NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Montebello calcio, una partita lunga un secolo

Ernesto Crosara firma tre volumi, per 1200 pagine, che ripercorrono la storia della squadra di calcio locale, fondata nel 1911

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Montebello calcio, una partita lunga un secolo

Tre volumi di grande formato, oltre 1200 pagine e centinaia di immagini. È la corposa opera bibliografica del montebellano Ernesto Crosara che racconta la lunga storia della squadra di calcio del Montebello, una storia gloriosa e onorevole lunga più di un secolo che l'autore con pazienza certosina e impegno ha voluto intitolare U. S. Montebello 1911-2011 Tutto il calcio minuto per minuto. "Nel giugno 2011 - racconta Crosara - il Montebello Calcio ha festeggiato il suo centesimo anniversario.

Montebello calcio, una partita lunga un secolo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Sono stati giorni ricchi di avvenimenti sportivi e non, di ricordi di un passato mai dimenticato da giovani e meno giovani che hanno calcato i nostri campi e che sono accorsi numerosi alla manifestazione. Cento anni, un secolo, un certificato di benemerenza per la società che ha raggiunto questo traguardo con convocazione a Roma e premiazione ufficiale della Federazione". Ma per ottenere questo riconoscimento manca la cosa più importante, manca la data ufficiale d’iscrizione. Nessuna federazione veneta ha i documenti dell’epoca. La Figc di Padova ha avuto l’archivio distrutto nei bombardamenti del 1945, quella di Vicenza ha dovuto liberare lo Stadio Menti dal cartaceo per le norme antincendio e quella di Marghera ha documentazione solo dal 1945 ad oggi. Per Montebello l’unico documento che si possiede è una pubblicazione, gelosamente custodita, dall’ ex portiere Tarcisio Dalla Gassa. La rivista di 68 pagine pubblicata per il Campionato 1960-61, si chiama Calcio Triveneto e porta al suo interno tutte le squadre dalla Serie A ai dilettanti del Veneto con i nomi dei dirigenti. Per il Montebello i colori sociali erano biancorosso e l’anno di fondazione il 1911. Questo potrebbe essere il documento ufficiale che fa risalire al 1911 la nascita, ma non si sa se l’informazione sia stata data dalla società o dalla Federazione. I giornali dell’epoca non parlavano di questo, i problemi che trattavano erano molto più gravi di quelli di rincorrere un pallone. Le notizie sportive erano molto rare e le partite del Campionato di Calcio venivano ancora considerate uno spettacolo a parte, un’esibizione di baldi giovai dallo spirito goliardico che si divertivano in questo modo, il pomeriggio della domenica. In quel periodo, purtroppo, più che di campi di calcio si parlava di campi d’onore e di caduti sui vari fronti.

Montebello calcio, una partita lunga un secolo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Quando da Ernesto mi venne richiesto di fornire la mia collaborazione, mi sono trovato in un imbarazzo totale: primo, perché non sono un cittadino di Montebello ed in secondo luogo perché in nessun modo ho partecipato alla vita sportiva del paese - scrive nella prefazione Edoardo Bossi, poeta dialettale e accademico del dialetto milanese - . Ma poi mi sono ricordato di quelle lunghe serate passate in sua compagnia. L’amicizia che mi lega all’autore di questo volume ed alla sua famiglia risale agli anni settanta, oltre quarant’anni fa. Ernesto ed io lavoravamo ad uno sportello bancario di Milano gomito a gomito e, trovandosi lui lontano da casa ed avendo quasi sempre un paio di serate libere durante la settimana, con una certa frequenza veniva a cena a casa mia; dopo cena ci sprofondavano in comode poltrone e lì venivo aggiornato su quello che per lui è sempre stato il suo hobby, lo sport montebellano. Lo ricordo in ufficio, il lunedì mattina, affaticato, ammaccato, stanco, a volte in crisi nera, certo che ne aveva ben donde: giocare la partita la domenica pomeriggio, al termine doccia, correre a casa, preparare la valigia, cenare, un frettoloso saluto alla famiglia, correre alla stazione ferroviaria di Vicenza accompagnato dai fratelli, per ripartire in tutta fretta per Milano col treno delle 22, dormire (si fa per dire) in piedi nell’affollatissimo e fumoso vano corridoio, arrivare in Centrale dopo la mezzanotte e dopo solo qualche ora di sonno presentarsi in ufficio. Vi chiederete: e gli allenamenti? A Milano partecipava ai tornei notturni e quando gli era possibile si allenava con i giocatori della Rhodense che a quei tempi militava in serie C. Beh, penso non sia da tutti, e per che cosa? Per tenere alto il nome del Montebello, e dici niente!? Questo è l’Ernesto Crosara che ho conosciuto io. Ma il nostro autore non è stato solo il glorioso numero 6, Jolly della squadra di calcio del Montebello; io lo ricordo nell’atletica dove si cimentava nella 4x100, nel salto in lungo, nel lancio del giavellotto di cui è stato vice campione provinciale. Il pallone: come tutti ha cominciato a dare i primi calci con gli amici in cortile, poi per strada, quindi all’oratorio e poi le giovanili del Montebello, tutte le categorie fino ad arrivare in prima squadra con la quale ha vinto più campionati assumendo per qualche anno anche il grado di capitano. Terminata l’attività agonistica non ha mollato, ha proseguito come allenatore del settore giovanile, poi come vice allenatore della prima squadra ed infine come segretario della società. Ma Ernesto non si è fermato qui: assieme al fratello Tino ha dato vita all’Hockey montebellano come giocatore. Ha fondato il Tennis Club di Montebello e forse, non tutti sanno, è stato anche buon sciatore fino a livello europeo nell’ambito dei campionati interbancari. Ci troviamo di fronte ad una fatica non di carattere letterario, ma ad un immane lavoro di ricerca, ore e ore negli archivi della parrocchia, in biblioteca, nelle redazioni dei giornali locali, nelle sedi provinciali e regionali della Federazione, interviste fatte con quei pochi testimoni degli accadimenti sportivi di 40-50-60 anni fa, raccolta di ritagli di giornali e vecchie foto. Che dire di più: cent’anni sono pienamente documentati per lasciare agli attuali cittadini di Montebello ed a quelli che verranno un tangibile ricordo. Mai perdere la memoria storica di chi ci ha preceduto: è parte integrante della nostra cultura, della nostra storia, della nostra civiltà. 

Montebello calcio, una partita lunga un secolo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Sulla data di nascita del Montebello ci sarebbe una seconda teoria ed è quella che sosteneva Luigi Golin detto “Bijeto de Lalo”, nei suoi entusiastici revival calcistici. Bijeto, nei suoi variopinti filò raccontava un calcio fatto di orgoglio, di onore e di prestigio per la maglia che si indossava, per il paese per cui si giocava e che anche a Montebello aiutava i giovani di allora a passare le giornate e a pensare meno alla fame. Ricordava la prima squadra nata nell’ oratorio parrocchiale di Via Trento, l’Indomita nel 1922/23 e poi l’Intrepida. Fu Anastasio Zuffellato ad avere l’idea di unire le due squadre per creare la futura squadra del Montebello, di cui era capitano Umberto Pesavento. Maglie bianche con fasce orizzontali rosse, calzoncini blu, forse la stoffa che serviva per fabbricare le tute da officina e calzettoni rossi con righe bianche. In mezzo al petto un bel Torrione simbolo del Comune di Montebello. Il primo Campionato a cui partecipò fu il Campionato Liberi, organizzato dall’Unione Libera Italiana del Calcio. Al Torneo, a cui si era iscritto il Montebello, partecipavano 16 squadre, le più importanti della provincia di Vicenza e di Verona. Bijeto raccontava che vinsero loro con l’ultima partita disputata sul neutro di Valdagno contro l’Arzignano. Terminava raccontando della banda paesana che li accompagnava, prima della partita, dalla piazza al campo e che dopo ogni vittoria li riaccompagnava al monumento a depositare un mazzo di fiori ai caduti. Schei? Quali schei? Una mangiata, una volta ogni tanto, al Castello. Sì, per la verità, una volta avevano preso cinque lire per aver vinto un campionato!

La foto più vecchia di una squadra di calcio montebellana ritrae un gruppo composto da ragazzi, ma siamo in un periodo in cui gli adulti non hanno molto tempo per rincorrere palloni. Significativa è la postura assunta nella foto e ciò dimostra che da qualcuno che giocava prima hanno imparato queste cose. Un grosso stimolo alla nascita della squadra montebellana può essere stato anche l’esempio del Vicenza. L'esordio ufficiale risale al campionato 1910-11: l'Acivi (come venne chiamato il Vicenza per i primi cinquant'anni) inaugurò il 12 febbraio 1911 il nuovo campo di Borgo Casale con una larga vittoria sul Bologna e a marzo terminò a punteggio pieno il girone veneto emiliano, qualificandosi alla finale per il titolo. Tuttavia dovette soccombere alla Pro Vercelli nei suoi anni d'oro. Parecchi erano i tifosi montebellani che andavano a Vicenza a vedere gli incontri di calcio.

Montebello calcio, una partita lunga un secolo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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