Le immagini che Monica Bisogno dipinge richiamano lo sguardo sulle forme lasciando allo spettatore il compito di pensarle non progettate, nel loro evolversi continuo in agglomerati morbidi, di tenera materia emergente. Il colore soffice ed avvolgente le accorda per condurle nelle diverse forme di crescita ad un insieme unitario. Le opere dall’origine incerta, probabilmente organica rispondono alle parole di Bisogno: ” Un giorno guardai dentro di me e tra le pieghe trovai la vita e la morte. Dalle mie mani nacquero i feti, come speranza di vita di ciò che potevo essere, e dai paesaggi sottocutanei tutto ciò che sentivo e che non riuscivo a portare alla luce”. Da queste frasi avviene l’incontro coinvolgente con una pittura senza tensioni interprete di una poetica iniziale che guida Bisogno all’universo di forme avvolgenti, arrotondate, alle immagine di petali e bulbi tenute sul filo di un variato germinare della vita. Le anima il percorso dei profili e la pienezza plastica, la chiara tonalità di materia organica e il cromatismo vivace degli organismi pulsanti e turgidi. Si conosce anche quel suo aspirare alla classicità nella ripresa dei titoli, nell’ispirazione ai miti, particolarmente la metamorfosi vegetale della ninfa inseguita da Apollo, che segna Dafne, tra terra e cielo verso l’apertura a nuove e fantastiche forme. La mostra offre l’opportunità di conoscere la capacità di Bisogno di creare insolite composizioni, esiti di una formazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli che assicura all’artista nata in Svizzera un preciso indirizzo formale.