrà al villaggio SOS?

QUANTI ILLUSTRI PRECEDENTI- Il tutto non può non tener conto dei precedenti che per quanto riguarda Piazza dei Signori sono stati e sono ancora di ben altro calibro se si considera il materiale maneggiato e gli obiettivi prefissi. Se parliamo di estetica del luogo non vediamo come si possa considerare a cuor leggero vari appuntamenti che in passato e anche attualmente hanno puntellato la storia dei calendari delle manifestazioni soprattutto estive. Prendiamo due esempi per tutti: le varie feste del baccalà che si sono svolte in Piazza e che certo non erano in sintonia con nient'altro che la tradizione culinaria vicentina più tipica; l'altro esempio rilevante è costituito ancora oggi dal mercato del giovedì: il luogo artistico e storico meriterebbe un assetto diverso dei banchi di vendita che almeno in quel luogo dovrebbero essere ripensati e piazzati tutti con la stessa dimensione e la stessa struttura. Il che basta e avanza per dire che l'uso non proprio correttissimo della Piazza non nasce da quanto si è visto nell'ultimo fine settimana e per il quale gli intenti come già precisato erano indirizzati alla raccolta benefica di denaro per un obiettivo umanitario, ma ha radici molto più lontane, potremmo dire -volendo ricordare qualcosa che non tutti sanno o ricordano- negli anni in cui il salone della Basilica veniva dato in uso al basket femminile perché la vecchia palestra di Piarda Fanton non bastava per contenere il foltissimo pubblico della pluriscudettata Vicenza di Concato, prima Portoricocaffè, poi Recoaro, poi con altre sposorizzazioni ancora mentre maturava il trasferimento (finalmente) al nuovo palasport di via Goldoni.

SCARSI GLI SPAZI ALTERNATIVI- Per dire quante volte e per quanti numerosissimi motivi la destinazione sia della Basilica che della Piazza è cambiata negli anni. Resta tuttavia la domanda che oggi legittimamente ci si può rivolgere e cioè se dopo tanto cambiare e popolare la Piazza ci sia la necessità anche per ottimi motivi di aprirla ad un uso che indubbiamente viene giudicato anomalo. Sia chiaro che non c'è alcuna polemica inaugurata sulla vicenda: soltanto alcune delle persone che abbiamo sentito per verificare gli umori cittadini si sono espresse -peraltro molto garbatamente- in senso decisamente contrario sostenendo che la Piazza disegnata da Palladio merita di essere trattata nel modo più adeguato, magari aggiungendo qualche attività collaterale di garbata entità ad evitare stridori sgradevoli, ma continuando a considerarla quel che realmente è e non smetterà di essere, cioè il vero salotto di una città che essendo di grande valore artistico e storico è proprio lì che viene a specchiarsi appena può permetterselo. Ricordando infine che a parte il grande spazio di Campo Marzo Vicenza non ha disponibili altre piazze in posizione centrale in cui sia possibile trovare questo stesso respiro: di volta in volta hanno ampiamente dimostrato di non rispondere alle stesse esigenze le piazze Matteotti, San Lorenzo, o il giardino Salvi, o la piazza del Duomo o quella di Porta Castello. Altre soluzioni, dunque, non ci sono, si tratta di stabilire la qualità degli eventi.

È "la" piazza della città: si usa anche così (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ATTENTI A COINCIDENZE FASTIDIOSE- La tesi di Enrico Hüllweck, sindaco di Vicenza per due legislature, rimanda ad una sola grossa esigenza reale quando si organizzano eventi in Piazza dei Signori e cioè quella di evitare la concomitanza con altre manifestazioni perché questo potrebbe creare un mix da luna park con suoni che invadono gli spazi altri e viceversa. Per il resto, dice Hüllweck, fatte le debite considerazioni sul valore storico e artistico della piazza, non si vede perché bisognerebbe chiuderla a chi la vuole utilizzare per la città: "Penso che se ci si preoccupa di evitare coincidenze che diventerebbero spiacevoli tutto rimane affidato alla misura con cui si organizza un evento; chiaro che il compito di sovrintendere spetta all'amministrazione, ma una volta risolti i vari interrogativi si può arrivare all'evento. Del resto abbiamo in Italia molti esempi assolutamente evidenti e credibili di come si possa accostare un avvenimento non storico e non artistico ad un ambiente che invece lo è. Basta curare bene i dettagli. A Firenze in Piazza della Signoria c'è stata per anni la tradizione di svolgere partite del vecchio calcio fiorentino con un grande interesse dei turisti, tra l'altro. Naturalmente quando ci si muove in un contesto come quello di Piazza dei Signori è evidente che servono cautele estetiche di prima qualità. Ma se l'avvenimento è di qualità e piace non vedo perché ci si dovrebbe rifiutare di aprire tutti gli spazi possibili. Credo che il vero motore di tutto stia nella tutela del buongusto perché il buongusto è esso stesso estetica e non può non andare d'accordo con la bellezza del contenitore, in particolare di questo contenitore che suggerisce appunto bellezza e sobrietà. In questo caso in particolare il tutto è avvenuto a scopo benefico. Difficile dissentire...".



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